CubePit: il progetto per la stampa in 3D che rivoluzionerà le nostre vite
Senza Matteo, il sito su cui state leggendo questo articolo non esisterebbe. Quando gliel’ho detto al telefono, la settimana scorsa, si è messo a ridere e ha fermamente contestato la mia affermazione. Eppure, credetemi, è così, perché a partire dal lontano 2012 e ancora per qualche anno a venire, Matteo Capponi (classe 1990) è stato il webmaster di SALT editions e, soprattutto, uno dei principali fondatori e supporter del progetto.
A quanto pare, però, la sua passione per la tecnologia e per l’innovazione digitale erano soltanto agli albori, perché da quel momento, complice la conoscenza di Massimo Biasetti, ha deciso di scommettere su Cube Pit una start-up che potrebbe davvero rivoluzionare le vite di tutti noi.
Chi siete? Da dove venite? Cosa portate? (semicit. e, nel dubbio, un fiorino)
(ridono e risponde Matteo) Siamo una coppia di imprenditori un po’ inusuale composta da un ingegnere chimico e un avvocato esperto di proprietà intellettuale. Massimo ha fatto il Politecnico di Milano: è un appassionato di gadget dai mille utilizzi (cazzate tipo Tiger) e adora gli animali, infatti, non si separa mai dal suo Jacky (segue foto di Jacky, ndr). Io invece mi sono laureato in Bocconi e sono diventato avvocato negli Stati Uniti. Quando viaggio mi piace sempre provare il cibo locale. Le nostre famiglie sono vicine di casa perciò ci conosciamo da sempre. Siamo cresciuti insieme, abbiamo frequentato le stesse scuole elementari e medie. Insomma, siamo “soci da una vita”.
Due parole su questo straordinario progetto: cos’è esattamente CubePit?
La nostra comune passione per la stampa 3D ci ha portato a ideare la prima piattaforma per la distribuzione sicura di licenze di stampa dei modelli 3D. Lo scopo principale è quello di tutelare i designer che vogliono raggiungere il mercato globale, dando loro la possibilità di vendere facilmente i modelli creati a prezzi economicamente accessibili da tutti. Gli utenti, poi, hanno la possibilità di stampare in proprio o presso centri di stampa di garantita qualità un ampio numero di prodotti.
Mi fate un esempio di qualche prodotto che potrei stampare anch’io?
Oh, moltissime cose: da piccoli pezzi d’arredamento come vasi o paralumi, fino a tazzine per il caffè o bracciali colorati, e poi ancora un’infinità di pezzi di ricambio nel settore meccanico, come la freccia per la moto o lo specchietto.
A cosa vi siete ispirati per il nome CubePit?
In realtà, è stata una delle decisioni più sofferte. Data la nota fantasia di ingegneri e avvocati non riuscivamo a partorire niente di buono (con la difficoltà di trovare un nome ancora non utilizzato da altri). Mentre ero in doccia (dice Massimo) mi è venuta l’idea e ho subito chiamato Matteo. Dopo un minuto avevamo registrato il dominio.
(ah, l’importanza dell’igiene personale… ndr)
Ci spiegate un po’ come funziona la vostra piattaforma? Ci sarà una selezione per i designer che vorranno partecipare o sarà aperta a tutti?
CubePit permette a designer professionisti ed aziende di distribuire i propri modelli in digitale senza il rischio di perdere il controllo e l’esclusiva sul file, con la possibilità di monetizzare in modo più efficiente la distribuzione. Sinceramente, noi puntiamo ad un alto livello di qualità e, quindi, i modelli verranno esaminati prima di essere resi disponibili al pubblico.
Questo video spiega benissimo come funzionerà CubePit:
Come vi è venuta l’idea di scommettere sulla stampa in 3D nel mercato italiano? Pensate che sia un business in crescita?
In realtà, il mercato della stampa 3D è in crescita in tutto il mondo, ma ancora manca una piattaforma sicura e professionale di riferimento per chi vuole commercializzare i propri prodotti in formato digitale. L’Italia non è il luogo più accogliente per una start-up, lo sappiamo bene, ma è la casa di moltissimi designer e aziende che puntano sull’innovazione e sulla qualità dei loro prodotti. In più, tantissimi centri di stampa su cui possiamo contare per la produzione sono già attivi da molti anni. In alcuni settori l’Italia è ancora uno dei migliori posti da dove cominciare.
Ecco, a proposito di Italia e start-up, in che modo vi ha aiutato il territorio locale a sviluppare il vostro progetto? Storicamente, l’area di Brescia ha sempre avuto un tessuto imprenditoriale importante e anche negli ultimi anni è stata terreno fertile per l’innovazione, basti pensare a Talent Garden (fighissimo il party 2017, tra l’altro). So che avete anche appena vinto “Daydream” il bando per i giovani innovatori di Editoriale Bresciana, no?
E’ vero, infatti, complice la vincita del bando, nel nostro percorso abbiamo ricevuto il supporto di molte istituzioni: il Comune di Brescia, prima di tutto, che ci ha permesso di avere uno spazio di lavoro, e la Camera di Commercio. Un altro aiuto è arrivato anche dal Giornale di Brescia che in collaborazione con Talent Garden Brescia, appunto, Sei Consulting e Tip Ventures ci hanno accompagnato fino al lancio della campagna di equity crowdfunding che durerà fino a fine agosto: https://tip.ventures/v2/IT/Campaign/Details/cubepit
E come vi immaginate CubePit tra tre anni: come sarà e dove sarete voi?
Bella domanda. Per scaramanzia diciamo che immaginiamo che tra tre anni avremo costruito una community per lo sviluppo condiviso di progetti tra aziende, designer e utenti.
Domanda di rito: cos’è per voi il “sale della vita”?
Il tempo. O meglio, usarlo bene. C’è sempre tanto da fare, nel lavoro e nella vita. In tutte le cose mettiamo molto impegno, ma senza perdere la calma!
Che dire? In bocca al lupo, ragazzi!
Non vedo l’ora di stamparmi il nuovo set di tazzine da caffè!