Ford v Ferrari, coinvolgimento e motori

Ford v Ferrari, coinvolgimento e motori

Di macchine da corsa non capisco un bel nulla, e l’idea di una gara automobilistica della durata di 24 ore mi fa onestamente accapponare la pelle. Ciononostante, Ford v Ferrari, diretto da James Mangold (Walk the Line!) riesce a coinvolgere anche lo spettatore più incolto fin dall’inizio; per la maggior parte della durata del film, ho dimenticato la mia profonda antipatia per l’industria automobilistica. Ed è proprio all’interno dell’assordante cuore di questa che la storia incomincia: Henry Ford II (Tracy Letts), fendendo la folla di impiegati tremanti con l’incedere e dignità di un re, ferma i motori della sua fabbrica e, con voce tuonante ed americanissima retorica, si rivolge ai suoi operai e dirigenti, esigendo da loro un’idea, un’idea qualsiasi ma brillante, capace di donare nuovo lustro al nome Ford.

È questo che spingerà uno dei suoi dirigenti più visionari a farsi avanti con un’idea che, all’epoca, dire risibile era dire poco: realizzare una macchina da corsa Ford in grado di sconfiggere l’inarrivabile Ferrari a Le Mans, la sopramenzionata gara automobilistica di 24 ore, vinta da Ferrari anno dopo anno. Simboli di qualità, eleganza, bellezza e sex appeal, negli anni ’60 nessuna officina era in grado di competere con le creazioni di Enzo Ferrari. La sfida sembra persa in partenza, ma il buon signor Ford, che, se non proprio un campione di simpatia, stupido proprio non era, si lascia convincere; d’altronde, nessun imprenditore con un minimo di orgoglio vuole sentirsi dire che i suoi prodotti sono sinonimo noiosa affidabilità e robustezza!

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Considerate queste premesse, non possiamo trattenere una risatina quando la faccia abbronzata e sporca d’olio di un Christian Bale più rozzo che mai fa la sua comparsa sullo schermo; vestendo i panni del meccanico e pilota di auto da corsa inglese trapiantato in America Ken Miles, Bale ci ammalia fin dalle sue primissime, ben riuscite scene – che stia insultando un cliente che non sa guidare la sua macchina sportiva come si deve, o sventolando minacciosamente una chiave inglese in faccia al poveraccio che ha avuto l’ingrato compito di dover squalificare la sua macchina per un’irregolarità tecnica, Miles ci conquista, con i suoi modi burberi e la sua faccia bruciata dal sole.

Grande amico e collega (in pensione) di Miles è Carroll Shelby, interpretato da Matt Damon, il cui faccione squadrato seminascosto dagli occhiali da guida è il protagonista della sequenza di apertura del film. Uno dei pochi piloti americani a vincere la completamente folle, epica Le Mans, Shelby è costretto ad abbandonare la carriera competitiva a causa di problemi al cuore; il suo immenso amore per le automobili si vede pertanto costretto ad essere incanalato nella vendita e nella progettazione, campi in cui la sua abilità non è seconda a quella da pilota. Tanta passione verrà ben presto ricompensata, in quanto il pubblicitario idealista che era riuscito a convincere Mr Ford a lanciarsi nella suddetta folle impresa, si rivolgerà proprio a lui; concedendogli carta bianca e la libertà di scegliere il proprio team, la Ford incarica Carroll Shelby di realizzare la macchina da corsa che batterà Ferrari alla prossima Le Mans. E quale pilota potrà mai scegliere Shelby per tale assurda, pazza avventura, se non il selvatico e imprevedibile asso del volante Ken Miles?

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Come ogni buon film sullo sport, Ford v Ferrari sceglie di concentrarsi sui suoi protagonisti e le loro storie, che si rivelano essere assai più complessi ed affascinanti delle stupende auto che guidano – ed è dire tutto! Le dosi di meccanica che ci vengono propinate sono esigue e ben distribuite, tanto che riescono a suscitare sincera ammirazione anche nello spettatore più ignorante (come me, appunto). Tutte le piccole e grandi ingegnose trovate per migliorare le prestazioni del veicolo, le prove tecniche e teoriche, i minuziosi, infiniti ritocchi a carrozzerie che sembrano perfette; insieme a Miles e Shelby entriamo un mondo puzzolente, rumoroso e intriso di testosterone che si rivela essere molto, molto di più. Ma è sopratutto, ovviamente, la passione dei due uomini a rendere questa storia indimenticabile. Nonostante le sue due ore e mezza, il film scorre rapido e piacevole, e grazie al suo ritmo discontinuo, le lunghe gare cui ci ritroviamo ad assistere non sono affatto pesanti, anzi!

Matt Damon e Christian Bale funzionano alla grande insieme, nonostante (o grazie a?) tutta la mascolinità che sprizzano da ogni poro – la favolosa scazzottata tra i due è una deliziosa scenetta che, oltre a rappresentare una svolta nel rapporto tra i due uomini, ammicca al pubblico, invitandoci a non prendere troppo sul serio tutto il machismo del film – e sono incorniciati da personaggi secondari di discreto spessore, come la bella moglie di Miles (interpretata da Caitriona Balfe) ed il loro adorante pargolo (Noah Jupe), o i due dirigenti Ford (Josh Lucas e Jon Bernthal) che si scontrano senza esclusione di colpi per il controllo del progetto.

Ritratto di due persone che sacrificano molto, forse troppo, ma senza rimpianti, alla loro più grande passione, Ford v Ferrari è un riuscitissimo prodotto di intrattenimento che, nonostante le sue mancanze (tra cui l’esiguo ruolo italiano cui il titolo ammicca, ma che è in realtà assai striminzito – per quanto godibile), ci regala un’avventura che rimane con noi oltre la sua visione.

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