Daniel Keyes | Una stanza piena di gente
Non ho dubbi nell’affermare che Una Stanza Piena di Gente è il libro di cui ho parlato più spesso e a più persone negli ultimi cinque anni. Scritto dal giornalista Daniel Keyes nel 1981, questo libro racconta la vera storia di William Stanley Milligan, protagonista di un’importante e decisiva svolta nel sistema giudiziario americano iniziata alla fine degli anni ’70: Milligan fu infatti il primo imputato assolto per disturbo dissociativo dell’identità all’interno di un tribunale americano.
Se guardando i volti di criminali o di assassini in tv vi siete mai chiesti se sia nato prima l’uomo o il “mostro” dentro di lui, quella di Milligan è la storia che dovreste assolutamente leggere. Una Stanza Piena di Gente catapulta il lettore in un viaggio struggente e straordinario alla scoperta della mente umana e del dolore, culla primordiale di tutti i “mostri”.
Questa storia incredibile inizia il 27 ottobre del 1977, quando un ragazzo di soli ventidue anni viene arrestato per aver rapito e violentato tre studentesse universitarie a Columbus: quel ragazzo, quel giovanissimo criminale, è William “Billy” Milligan. Benché le prove siano inequivocabili, fin dal primo momento la difesa capisce non solo che Billy è un personaggio oltremodo singolare, ma che la chiave di volta per comprendere le dinamiche in gioco può essere esclusivamente una perizia psichiatrica. Ed è così che si giunge a scoprire una sconcertante verità: Billy soffre del disturbo di personalità multipla.
Se da primi accertamenti psichiatrici emersero dieci personalità dentro la mente di Billy, nel corso degli anni i professionisti di igiene mentale che lo seguirono arrivarono a contarne ben ventiquattro, ognuna delle quali caratterizzata da un proprio sistema di valori, comportamenti e competenze e mossa da uno scopo ben preciso: c’era il canalizzatore dell’odio, il guardiano del dolore, l’artista del raggiro, e tanti altri ancora. La “stanza piena di gente” cui fa riferimento il titolo del romanzo è una metaforica descrizione della mente di Billy, una stanza che anno dopo anno, trauma dopo trauma, ha accolto sempre più inquilini nel tentativo di proteggere il “padrone di casa” (Billy, personalità centrale) dalla minaccia più grande di tutte: l’insopportabile dolore proveniente da fuori.
Narrando degli abusi infantili ripetutamente subiti da Billy per mano del patrigno, a pagina 214 l’autore scrive che “…in quel momento la sua mente, le sue emozioni e la sua anima si disintegrarono in ventiquattro parti”.
Daniel Keyes, giornalista e autore del libro, ha ricostruito la complessa e travagliata biografia di Billy Milligan tramite interviste – allo stesso Billy, ai suoi familiari, al personale medico che l’ha seguito, agli avvocati, ma anche alla polizia e ai media – e materiali audio e video precedentemente registrati da terzi. Inizialmente il processo di ricostruzione cronologica dei fatti fu tutt’altro che semplice, dal momento che i ricordi di Billy erano frammentari o, talvolta, del tutto assenti.
Infatti, nonostante fosse Billy l’individuo che interagiva con il giornalista durante le interviste, a ricordare e raccontare non era mai la stessa persona: a volte era il colto e razionale Arthur, altre l’iracondo jugoslavo Ragen; alcuni giorni si palesava Christene, “la bambina dell’angolo”, e altri giorni toccava a Danny, il ragazzino terrorizzato dalle persone. Ogni personalità aveva una specifica dose di controllo sulla coscienza di Billy, e il risultato di ciò era che alcune di queste ricordassero molto, altre poco, e altre ancora non ricordassero affatto.
“Poi, un giorno, accade qualcosa di sorprendente”, racconta Keyes. “Billy Milligan andò incontro a una prima, completa, integrazione – una “fusione” – rivelando un nuovo individuo, amalgama di tutte le sue personalità. Il Milligan “integrato” aveva un ricordo chiaro e pressoché completo di tutte le personalità dal momento della loro creazione: pensieri, azioni, relazioni, esperienze tragiche e avventure comiche… tutto”. L’autore ha dichiarato che senza il contributo e la collaborazione di questa personalità integrata, questo “Billy tutto in un pezzo”, il libro non sarebbe mai stato scritto.
Prima del caso Milligan nei tribunali americani il disturbo di personalità multipla, categorizzato come nevrosi e non come psicosi, non costituiva un’attenuante e non giustificava l’infermità mentale dell’imputato. Billy è stato il primo uomo in America a essere dichiarato non colpevole perché a commettere quei delitti non era stato lui, bensì qualcuno “dentro” di lui.
Titolo | Una stanza piena di gente
Autore | Daniel Keyes
Casa Editrice | NORD
Anno | 1981 (prima edizione italiana 2009)
Annalisa Senatore
(su IG: @annamatita_)