Di elettronica e cuore di tenebra
Leipzig è una meraviglia estiva, con il suo carico di sfavillanti biciclette e parchi verdi, di festival in strada e laghi. Le luci aranciate dell’ex quartiere industriale di Lindenau sono lo sfondo della Lightweights degli Elephants on Tape, elettronica delicata e intimista che si è fatta largo nell’ultima edizione di SofarSound Germany.
Il concetto è semplice ed estremamente vicino a quella che trovo una particolare sfumatura di un certo modo di sentire: una sensibilità percettibile ma riservata, una dolcezza gentile generalmente inespressa che si avverte tra le righe. La musica degli Elephants on Tape sembra fatta per guardarsi dentro più che attorno, nelle ciclofficine in cui la sera si beve birra e si organizzano concerti. Si riflette storditi nella propria nebbia di illusione e solitudine.
Il ritmo è sostenuto da una percussione basale e un rielaborazione dei suoni attraverso l’uso del sinth particolarmente cool nell’attuale scena musicale tedesca (vedi la Berlin Community Radio di cui ho parlato qui). Il suono preciso e incastrato perfettamente da una sinergia matematica accompagna una voce fragile e introspettiva che racconta di una fuga al buio, alla ricerca dei nostri angoli notturni un cui il gioco con l’oscurità è un flirt giovane e fresco, girly come solo l’estate sa essere. La ricerca di “strange places” dentro di noi è la prerogativa di certe trasgressioni che sfuggono a un’ordinata quotidiana, d’altronde lo dice Marquez che il cuore ha più stanze di un bordello.
Il cuore degli Elephants on Tape è (al) buio. Il mio è nello stesso posto.
Forse per il fatto di non esserlo mai stata, mi piace pensare che esistano persone giuste al posto giusto, esseri umani completi, tagliati per fare quello che fanno, meravigliosamente coincidenti con il loro ruolo (luogo).
Io ho sempre dovuto rincominciare tutto da capo, con il mio bagaglio di pazienza e aneddoti da bar.