Il nomadismo ai tempi di Schengen
Per l’estate 2018 ho deciso di dedicarmi a un nuovo sport agonistico, l’attraversamento del confine italo-austriaco e austriaco-tedesco con qualsiasi mezzo più o meno motorizzato.
Ancora non ho capito se si tratti di una forma di espiazione che mi sono autoinflitta o della sfida dei miei limiti e di quelli di Schengen.
Per la precisione il mio percorso costeggia in ordine sparso Berlino, Lipsia, Dresda, Praga, Halle, sfonda le linee sbiadite dei confini caduti della DDR (Good Bye, Lenin!) e costeggia Regensburg e Norimberga, supera la sempre ridente Baviera (alle cui leggi federali ho appena giurato fedeltà in nome di Dio) e passa per Monaco. Prosegue per Innsbruck, Bolzano e Trento, raggiunge Venezia e Bologna, fa tappa in quella polveriera irrespirabile che è Napoli e finalmente mi porta a Firenze.
I miei viaggi in bus hanno subito, mediamente, ritardi di due ore e qualcosa. L’autobus si ferma al casello della dogana in uno sbuffo di polvere e calore e due agenti salgono sul mezzo. Il trattato che dal 1985 garantisce la libera circolazione all’interno dell’area Schengen è sospeso.
Stanno garantendo, mi dicono, la sicurezza a noi che dormiamo sicuri nelle nostre tiepide case.
Io sfodero un’ingrata carta d’identità che non mi rende per niente giustizia e penso al mio vestito rosso comprato a saldo. Mi consolo e trastullo con il pensiero della mia nuova e fiammante fascia di reddito da migrante economica. Magari in un anno mi compro una ruggente macchina tedesca o mi faccio un bel viaggio, Stati Uniti pensavo, ma ho ancora questo sfizio irrisolto di Cartagena, in Colombia. Penso alle carenze di iodio e al mare che mi aspetta, penso ai libri di Oliver Sacks, alla mia abbronzatura uniforme e a questo tipo rubicondo che mi sbircia, indeciso se dire o no quel “Ciao bella!” che sicuramente non ho mai sentito prima. D’altronde sono quello che più si avvicina a una procace Ornella Muti di poveri e questo potrebbe essere l’inizio di un simpatico (bollente? piccante?) siparietto interculturale.
Piazza di Spagna e Vacanze romane, i trentasei gradi nel cemento, quanto è bella e verde e ricca la fascia mitteleuropea delle Alpi.
Mediamente, due persone dalle ultime file vengono accompagnate giù dal mezzo. I bagni vengono aperti e controllati. Vengono ispezionati i portabagagli e la base del bus, gli zaini aperti, i documenti ritirati. Si può parlare agli agenti una volta che hanno finito con le loro domande.
Io proseguo il mio viaggio, quattro persone rimangono al blocco di polizia più vicino.
The White Stripes | Icky Thump
M.I.A. | Paper Planes
Leonard Cohen | The Partisan
Lo Stato Sociale | La 626
Manu Chao | Desaparecido