Give Me 5 (Ho preso un treno per venire da te) | vol.80
Vedi il romanzo russo e Anna Karenina, vedi Pasternak e le interminabili ferrovie di Macondo, in attesa di carichi di banane.
Intendo parlare del treno come mezzo di esercizio Zen e accettazione del destino. Tu sali, lui va.
E potrei mettermi a citare Tiziano Terzani o Diari e Manutenzioni di Motociclette, ma mi limiterò ad accennarli lasciando allo scorrere dei binari la libera scelta degli spunti
(La speranza nell’esistenza che precipita sul fondo dell’anima, si aggrega e si spenge piano, piano. La fiducia nell’ordine delle cose inversamente proporzionale ai minuti di ritardo, ai punti CartaFreccia che il 30 dicembre non sono mai abbastanza. La penisola su e giù, sopra e sotto e poi le Alpi, l’Europa)
Di quando i treni rimandano all’emblema romantico di un futuro inarrestabile e una transiberiana dell’anima. Vedi il romanzo russo e Anna Karenina, vedi Pasternak e le interminabili ferrovie di Macondo, in attesa di carichi di banane.
Sì, sono a tratti sentimentale.
Salire su un treno con pathos e un GiveMe5 Oldie but Goldie appena appena impolverata, a base di indie rock di quello buono che vola sulle rotaie di magone, precarietà, distanza. Siamo agitati fino al midollo, mai tristi.
The Clash | Train in Vain
Se lo spasimo è una filosofia di vita, il tira e molla è attitudine all’arte. L’espressione odierna di un’indole da eroina tisica si ritrova nell’energia dei The Clash, perché sì, lo spasimo è una forma indomita di ribellione e libertà.
Da notare il conflitto di intenti. Train in Vain doveva uscire come Stand By Me negli U.S.A –1979– ma Ben. E. King è un personaggio ingombrante. E poi è uno Stand By Me che riesce ci sempre fino a un certo punto, è sempre incompleto, sempre distratto, costantemente in agitazione. Con tutto il cuore ma a km di distanna. Estremamente moderno. Modernamente sincopato.
The Strokes | Hard to Explain
“I missed the last bus, I’ll take the next train” Storia di esistenze a dibattersi tra scarso tempismo e occasioni mancate e allora i treni che partono diventano occasioni rincorse da riacchiappare al volo. Stare in bilico in fondo ci piace ed Hard to Explain (è sempre tutto così facile da fraintendere) è stato il primo singolo estratto di quel piccolo capolavoro generazionale che è Is This It (2001).
Porcoupine Tree | Trains
In Absentia. Calzante no? Album del 2002, l’anima stretta tra i denti, la velocità che fa sentire vivi. I binari di Train sono un percorso mistico che porta lontano, a rincorrere l’estate.
Underdog | Kasabian
i Kasabian hanno scelto il loro nome da Linda Kasabian, membro della setta di Charles Manson. Lo dico perché è una di quelle cose giuste da dire, fa sempre colpo, fa sempre dire sono così indieee. 2009.I treni che viaggiano veloce sono occasioni in fuga, una violenza da inseguire e da acchiappare ma anche un sogno ad occhi aperti.
Jumping Someone Else’s Train| The Cure
E le parole che non servono. 1979. La pioggia fuori dal finestrino. I mandorli in fiore. Un treno per tornare a casa. Un sorriso nuovo da imparare, una situazione nuova in cui calarsi.