Franz Kafka’s It’s a Wonderful Life, di Peter Capaldi
Non è uno strano video trovato passeggiando nel meandri weird di YouTube, ma un cortometraggio pluripremiato. Eppure l’idea di fondo e la sua realizzazione lo fanno entrare a pieno diritto nel lato assurdo dell’internet. Peter Capaldi (scrittore, attore, regista e l’ultimo Dottore del Dottor Who) ispirato dal sacro humor inglese decide di prendere la figura dello scrittore Franz Kafka e di mescolarla con la trama di It’s a wonderful life, film (buonista) di Frank Capra (buonista pure lui). Il risultato è divertente e straniante, ma al contempo magistralmente realizzato.
Kafka si trova davanti al blocco dello scrittore: in cosa può trasformarsi il suo personaggio Gregor Samsa? La vita dello scrittore è rappresentata come un film gotico, espressionista, con inquietanti stanze spoglie, architetture non del tutto plausibili e molte riprese dal basso, che allungano le forme. La luce colpisce Franza Kafka (interpretato da Richard E. Grant) ad esaltarne i chiaroscuri, gli occhi infossati, l’espressione stralunata. Le possibili trasformazioni – esilaranti – sono realizzate come scene di film muti dei primi del novecento.
Tutta la vita del giovane scrittore è assurda e, a suo modo, “kafkiana”. Il suo processo creativo viene continuamente disturbato da strani figuri, inquietanti arrotini che hanno perduto l’animaletto da compagnia, strane educande che ballano facendo i canguri, una venditrice di costumi da carnevale. Tutti alla porta dello scrittore, che rischia di cadere nel baratro della follia. La scena forse più alienante di tutti (anche più della “sigla finale”), è lo scioglimento della trama, dove Frank Capra occupa lo spazio filmico con neve, buoni sentimenti e regali (strani regali, stranissimi regali).