Esports: videogiochi da un miliardo di euro riconosciuti dal CIO
Il mondo dei videogiochi affonda le sue radici molto lontano nel tempo ma non ha mai smesso di crescere e rinnovarsi! Tra tecnologie sempre più avanzate e – per voi che avete tanti amici – il peso della componente multiplayer, oggi la novità principale ha un nome: sono gli eSports. Vere e proprie competizioni elettroniche che gravitano intorno a centinaia di videogames. Se avevate dubbi, in Italia è ovviamente un campo ancora di nicchia e non di rado completamente sconosciuto ai più (se no vi pare che ve ne avremmo parlato?!).
Vediamo, quindi, di fare un po’ di chiarezza sugli sport elettronici, che il CIO (Comitato Olimpico Internazionale) ha di recente riconosciuto addirittura come discipline sportive, prendendo in considerazione l’idea di inserirle all’interno di quelle previste nelle Olimpiadi. Cioè, avete capito? Potremo finalmente dire che facciamo uno sport senza muovere un dito. O quasi.
Sport elettronici: cioè?
Cosa sono gli Esports? Si tratta di sport elettronici che hanno come “campo di gioco” un videogame specifico e come protagonisti tantissimi team (o crew) che si sfidano in multiplayer locale o online, cercando di prevalere sugli avversari. E fin qui…
In pratica si dà vita a dei veri e propri tornei che si svolgono in arene e altre location “reali”, con tanto di pubblico che può assistere alle competizioni grazie all’allestimento di maxischermi. Oddio, forse qui c’è quasi fin troppa socialità. Il confronto tra i partecipanti può essere diretto ma anche indiretto: questo nel caso vi siano, ad esempio, dei record da battere o degli obiettivi da raggiungere. Naturalmente non rientrano in questa categoria tutti i videogiochi esistenti; qualche esempio? League of Legends, FIFA, Call of Duty, Starcraft e Halo…
Gli sport elettronici in Italia e nel mondo
Attualmente il settore dei videogiochi in Italia ha raggiunto un valore di circa un miliardo di euro, con una crescita annua dell’8,2% – indotto incluso, ovvero dalla vendita dei titoli fino alla vendita degli accessori. Per quanto concerne gli Esports nello specifico, i numeri sono più contenuti ma ugualmente imponenti: vince su tutti l’Asia con un fatturato superiore ai 320 milioni di dollari (giura!!!), ma l’Europa si piazza al terzo posto dopo l’America settentrionale, con 269 milioni di euro. In totale, gli Esports hanno fruttato circa 890 milioni di dollari solo nel 2016.
Ma come si diventa giocatori di sport elettronici? Il primo step è sicuramente la pratica, poi è necessario trovare un team (no tranquilli, non dovete necessariamente farvi degli amici) e cominciare a prendere parte alle selezioni per partecipare ai vari tornei. Facebook in questo senso offre un valido aiuto, aprendo le porte di enormi community di giocatori provenienti da tutto il mondo. In alcuni casi l’aspirante giocatore può essere anche selezionato automaticamente dal client, se raggiunge dei risultati degni di nota.
Esports: rientreranno fra le discipline olimpiche?
Il CIO ci sta seriamente pensando e una prova è stata già fatta durante le Olimpiadi invernali svoltesi quest’anno a PyeongChang. Il prossimo passo da fare sarebbe portare gli sport elettronici alle Olimpiadi estive, le più seguite in assoluto, che secondo le indiscrezioni dovrebbe avvenire nel 2024 durante l’edizione che si terrà a Parigi. Qualora questo non dovesse accadere, di sicuro l’esordio olimpico degli Esports avverrà nel 2028 a Los Angeles. Trattandosi di una rivoluzione epocale, sarà necessario del tempo per capire come amministrare al meglio l’inserimento di queste nuove competizioni sportive, date le numerose critiche (come osate!!!).
L’esordio di PyeongChang ha comunque una valenza notevole, in quanto le Olimpiadi invernali hanno sempre rappresentato un fondamentale banco di prova per molte novità. Che sia la volta buona?
Raffaele Mancini