Finalmente una gioia: i nostri libri del 2020

Finalmente una gioia: i nostri libri del 2020

Finalmente una gioia: i nostri libri del 2020

“Io sono nata qui e in questo paese ce la farò, non posso permettermi di non farmi il culo, lo so che sarà tosta quando arrivo sul mercato del lavoro ma sai una cosa, Yazz? io non sono una vittima, non trattarmi mai come una vittima, mia madre non mi ha cresciuta per farmi diventare una vittima”
(Ragazza, donna, altro, Bernardine Evaristo)

Una delle poche, sparute gioie del 2020 è stata l’abbondanza di tempo che siamo stati costretti a trascorrere nelle nostre case. La definiamo “gioia” in quanto per alcuni di noi si è tramutato immediatamente in maggior tempo a disposizione per potersi tuffare in letture dimenticate per troppi anni sugli scaffali impolverati. Altri, invece, hanno faticato a concentrarsi sulla lettura, soprattutto a causa dello spaesamento del primo lockdown.

Quel che è certo è che nel 2020 non ci sono mancati i titoli che ci abbiano fatto sobbalzare e dire ad alta voce – come il Rob Gordon di Alta Fedeltà – che sì, i libri (e così i film e i dischi) contano. Anzi, non solo contano: quelli importanti hanno qualcosa da dire a noi – proprio a noi! – sul nostro stare al mondo ogni giorno, sono esperienze realmente trasformative.

Abbiamo messo insieme le teste e ne abbiamo scelti dodici.

In un anno che ci ha tolto ogni idea di abitudine e possibilità di fare programmi anche a breve termine, le parole contenute in queste pagine ci hanno aiutati a stare in piedi e a capire/capirci meglio nel qui e ora: speriamo possano fare lo stesso effetto anche a voi.

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Finalmente una gioia. I libri del 2020 #1


RAGAZZA, DONNA, ALTRO, di Bernardine Evaristo (SUR)


Non c’è classifica di fine anno, quest’anno, che possa permettersi di ignorare Bernardine Evaristo.

Ragazza, donna, altro (SUR) è una detonazione al centro del suo e del nostro tempo: è un romanzo corale urgente, arrabbiato e politico, scritto in uno stile tagliente, diretto e fulminante. Ogni capitolo è una voce femminile che si racconta, si sfoga e compone un mosaico del Femminile assolutamente contemporaneo: diverse generazioni di donne, ciascuna con la propria storia e la propria personalità, mostrano che cosa voglia dire crescere, amare e farsi strada in una società maschilista, razzista e omofoba.

In futuro, per conoscere quale fosse la condizione di moltissime “ragazze, donne e altro” nel XXI secolo d’Occidente, interrogheranno le pagine di Evaristo.


OHIO, di Stephen Markley (Einaudi)


C’è tantissima America dentro Ohio di Stephen Markley. Così tanta da sembrare un reportage involontario. Un documentario abilmente montato con la maestria narrativa di un grande romanzo sulla perdita dell’innocenza, calato in (o estratto da?) un microcosmo dell’Ohio.

La trama con i suoi personaggi. L’attualità che la travolge e alimenta le loro gesta (quando non viceversa). La caratterizzazione psicologica e umana dei protagonisti. Insomma: è un viaggio bello e necessario.
Ora struggente, ora rivelatore. Certamente crudo e intenso.

In conclusione, Ohio è un romanzo del quale senti di fidarti perché la senti tutta quanta l’America che contiene. Quella meno nota. Quella della maggioranza che ci è forse troppo spesso sfuggita per sorprenderci quando meno avremmo voluto.


STEVE JOBS NON ABITA PIÙ QUI, di Michele Masneri (Adelphi)


In casa Adelphi, quest’anno, si è giocato il derby fra i due titoli che chiunque sia interessato a questioni tech si è trovato quasi costretto a leggere. Ma se La Valle Oscura di Anna Wiener è un memoir tanto efficace nella prima parte quanto fumoso nella seconda – cosa sta cercando di dirci, riguardo al capitalismo startupparo californiano? Quali sono le prospettive, se ce ne sono? Che oggetto è, questo libro? – Michele Masneri ci ha invece regalato un reportage dal notevole valore letterario che incidentalmente è anche una raccolta di racconti brucianti.

Se vi state domandando come mai il mondo vi sembri andare a rotoli ogni giorno di più e in modi sempre meno logici e razionali, Steve Jobs Non Abita Più Qui vi offre un accesso laterale alle vite di gente cui avete dato le chiavi della vostra vita quotidiana: lette queste pagine – bellissime, esilaranti, allucinanti – avrete le idee un po’ più chiare sulla risposta.

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Finalmente una gioia. I libri del 2020 #2


CLUB GODO, di Jüne Plã (L’Ippocampo)


Viviamo nel mondo in cui Instagram e Facebook censurano i capezzoli, ma non i fascisti. Oggi più che mai, costantemente bombardati da immagini del corpo, abbiamo bisogno di un libro capace di parlare di sesso in maniera intelligente e fuori dai soliti schemi sessisti, che ci insegni innanzitutto che il piacere è un diritto. Di tutti. Jüne Plã ci prova (e in gran parte ci riesce) con Club Godo: un manuale di pratiche sessuali, un piccolo compendio di anatomia e fisiologia degli organi sessuali e soprattutto una lettura divertente e divertita, che non ha paura di giocare con noi e la nostra sessualità.

Quanto conosciamo dei nostro corpo? E di come usarlo? Club Godo ci porta ad esplorare quei recessi (fisici e mentali) che spesso la società vuole tenere nascosti (pur ostentando i corpi).

E che soprattutto ci insegna come godere e far godere sia la prima e unica regola nell’amplesso: non importa come, con chi, con cosa. Queste sono solo sovrastrutture: il piacere solo conta. E allora usiamo questo pratico manuale da soli, in coppia, in quadriglia, in formazione d’attacco, a due a due finché non diventan dispari o come cavolo ci pare. In libertà, finalmente.


QUESTA È L’AMERICA, di Francesco Costa (Mondadori)


Una lettura fondamentale per capire – senza annoiarsi mai! – gli Stati Uniti di oggi. Quel Paese che è stato in grado di eleggere, a pochi anni di distanza, prima Trump e poi Biden (e Harris). Come è stato possibile tutto questo? Ci sono ragioni profonde e meno scontate di quanto saremmo portati a pensare. Francesco Costa le racconta con una passione e una competenza incredibili: merce rara di questi tempi.

Un grande pregio di questo saggio è l’aver preso molti dei luoghi comuni che tutti quanti noi (italiani, forse europei) avevamo sugli USA – spesso perpetrati da un certo giornalismo superficiale – l’averli smontati e poi spiegati ex novo. Non vediamo l’ora di leggere la sua nuova opera in arrivo a gennaio 2020. Protagonisti sempre loro, gli USA, Joe Biden, Kamala Harris e una nazione da ricostruire. Una storia americana, appunto.


AVERNO, di Louise Glück (Il Saggiatore)


Il 2020 è stato l’anno del Nobel per la letteratura a Louise Glück — alla sua poesia e alla sua “austera bellezza”.

La magia di Louise Glück è la totale mancanza di artificio, di finzione, di ipocrisia: si entra subito in confidenza con la sua parola nuda ed esatta, intima e quotidiana; si entra subito in confidenza con la sua voce bassa e stanca, sincera e crepuscolare; ci si sente subito suoi confidenti e suoi co-cospiratori, coinquilini del medesimo vuoto e del medesimo silenzio.

Il Nobel di quest’anno è vicino e altissimo, familiare e classico insieme: il volto di Glück potrebbe essere quello di una nostra amica ed è allo stesso tempo un volto eterno di Fidia.

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Finalmente una gioia. I libri del 2020 #3


BORGO SUD, di Donatella Di Pietrantonio (Einaudi)


L’Arminuta diventa grande, si fa donna e si scontra con la vita. Non siamo più nella campagna dell’Abruzzo ma in città, a Pescara. Una Pescara periferica e marinara, sicuramente caratterizzata come degradata.

Questo “seguito” è tutto incentrato sui dualismi e sulle diverse fortune (apparenti) che una diversa condizione economica può offrire, una condizione che però nulla può quando bugie e sconvolgimenti inattesi democratizzano la sofferenza. A ognuno la sua, viene da pensare, forse con una summa banalizzante ma inevitabile di fronte a una trama in fondo semplice ma narrata attraverso una scrittura di estrema bellezza.

La Di Pietrantonio, anche con Borgo Sud (Einaudi), si lascia divorare nello spazio di un lento pomeriggio invernale.


IL TEMPO E L’ACQUA, di Andri Snær Magnason (Iperborea)


Mentre si è immersi nella lettura, impegnati a seguire il filo logico dei discorsi di Andri Snær Magnason, quasi non ci si rende conto di quanto Il Tempo e l’Acqua sia un ibrido singolarepamphlet ecologista, dialogo lirico tra un islandese e la natura, racconto autobiografico a spasso tra le fotografie dei nonni tra ghiacciai islandesi in via d’estinzione.

Una strategia comunicativa inusuale ma perfettamente funzionale, che obbliga a prendere coscienza dell’elefante nella stanza del dibattito pubblico dei nostri tempi, troppo grande per poter essere raccontato e affrontato: la crisi climatica.

Procede per accumulo, Magnason, e d’improvviso ci si trova travolti dall’enormità del cambiamento in atto e dalle conseguenze delle contraddizioni del sistema economico e produttivo che ci siamo scelti. Il Tempo e l’Acqua ha il passo calmo e sicuro di un ragionamento coerente, che finisce in un motto inevitabile: “voi create il futuro ogni giorno che passa”.


QUESTA STRANA E INCONTENIBILE STAGIONE, di Zadie Smith (SUR)


Questo piccolo libro è la prova che la scrittura è sempre un’eterna alleata, un sostegno in periodi che mai avremmo immaginato di vivere e vedere sotto i nostri occhi. Dalla pandemia ai mesi di violenza in USA, Zadie Smith analizza la prima metà di questo anno folle, con il suo stile unico sempre attento ai dettagli e al legame fra passato e presente. Nasce così una piccola guida che è uno dei primissimi tentativi per capire Questa strana e incontenibile stagione.

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Finalmente una gioia. I libri del 2020 #4


HELGOLAND, di Carlo Rovelli (Adelphi)


“Possibile che qualcosa sia reale rispetto a te ma non rispetto a me?”

Che cos’è la realtà se non interazione? E una stella esiste soltanto se io, altra entità, la guardo? Carlo Rovelli racconta di aver scelto di studiare fisica perché era curioso, curioso del mondo che lo circondava e di tutto il mistero che si portava appresso. I suoi saggi sono divulgativi, non hanno come pubblico di riferimento fisici e scienziati pluripremiati, non spaventatevi.

Pubblicazione dopo pubblicazione, noi comuni mortali avulsi dalle dottrine quantistiche, continuiamo ad essere incredibilmente affascinati dalle parole di Rovelli, pur capendone – mediamente – soltanto un decimo. Tuttavia, per il terzo saggio di fila pubblicato da Adelphi, ci sembra quasi di accarezzare sempre più da vicino un mondo fenomenale, in grado di farci ridimensionare ogni apparente e insormontabile problema, ricordando ciò che siamo: minuscoli puntini in un immenso universo che – forse – non finiremo mai di scoprire.


LA DONNA DEGLI ALBERI, di Lorenzo Marone (Feltrinelli)


Una sorpresa sicuramente inattesa. La donna degli alberi (Feltrinelli) riporta alla gioia riparatrice de Le otto montagne di Cognetti, sbalzandoci in cima a osservare lo scorrere di un anno intero. Non ci sono nomi, ma nomignoli. Non luoghi precisi, ma descrizioni perfette. Così, la montagna de La donna degli alberi può diventare il rifugio di chiunque legge, di chi ha bisogno di un altrove dove riparare e ripararsi (significato a piacere).

C’è la natura con tutta la sua potenza superiore. C’è una prosa speciale ma non retorica. C’è uno studio attento dei dettagli. C’è la fotografia di una vita che non conosceremo fino in fondo. Una ferita che sanguina senza che ne si conosca l’oggetto contundente. Eppure La Donna Degli Alberi alla fine sembra di conoscerla (o riconoscerci).


LA CITTÀ DEI VIVI, di Nicola Lagioia (Einaudi)


Lagioia racconta uno dei più crudeli episodi di cronaca nera che abbiano scosso la Capitale negli ultimi anni. Nel 2016, l’omicidio Varani ha occupato i notiziari del Paese per giorni interi, i giornalisti si accalcavano davanti alle abitazioni di Marco Prato e Manuel Foffo, i due imputati, le telecamere non davano tregua alle tre famiglie improvvisamente coinvolte in un dramma atroce.

La città dei vivi va a scavare in un pozzo profondo come di rado se ne sono visti, nell’efferatezza di un omicidio apparentemente senza movente, nella parte più oscura e indicibile dell’essere umano. Non è un romanzo che si legge, è una storia che si divora, galoppando tra le pagine di fatti realmente accaduti, tra le testimonianze degli amici di Luca Varani e degli ospiti delle feste LGBT+ più popolari di Roma, quella stessa Roma così abbandonata a se stessa, così degradata e così irrimediabilmente viva.


Consigli di redazione a cura di Alessandro, Francesca, Francesco, Gabriele, Nellie e Stefania





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