Frammenti di un discorso amoroso
Cinque poesie per cinque canzoni
Da bambina giocavo a trattenere in bocca quanti più acini d’uva possibile. Aggiungerne uno in più era per me motivo di grandissima soddisfazione, tranne quando poi finivo per soffocarmi e sputarli tutti sulla tovaglia bianca della cena. Less is more per me non è detto che abbia sempre ragione e, per citare un famoso film con Meryl Streep, a volte più è più. E non parlo solo della pizza con le patatine, o della panna montata sulla Sacher Torte, ci mancherebbe.
Quando, regalandomi Frammenti di un discorso amoroso di Roland Barthes, Elisa mi scrisse per dedica, nella sua bella grafia tutta gommosa, che il libro mi sarebbe servito perché tanto, prima o poi, mi sarei innamorata, cominciai a collezionare tutta una serie di citazioni, poesie, racconti e canzoni da playlist perché io – a quel momento – ci volevo arrivare preparata.
Leggevo il Discorso e ad ogni voce, ad ogni Frammento, più che cercare riscontro nella realtà delle cose, cercavo altre citazioni che completassero Barthes e rendessero un po’ più mio, un po’ più individuale e personale, questo discorso amoroso di cui tutti sembravano sapere tutto. Immaginerete, forse, una scatola blu sotto al letto, piena di ritagli e pizzini.
A quel momento ci sono poi arrivata preparatissima, infatti non ci capisco niente.
Ci sono arrivata con una pila di libri, che mi è crollata addosso al primo gradino. Con un carretto di mele, che si è rovesciato alla prima curva. Con tante primule nella gonna, che sono volate via al primo scherzetto di vento.
Il mio discorso amoroso, come quello di chi non riesce a ripiegare una cartina stradale nel modo corretto, non può che essere confuso, obliquo, surriscaldato, ed emotivo: costruito spregiudicatamente sulla filosofia del più è più (perché sputare un solo rospo, quando si può invocare un’invasione biblica di rane?). Se non è questa, la poesia.
«Nel mondo ci sono i suoni».
Ah sì?
E qualcosa li accoglie
e li abbandona?
Vie di mare,
perdute e abissali.
L’universo ha un centro,
ma per abbracciarsi si fa così:
ci si avvicina lentamente
eppure senza motivo apparente,
poi allargando le braccia,
si mostra il disarmo delle ali,
e infine si svanisce,
insieme,
nello spazio di carità
tra te
e l’altro.
(da “La bambina pugile”, Chandra Livia Candiani, Einaudi, 2014)
Carena dei fianchi contro carena dei fianchi.
Albero motore del cuore contro albero motore del cuore.
Eliche dei piedi che si inceppano ad intreccio.
Perno della mano che gira nel suo filetto.
Perno dell’altra mano che sgrana per il troppo ardimento.
Marmitta della bocca che sfiata calda sulla spalla.
Mistero del fiore che si inabissa nell’oro della sua corolla.
Ventre che s’incunea nel cavo della roccia.
Ventre che s’assomiglia nella meraviglia che lo agita.
Filamento di saliva che unisce lingua con lingua.
Balcone degli occhi oltre il quale ti affacci, è mio
il panorama che prolunga
l’orizzonte oltre.
Con un bacio cucio la mia anima alla tua.
Con un bacio ti insegno il mio baricentro, il mio
sangue obbediente e il mio niente
che ti trema nelle orbite come l’acqua di una lacrima.
Sangue della lacerazione, della prima volta.
Corpo che combacia corpo nel pieno
della sua vigilia.
Corpo che si allaga di piacere, rubinetto
rotto “ti amo non voglio lasciarti mai”.
(da “Pietra lavica”, Francesco Iannone, Nino Aragno Editore, 2016)
♫ Ysabel’s Table Dance – Charles Mingus
si apre un vuoto tra le cose
e in mezzo il pieno dei tuoi occhi
“eccomi”, dicono, “sarò nuda”
mentre stacchi un piede da terra,
“chiedo di essere amata
e guardata
nel palmo aperto delle mani”,
domani sarai polvere nel prato
come un animale sdraiato
a guardare la fuga dei rami
“eccomi”,
mi chiami, così bianca
nella luce, così intensa,
sei sul punto di fare un passo avanti
con le labbra ferme,
terribilmente serie, senti
di essere pronta a cibarti dalle mani.
(“bianca”, da “L’indifferenza naturale”, Italo Testa, Marcos y Marcos, 2018)
Ti scrivo dal balcone
dove resto ancora un poco questa sera
a guardare l’orto al sole di settembre
a mangiare pane e olio e foglie piccole di basilico
ti scrivo meno fiera di quello che vorresti
sono una donna forte sì
ma con anche continue tentazioni di non esserlo
di lasciarmi sciogliere d’amore al sole
e carezzarti e baciarti un po’ di più di quello che tu vuoi
ti scrivo dal balcone
guardando il fico pieno di frutti
e il pero con le foglie malate
ho qualche pensiero triste
e due o tre sereni.
(“Lettera dal balcone”, Vivian Lamarque, Mondadori, 2002)
♫ Ain’t no Mountain High Enough – Marvin Gaye & Tammi Terrell
Vinci se perdo: se vinco
nelle scommesse contando i petali
di margherita, i bottoni al vestito,
i passi con cui pedino e azzardo
sul lastrico i bordi listati
di musco, di catrame; vinci
anche se mi annienti or ora o fai
che viva in eterno per te, se chiari
se neri dei giorni i sassolini allineo
o intravedo tuffandomi e sfioro
fondali d’infanzia al barlume
d’oro spezzato; vinci
facilmente, troppo, ma non desistere amo
e finché posso, punto.
(“Vinci”, da “Sempre altrove”, Federico Hindermann, Marcos y Marcos, 2018)
♫ A King and a Queen – Okkervil River
Ringrazio il mio guru musicale e amico dolcissimo Francesco: per avermi accompagnata lungo il discorso scegliendo per ogni poesia una canzone. Potete leggere qui i suoi meravigliosi articoli, e vi consiglio col cuore di farlo. Perché se è vero, per citare Barthes, che il discorso amoroso è oggi d’una estrema solitudine, io considero questa solitudine solo rispetto all’Altro – che se ne sta fluttuante nello spazio come una medusa-astronauta – ma non anche rispetto agli Altri, e con altri intendo: tutti gli altri indifesi compatrioti, i piccoli Werther sparsi per il mondo, innamorati.
Che meraviglia di articolo. Che meraviglia di testi citati. Direi che la Trombetta suona forte e chiaro, e ha trovato il suo stile. Brava!
Grazie grazie grazie!
Ho cercato di scegliere le poesie fra la poesia italiana degli ultimi anni: io stessa mi sono stupita di quanta bellezza e di quanta ricchezza si possano trovare fra gli autori italiani più contemporanei (e un punto d’onore in più va riconosciuto alla Marcos y Marcos, che sta investendo molto sulla poesia e sta facendo un ottimo lavoro).
Grazie ancora, per aver letto l’articolo e per i complimenti. Sono molto molto contenta!