Ennio Morricone e le 7 chiavi per entrare nella sua memoria

Ennio Morricone e le 7 chiavi per entrare nella sua memoria

7 chiavi per Ennio Morricone, di Francesco Castelnuovo
Una fotografia di Ferdinando Castaldo, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=38283597

Come Beethoven, Bach, Mozart, Chopin. Ennio Morricone è più volte stato paragonato ad artisti di questo calibro, anche se lui stesso, ci tenne a ribadire: “Davvero troppo, sono un compositore come tanti”. Molti se lo ricorderanno per il suo rapporto con il cinema. Nulla di più sbagliato. Perché, ebbene sì, le sue colonne sonore fanno spesso passare in secondo piano persino un film. La potenza della musica, qualcuno dirà. Ma ho sempre sospettato che dietro quei suoni ci fosse qualcosa di più miracoloso, qualcosa che rievochi una passeggiata, un bacio, una casa, una carezza, un pianto.

7 chiavi per Ennio Morricone (Edizioni Bietti, 2020) di Francesco Castelnuovo sposta l’immaginazione in luoghi sconosciuti. Una copertina verde, minimalista; un centinaio di pagine, sette capitoli che raccontano una vita semplice, ma complessa. E poi, immagini e note. Settima e ottava arte che si fondono in un unico punto di vista.

10 novembre 1928. In via delle Fratte, quartiere Trastevere, Mario Morricone, un venticinquenne trombettista ciociaro, diventa padre di Ennio. No, quel bambino non sembra sapere niente di musica, mentre qualcun altro, che lo osserva con occhi orgogliosi, ha già in mente per lui qualcosa di più grande.

Ennio vuole fare il medico. Perché allora il suo “eroe” era il Dottor Ronchi, il suo pediatra. Che era anche il pediatra dei figli di Mussolini.

“Il medico è una professione molto più sicura e remunerativa del trombista da intrattenimento” avrebbe pensato qualsiasi padre. Papà Mario invece la pensa diversamente. «Un giorno mi mise la tromba in mano – ricorderà Ennio – e mi disse: io ho fatto crescere voi, che siete la mia famiglia, con questo strumento. Tu farai lo stesso con la tua». (p.15-16)

Questa sorta di testamento è un monito per il futuro. Il bambino cresciuto impara ad amare e a lottare. A vincere e a perdere. A undici anni si iscrive al Conservatorio di Santa Cecilia e si diploma in tromba, strumentazione per banda e composizione.

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Grazie a una scrittura limpida e autentica, l’autore ci accompagna in questo breve viaggio, in cui nulla è lasciato al caso, né i nomi dei protagonisti, né i luoghi che ne conservano la memoria. Dai compagnucci di classe di Morricone, tra cui c’era anche un certo Sergio Leone, alla genesi dei suoi lavori, da una lista infinita di film – la trilogia del dollaro, Metti una sera a cena, Il clan dei siciliani – alla notte degli Oscar, dalla partitura ritmica alla metrica musicale. Fino ad arrivare al completamento: Maria Travia.

Sì, perché quest’ultima, rappresenta la musa ispiratrice, nonché l’amore grande del maestro di Trastevere. Una storia come non ne esistono più. Sessantaquattro anni insieme, un legame viscerale.

“A Lei rinnovo l’amore straordinario che ci ha tenuto insieme e che mi dispiace abbandonare”
(Ennio Morricone, necrologio)

Un capitolo in particolare, inoltre, aiuta ad approfondire il significato e la percezione del loro sentimento. Il primo incontro nel 1950; l’incidente che Maria ebbe mentre era alla guida della macchina di suo padre; episodio che aprì la strada al corteggiamento di Ennio che, in quegli anni, pur essendo già un professionista riconosciuto, mette in secondo piano la sua agenda e assiste l’amata, in ospedale: “Giorno per giorno, goccia dopo goccia, l’ho fatta innamorare”; il matrimonio nella chiesa di Santa Cosma e Damiano a Roma.

Il loro sarà un matrimonio frangiflutti. Perché lui è un ragazzo serio. Ma soprattutto perché lei è una donna che non teme onde. (p.56)

È comico e malinconico – ma non triste – il modo in cui Castelnuovo descrive l’estro e il rigore, la magia e quel senso perenne di urgenza verso la musica. Dopotutto, Ennio Morricone può essere ricordato solo così; con parole leggere, che si muovono indisturbate tra i ricordi personali dell’artista e dell’uomo. Questo piccolo volume, andrebbe letto anche solo per questo.

Il Maestro, alle luci abbaglianti ha sempre preferito il retroscena. La riservatezza è sempre stata la sua priorità, la colonna portante delle sue colonne sonore. E forse, come dimostra parte del testo del suo necrologio, una maniera scrupolosa di mettersi in attesa e conservare ogni singola emozione:

C’è una sola ragione che mi spinge a salutare tutti così e ad avere un funerale in forma privata: non voglio disturbare.

Titolo | 7 chiavi per Ennio Morricone
Autore | Francesco Castelnuovo
Casa editrice | Bietti
Anno | 2020

Luigi Affabile




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