Guida al trattamento dei vampiri per casalinghe | Horror, humor e routine nel romanzo di Grady Hendrix
L’horror è senza dubbio il mio genere preferito, ma trovare dei romanzi davvero belli e non scontati, soprattutto sui vampiri, è difficile quanto trovare la propria anima gemella su Tinder. Guida al trattamento dei vampiri per casalinghe è stato il mio Super Like, con quel titolo curioso su una copertina di un giallo brillante, e quei cupcake dal frosting di burro che sembrano un po’ sanguinare…
E poi, come si fa a resistere a una storia di vampiri ambientata nella Carolina del Sud degli anni ’90? Impossibile.
Ho “divorato” questo libro, esattamente come avrei fatto con uno di quei dolcetti.
“I vampiri sono i primi serial killer, privi di tutto ciò che ci rende umani: non hanno amici, né famiglia, radici o figli. L’unica cosa che hanno è la fame. Mangiano e mangiano, ma non sono mai sazi. Con questo libro ho voluto mettere a confronto un uomo emancipato da ogni responsabilità, tranne i propri appetiti, e le donne le cui vite sono plasmate da una serie infinita di responsabilità. Ho voluto contrapporre Dracula a mia madre. Come avrete modo di vedere, non è una lotta ad armi pari.”
Così scrive Grady Hendrix nella prefazione. E già si capisce che qui non troveremo i soliti denti aguzzi, sangue, aglio e croci, né non-morti romanticamente tormentati o glitterati. Guida al trattamento dei vampiri per casalinghe (The Southern Book Club’s Guide to Slaying Vampires) è un horror che mescola il terrore all’ironia, nelle ampie distese di noia della vita domestica.
La nostra Prescelta è Patricia Campbell, una casalinga di un tranquillo sobborgo di Charleston, dove ogni famiglia sembra vivere lo stesso tran tran: colazioni in cucina, “ti amo” distratti, scuola, lavoro, sport e cene in cui si parla di tutto, ma in modo superficiale e facendo molti pettegolezzi. In questo piccolo mondo, Patricia si sente stretta e inadeguata.
L’unico momento di svago è il gruppo di lettura con le amiche Slick, Grace, Kitty e Maryellen, che condividono con lei la passione per il true crime e gli aperitivi. Di nascosto dai mariti, parlano dei delitti efferati di Ted Bundy e della famiglia Manson e di misteri americani di cui delle perfette mogliettine di provincia non si dovrebbero occupare.
Il quartiere, fatto di case signorili, vialetti illuminati e prati perfettamente curati, è il classico posto dove tutti si conoscono e nessuno si fa gli affari propri, e si dà per scontato che Patricia e le sue amiche non vogliano altro che essere mogli, madri e casalinghe, con l’unica aspirazione di avere una famiglia perfetta e una casa immacolata. Nessuno si ferma a pensare che una routine fatta di pulizie, cucina e cura di bambini e anziani possa essere opprimente, o almeno limitante. Anzi, i mariti guardano con sospetto qualsiasi comportamento insolito e spesso zittiscono le loro mogli con commenti sprezzanti o atteggiamenti autoritari.
La vita di Patricia cambia con l’arrivo del nuovo vicino, James Harris. È affascinante, colto e sensibile, così diverso da suo marito e dagli altri uomini che conosce. Ma c’è qualcosa di strano in lui: non si vede mai di giorno, guida un vecchio furgone, non ha documenti e risponde in modo evasivo (e spesso contraddittorio) alle domande personali. Inoltre, non entra mai in casa a meno che non venga invitato esplicitamente.
La suocera di Patricia, ormai invalida, perde la testa appena vede James, sostenendo di averlo già incontrato da bambina. Intanto, nel quartiere afroamericano iniziano a sparire bambini, ma nessuno – a parte Patricia e chi ci abita – sembra preoccuparsene. “I nostri figli stanno bene, no? I ragazzini neri si cacciano sempre nei guai”. Mentre lei cerca di mettere in discussione il suo razionale mondo, James Harris guadagna la fiducia di tutti: mariti, figli, vicini. “È forse pazza a sospettare di un uomo così per bene? Meglio non incoraggiare una povera casalinga nella sua ossessione per la cronaca nera.”
«D’altro canto, mi sono trasferito qui perché siete tutti così stupidi», rivela proprio il mostro. «Vi fidate di qualcuno purché sia bianco e abbia i soldi.»
Nato e cresciuto in South Carolina, Grady Hendrix sa fare paura perché scrive di ciò che conosce bene. Il suo stile è vivace e originale, pieno di umorismo nero e suspense, capace di rendere la lettura sia coinvolgente che inquietante. Si ispira ai classici dell’horror, ma prende spunto anche dalle piccole cose quotidiane. Guida al trattamento dei vampiri per casalinghe è una critica sociale travestita da storia di vampiri, che affronta temi come il ruolo delle donne, la disuguaglianza di genere e razziale, e le dinamiche familiari.
Più che il vampiro – terrificante né più né meno del noioso marito di Patricia o di una qualsiasi tra le sue amiche – a mettere paura è l’abile stratificazione delle inquietudini quotidiane, il senso di minaccia costante e la scoperta dell’orrore di cui sono capaci le persone comuni. È frustrante, ma è il cuore della storia. Sì, qua e là ci sono scene schifose, macabre e splatter. Ma capita anche quando si svolgono le faccende di casa.
Silvia Cannas Simontacchi
Titolo | Guida al trattamento dei vampiri per casalinghe
Autore | Grady Hendrix
Casa editrice | Mondadori
Anno | 2020