Give Me 5 (Microcosmi Edition) | Vol. 132

Give Me 5 (Microcosmi Edition) | Vol. 132

Sono anni che mi chiedo quanto le letture che facciamo, i dischi che ascoltiamo, i viaggi che intraprendiamo e i film che guardiamo abbiano il potere di influenzare e – ancor prima – determinare chi siamo.

All’epoca in cui ho ideato SALT seguivo con passione un blog di letteratura e non riuscivo a smettere di chiedermi “chissà che musica ascoltano quelli che leggono questi libri”. Non so perché, ma sono sempre stata convinta che ci sia una fortissima correlazione tra gli interessi che ci appartengono, anche se all’apparenza diversi.

Ecco perchè qualche giorno fa quando ho incontrato Federica Pedroni, biondissima under30 e founder di Microcosmi – itinerari di lettura – uno spazio dedicato ad appassionati lettori con uno dei profili letterari più belli di tutto Instagram – non mi è parso vero di poterle finalmente chiedere che musica ascoltasse. Microcosmi offre ogni giorno fotografie curatissime dei libri più interessanti in circolazione, accompagnate da puntuali citazioni e commenti competenti.

Scombiniamo le carte: a chi si occupa di libri chiedo di musica, a chi viaggia chiedo il film più bello, a te, Fede, chiedo di raccontarmi il progetto Microcosmi e poi la tua playlist del cuore.

Dunque, a proposito di micro e di cappelli introduttivi: la baracca non registrata al catasto nasce nel febbraio 2016 in modo estemporaneo e partendo da una considerazione semplice: leggiamo tanto (non poco, dai), a livello di comprensione del testo e comunicazione non stiamo proprio a zero dunque perché leggere soltanto per noi e non anche ‘per gli altri’? Da qui tutto il resto: all’inizio due teste in moto perpetuo con tutto l’entusiasmo e la goffaggine fotografica / tecnologica del caso, in coppia a corrente alternata e, ormai stabilmente, da sola si continua a parlar di libri con assoluta libertà e sincerità (niente marchette e molto pathos, in sostanza).
È un rito quotidiano, che – manco a dirlo – comporta organizzazione, continuità, dedizione, passione (one one!) e tante piccolissime accortezze senza le quali tante cose, semplicemente, non [r]esisterebbero. È uno spazio di condivisione attento, perché no, a minimi criteri estetici che ora va avanti principalmente alla luce dei rapporti virtualmente molto umani che si sono creati in tutti questi mesi.
Non che mi interessi molto continuare a fotografare libri, insomma, il bello sta nella scoperta, nella meraviglia e nello scambio, ma cosa te lo dico a fare?
Senza contare che, soprattutto in un momento così deprimente a livello politico, dare un piccolissimo (infinitesimale) contributo segnalando libri secondo me intelligenti e brillanti e consapevoli e saggi e cauti e umani mi pare buono e giusto.
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Dopo questa dichiarazione, ogni parola in più risulterebbe superflua.
Insomma, voi chiudete un attimo i libri e mettete le cuffie.

MR BOJANGLES | Nina Simone

Ad alcuni sembra il brano perfetto per accompagnare i momenti melodrammatici in cui la tendenza ad autocommiserarsi raggiunge livelli interessanti (è solo – o ancora – lunedì sera e vuoi già spararti nei piedi dall’entusiasmo? Beccati questo!); per altri è una lamentela stanca pronunciata da una tizia che – niente da dire – cantare sa cantare (miscredenti: Nina Simone con la voce ci fa le capriole proprio!); per me, prima ancora di essere una delle canzoni più belle di sempre è stata il titolo di un libro (maaaaa va?)

Il Mr Bojangles che volteggia con grazia irresistibile nella canzone di Nina Simone dà infatti il titolo a un romanzo di rara tenerezza pubblicato da Neri Pozza (ora è già ‘Beat’, la versione economica di Neri Pozza, per l’esattezza). Cover magnifica (la vecchia così come la nuova), un rincorrersi di dolcezza, leggerezza e follia, uno sguardo bambino sul mondo dei grandi che vi farà ballare e ballare e ancora ballare (con i lacrimoni, ça va sa sans dire!)

E poi dai, con quel:

“he let go a laugh 

shook back his clothes all around” 

la potentissima Nina mi ha mangiato in un sol boccone.

 

STOLEN DANCE | Milky Chance 

Da ballatina a ballatina, la qui presente vecchia dentro confessa la sua passione per ‘Stolen Dance’ di quei tatoni-patatoni-morbidoni [ non sto pubblicizzando i rotoloni regina in modo occulto, giurin giuretta ] di Milky Chance. Felicemente ossessionante il motivetto [ la solita vecchia storia: ‘sta danza rubata la ascolti alle 7:04 am e alle ventitré e trentatré ti butti a letto e ancora ti stai macinando l’anima canticchiandola ].

Perfetta per chi vede un essere umano di una certa beltà e subito pensa a come sarebbe ballarci { ehm…. }

microcosmi

 

BECAUSE THE NIGHT | Patti Smith

Come direbbe la mia vecchia prof di ‘storiaefilo’ [ uno dei pesoni più pesanti di sempre ]: DRITTI A BOMBA sull’amore mio grandissimo: sua maestà Patti Smith { bella fatica, amare una ragazza così. È perfetta } Quel che dice la profetessa del rock per me è legge e, a pari merito con l’eccelsa ‘People Have the Power’, ‘Because the Night’ sta nell’Olimpo delle figate di cui noi poveri babbioni possiamo gratuitamente disporre sul globo terraqueo.

 

Love is a banquet on which we feed 

[…]

Love is an angel disguised as lust

 

Vabbé. Cosa ve lo dico a fare?

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TIME | Tom Waits 

Un altro genio, un altro libro (eh raga’, leggere è la sola cosa che io sappia veramente fare. Fatemi sfogare come so): ‘Time’ di Tom Waits ha ispirato un romanzo d’esordio pieno zeppo di buone intenzioni (e di buone intenzioni, e di intenzioni buone) che non vi racconterò e che ha avuto il merito di farmi conoscere questa ballata malinconica come poche canzoni sanno esserlo. Il titolo è già un drammone: chi non è incalzato dal tempo? Io lo sono, e molto, ed è una lotta. E se nel ritornello la parola T I M E ricorre settantadue volte, eh beh, caro il mio Tom Waits, sono tua.

[ avvertenze: assumere il brano solo se vi sentite in discrete o buone condizioni psicofisiche, la botta di malinconia autunnale-crepuscolare è dietro l’angolo. Lo sciopone a me sopraggiunge quando il buon Tom mi racconta che “the wind is making speeches”: il massimo per una logorroica come la qui scrivente ]

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SENZA DI TE | Zibba & Almalibre 

L’ultima cartuccia musicale di questo lunedì da leoni me la gioco con una ‘sentimentalata’ che a tanti – sono pronta a scommetterci – risulterà a dir poco indigesta. Scoperta durante un turno serale in libreria, ‘Senza di te’ mi ha fatto compagnia durante non pochi km avanti e indietro tra scaffali e scatoloni stracolmi di pagine, raccontandomi con fare un po’ strascicato e indolente una delle verità più vere che esistano: corriamo e ci danniamo e facciamo i figaccioni da copertina e poi taaaac, arriva l’amore e ci stende in una mossa. Sarà l’età, saranno i primi capelli bianchi che oh, ben venga, mi schiariscono la chioma, ma quel “credo in noi come se fossimo di un’altra generazione, quella del bene sopra la ragione” mi ha visto contentona e molto concorde [ e, come disse una delle mie teste scriventi preferite: ‘La stanchezza mi rende sentimentale. È un fenomeno muscolare’ ]

Sfortunatamente non su Spotify, ma qui.

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