Fire Will Come | Oliver Laxe e la fragilità umana della natura
Oliver Laxe è un giovane e talentuoso regista, nato a Parigi e cresciuto poi in Spagna e Marocco. Laxe non è nuovo al successo cinematografico: i suoi primi due film sono stati proiettati al Festival di Cannes: You All Are Captains (Premio FIPRESCI, 2010) e Mimosas (Gran Prize, Settimana della critica 2016). Fire Will Come, invece, è il suo terzo film ed è stato proiettato nella sezione “Un Certain Regard” al Festival di Cannes 2019, dove si è aggiudicato il Premio della Giuria.
Nel 2019, in un magico mondo pre-covid, ho avuto la fortuna di incontrarlo alla seconda edizione del Global Science Film Festival di Zurigo che ha come scopo primario la divulgazione della scienza e la sensibilizzazione all’ambiente attraverso il potere del cinema. Siamo a novembre e la platea del Filmpodium è gremita. Quando sale sul palco, Laxe introduce il film al pubblico dicendo semplicemente: “Try to feel it on your skin” e, d’improvviso, la sala cinematografica si fa silenziosa, più attenta alla proiezione.
Fire Will Come (in spagnolo O Que Arde – MA QUANTO è BELLO?) è la storia di un colpevole, Amador Coro, condannato per aver provocato un incendio doloso. Quando esce dal carcere nessuno lo sta aspettando: il mondo non si può certo fermare ad aspettare gli sconfitti. Ambientato in un minuscolo villaggio della Galicia rurale, nell’estremo nord occidentale della Spagna, il film racconta l’emarginazione di un uomo che torna a vivere con la madre, ormai anziana, e le loro tre mucche.
Fire Will Come è un racconto umano, reale come può esserlo soltanto la natura stessa, l’esistenza fuori dal tempo degli animali della fattoria, lo scorrere della vita ai confini del mondo. L’emarginazione dalla società mi ha ricordato il Joker di Todd Phillips, dalla sintonia che il pubblico non può evitare di provare con il “colpevole” al rapporto curiosamente patologico con la madre. Quella stessa madre da cui cercano entrambi i protagonisti di emanciparsi, ma cui rimangono visceralmente legati, in quanto figura salvifica, anche quando Benedicta si ritrova a salvare Amador dal pestaggio.
Fire Will Come tiene lo spettatore incollato allo schermo per tutti i 90 minuti di pellicola, perché include al contempo amore, criminalità, commitment e fragilità della natura. Nei film di Oliver Laxe, del resto, tradizione e modernità convivono sempre. E la fragilità umana emerge in sintonia con quella della natura. In fondo, saper affrontare la fragilità stessa, propria e altrui, e capire come superare anche gli attacchi più duri, anche solo riaccogliendo “i colpevoli”, tutti gli Amador Coro e i Joker, con un abbraccio, a noi umani suona a dir poco come un superpotere. Eppure, è ciò che la natura attua costantemente.
“Anche io mi sento colpevole, come tutti noi dovremmo essere, in quanto semplici consumatori”
– dice Oliver Laxe al pubblico.
In realtà, alcuni spettatori alla fine della proiezione pensano che Amador sia innocente. E il registra lascia apposta ambiguità in merito. Anche a domanda diretta, evita la dicotomia. “Non mi importa se Amador è innocente o colpevole, ma vorrei per lui che fosse reintegrato in società. Noi per primi dobbiamo capire, anzi, noi artisti dobbiamo invitare le persone a provare empatia anche verso chi ha commesso degli errori.”
E a pensarci bene, alla fine del film, emerge un sentimento di empatia verso tutti: nei confronti dei contadini, che hanno visto i loro terreni andare a fuoco, nei confronti della madre verso il figlio che le causa pubblico ludibrio e sconforto e nei confronti di Amador, naturalmente, il più “colpevole” di tutti i colpevoli. Alla fine della pellicola, si possono percepire tutti gli stati d’animo dei protagonisti, anche se forse non li capiamo o non li condividiamo. Ma questa è arte. Pur senza morale cristiana, anche l’arte può diventare religione, se ci lega gli uni agli altri.
“You hurt because you’re hurted”
– aggiunge il regista.
Questa frase, per altro, mi ha riportato subito alla memoria un passo della biografia di Steve Jobs, dove Isaacson, descrivendo il mancato riconoscimento della paternità di Lisa da parte di Jobs, dichiara che “chi è stato abbandonato, abbandona”. Non vorrei che suonasse come una giustificazione, solo un tentativo di comprendere, di riconoscere il dolore dell’altro.
Tutte le riprese di Fire Will Come sono immerse nella realtà della Galicia. Per altro, le immagini degli incendi, così vividi e luminosi nel buio della notte, sono tutte reali. Non si tratta quindi di scene costruite ad hoc (la natura parzialmente ringrazia per questa bontà d’animo).
Del resto, in Galicia non è raro imbattersi in un incendio in corso. Oliver Laxe stesso afferma di aver trascorso moltissimo tempo con i vigili del fuoco, studiando il fuoco stesso e cercando di interpretarne il comportamento e le modalità per domarlo.
Ma anche il suo significato politico, biologico, sociale: Laxe cerca di farci percepire il fuoco come stato ardente e simbolo del passaggio del tempo. Spoiler: gli incendi creano cambiamenti nel clima terrestre che si rivelano unici e irripetibili.
Non solo gli incendi e la natura nel senso più stretto del termine, ma anche gli animali ripresi e la maggior parte delle comparse del film sono rubati dalla vita reale: sono per lo più persone che il regista conosce davvero, non sono attori professionisti. Laxe si limita a riprendere quello che sono veramente e quello che hanno rappresentato anche nella sua infanzia, quando era solito trascorrere le estati in Galicia. Sua madre, racconta, è nata proprio in quel villaggio, ora praticamente abbandonato.
“La bellezza è sempre fragile. Le persone sono rotte, abbiamo cuori infranti, abbiamo fratture. Mi piace Amador e mi piace Benedicta. La loro vita non sembra “confortable” per i tempi moderni, eppure i protagonisti riescono a soddisfare le loro esigenze e i loro interessi. E questo per me è libertà. Hanno tre mucche, un cane, la famiglia. C’è tutto.”
E lo spettatore non può che lasciare la sala portandosi negli occhi la figura di Amador Coro, che si rivela un personaggio di acuta sensibilità, ma che non ha gli strumenti per stare al passo con la modernità, ancora così poco sensibile all’essere fragile.
Inutile dirvi che in spagnolo il nome “Amador” significa “colui che ama”.
TITOLO | Fire Will Come
REGISTA | Oliver Laxe
ANNO | 2019