Give Me 5 (Alter Ego Edition) | vol. 97
La sottilissima (si fa per dire) differenza fra un artista vero e uno che ci prova soltanto è che l’artista (quello vero) in quello che fa mette una parte intima di sé. Per capirci, questo fa in modo che Vic Mensa quando rappa della sua passata dipendenza tossicologica faccia riflettere mentre quando una voce qualsiasi parla di un amore qualsiasi produce brani che la storia seppellisce nel vasto e affollato cimitero delle cose ininfluenti. Ne sento l’eco stridulo fin da qui.
Ci sono poi artisti che interpongono un personaggio fra loro e il pubblico per poter offrire questo prezioso pezzo nascosto di sé, un alter ego, un’altra persona. “Dategli una maschera e vi dirà la verità” diceva Oscar Wilde (o forse Batman, fate voi, nessuno dei due si offende).
Di seguito trovate 5 brani interpretati dalle ingombranti “voci nella testa” di famosi artisti.
- David Bowie- Ziggy Stardust
David Bowie è universalmente riconosciuto come genio. La sua musica parla molto prima della sua stravaganza, ma basare un intero album su un “emissario bisessuale delle forme di vita aliene” ha di certo contribuito al giustificatissimo successo del disco The Rise and Fall of Ziggy Stardust and the Spiders from Mars. Inutile aggiungere altro se non sinceri complimenti alle forme di vita aliene per la scelta dell’emissario.
- Eminem- The Real Slim Shady
Come mai un rapper che non le manda a dire ha bisogno di un alter ego? Il motivo è da ricollegare al compianto Proof che mentre assemblava i D12 cercava dodici rapper ma alla fine è riuscito a dire un grosso SI’ solo sei. La soluzione? Ciascun rapper si è creato un alter ego ed ecco quindi la Dirty Dozen. Le voci di Eminem e dello squillante Slim Shady sono diverse, i testi anche. Il pezzo, The Real Slim Shady, è una bomba: una consacrazione al grande pubblico con un pezzo che critica il grande pubblico.
- Daft Punk- Around the World
L’album Homework è il primo dei Daft Punk ed è un paradigma per la musica elettronica. Homework, come i febbricitanti compiti da fare tornati da scuola, come i manuali di istruzione dei sintetizzatori letti ossessivamente dal duo francese una volta al mese per padroneggiarli al meglio. È inutile parlare di chi ci sia dietro i due robot, i due robot sono i Daft Punk.
- Childish Gambino- Sweatpants
Non basterebbero quattro vite per eguagliare i successi schizofrenici di Donald Glover. Con una mano scrive un album interpretando il personaggio di Childish Gambino, con l’altra ritira due Golden Globe per la sua serie TV Atlanta trovando il tempo per comparire anche nell’ultimo Spiderman. Sweatpants è un pezzo rap incredibile e ricco di virtuosismi: Childish Gambino interpreta The Boy, un personaggio in cerca di sé stesso (come dargli torto, eh). Un alter ego dentro un altro alter ego? Sedate Donald Glover!
- Gorillaz- Clint Eastwood
Nel 2001 le regole della musica sono cambiate perché in Europa in cima alle classifiche troviamo un singolo di un gruppo che fisicamente non esiste. Nonostante i Gorillaz siano (SPOILER ALERT) il frutto della mente del frontman dei Blur Damon Albarn e del fumettista Jamie Hewlett, il gruppo ha un’identità propria ben definita e i componenti hanno una storia che prosegue perennemente a cavallo fra finzione e realtà (i Gorillaz saranno pure un cartone animato, ma fanno concerti in carne e ossa). Curioso come una canzone sull’essere sotto l’effetto di droghe venga usata per pubblicizzare un conto deposito online. Semplice misinterpretation? Può darsi, forse.
Michele Deantoni