Finite le scuse: arriva Megabus!

Finite le scuse: arriva Megabus!

Ferragosto si avvicina e voi non avete ancora pianificato nulla, i vostri amici in Italia vi vogliono trascinare a destra e a manca, i vostri amici emigrati all’estero vi hanno già invitato ufficialmente quelle tre o quattro volte ma niente da fare: il vostro portafogli piange, vi resta solo il costume flashy di quando avevate dodici anni, avete il gatto obeso da sfamare e la vostra valigia manco ha le ruote.

Alias, NO WAY OUT.

Invece no. Avevate tutte le buone scuse del mondo (anche se la storia dello slippino imbarazzante funziona solo per le destinazioni marittime) e arriva questa nuova compagnia di bus a gettare tutto all’aria. Direttamente dal Regno Unito, dove spopola da anni, se ne esce tale “Megabus” che si lancia sul mercato italiano in piena estate, proponendo svariati tragitti internazionali. E fin qui ancora ancora, dite voi…ma no! Prezzi stracciati, raga! Da Milano a Parigi a 1€, robe che vi costa di più il biglietto della metro o la bottiglietta d’acqua – vivamente consigliata peraltro -.

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“Si vabbè ma dicono 1€, poi sarà un sacco di più, figurati.” Obiezione accolta: effettivamente ci sono delle spese pari a 50 eurocents per prenotazione e, son proprio infidi, il biglietto non è rimborsabile nè cedibile. Poi alcune tratte costano un pò di più, tipo Londra (in centro eh, mica al solito aereoporto in Cornovaglia), raggiungibile dalla fermata metro Lampugnano con un venti/trenta euro a seconda dei periodi.

Megabus - Logo
Megabus – Logo

Ammettendo il legittimo dubbio che tutto ciò fosse una tremenda bufala (gomblottooo) e volendo estirpare il pessimismo dilagante del Nonviaggiatore, la coraggiosa sezione Travel ha sperimentato per voi tre tratte, andate più o meno così:

  • Lione –> Milano
    Partenza comoda comoda alle 3 di notte di un venerdi (che poi in realtà è la mattina di sabato, dettaglio importante quando prenotate online sul sito megabus.com, l’esperienza insegna!). Qui lo scetticismo è alle stelle, soprattutto dopo un quarto d’ora di vana attesa e nessun segno di vita. Ma eccolo che arriva: silouhette blu e un logo da fare invidia a tutte le bambole dei peggiori film dell’orrore. E’ proprio lui.
    Stato comatoso dilagante, si dorme un po’ come si puo’, ma si  dorme! Pero’quanto avreste voluto essere contorsionisti o anche solo aver preso più sul serio quel corso di yoga.
    Sosta a Torino con un’ora di anticipo, colazione in autogrill (ma hanno solo libri di Camilleri, vi pare possibile!?) e arrivo a Milano un buon tre quarti d’ora prima del previsto: top!
  • Milano –> Lione
    No ma aspettate questo mezzo ha la targa british! E tutti al parcheggio lo stanno inseguendo come se trasportasse gli ultimi gelati al mondo. Invece no, vogliono solo salire per primi per accalappiarsi i posti in alto, davanti, incollati al parabrezza. Si’ perché si tratta di un double decker, come gli autobus rossi cari alla Queen. La flotta é moderna, pulita e tutto sommato comoda. Il wifi all’ epoca non funzionava ancora in Italia, ma il nostro autista Mr. John Auaghenauers (nome di fantasia perché nessuno su quel bus capisce cosa dicano davvero quei teneroni dei British drivers) ci ha assicurato che era solo questione di tempo. In Gallia il servizio era infatti impeccabile.
    Qui a livello di tempistiche si spacca il secondo alla partenza e si arriva in anticipo di 40 minuti..il tutto con cospicua sosta in autogrill per permettere a noi di cenare e a John di riposarsi e di acquistare due stecche di sigarette e un paio di bottiglie di Genepi. Un idolo.
  • Londra –> Lione
    Di quelle cose che ti senti un po’ Ulisse, nel tuo piccolo e nella tua tuta da ginnastica. Dopo aver sciolinato nel suo perfect British tutte le misure di sicurezza, il John di turno – oh son tutti uguali, capello corto, cravatta, sorrisone da amico di sempre e colorito da pub- si mette placido al volante della nostra allegra comitiva. Sui Megabus ci sono prevalentemente giovani: studenti erasmus, gruppi di amici, coppiette squattrinate, asiatici confusi, americani presi fin troppo bene e qualche isolato tipo bizzarro. Bé insomma, causa problemi sulla Manica perdiamo il traghetto e accumuliamo un ritardo di due ore. Non é colpa di John né dell’omino inquietante incollato alla fiancata (un po’ si’ comunque, ne sono sicura!), ma rimane una gran rogna. Questo finché non ci informano che il nostro biglietto verrà rimborsato in toto: ah, allora occheeeeei!  

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    Lasciando Dover con il Ferry Boat (e il Megabus in stiva)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

E dunque a te, pacifico nella tua routine, la scusa del non aver dindini non vale più nulla. Dannazione!
Dovrai inventarti che ti han cambiato i turni, che soffri il mal d’auto o che hai l’autogrillfobia (plausibile!). O che non viaggi mai con meno di 23 kg e che la tua carta d’identità ha la data di scadenza dello yogurt che hai in frigo. Ma attento, non dire che non puoi trattenere la pipi’, perché sui Megabus c’é pure la Toilet! Eh si’, han pensato proprio a tutto st’Inglesi. Mannaggia a Megabus.

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