Wrecking Ball, ritmi anni '80 e un suono pulito: il Cosmo preCosmo

Chiedevo di Cosmo a un amico di Ivrea che mi ha detto che sì, Cosmo è bravo, ma i Drink to Me sono meglio. E me l’ha detto da musicista, sostenendo che il gruppo storico di Marco Jacopo Bianchi, oggi Cosmo, in attività dal 2004, è (o era) più originale e musicalmente strutturato. Non che abbia usato esattamente queste parole, ma insomma, ho provato a rielaborare l’informazione in uno stile che fosse divulgativo.

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Fatto sta che ho dato retta a chi ne sa più di me e sono andata ad ascoltarmi un po’ di pezzi dei Drink To Me e le covers di Miley Cyrus, Battisti e Battiato del Cosmo preCosmo. 

La cover di Wrecking Ball di una band il cui frontman che ha fatto filosofia.

 

Dal punto di vista dello stile, negli album dei Drink To Me tutti gli elementi  premessi de L’ ultima Festa e Disordine sono presenti. Certo, i testi sono in inglese e ancora non si possono ballare, la chiave, il sound, l’interpretazione è un rock a incastro (vedi Secret che fa un po Flaming Lips Dig a Whole with a Kneedle che fa un po’ Kasabian) con influenze strettamente indie e un po’ di prog italiana. Bright Withe Light (2014) e quel tetris melodico e simmetrico che è la meraviglia della musica di Cosmo.

La differenza sostanziale tra il pre e il postCosmo è il gusto per l’elaborato di un lavoro  che si prende sul serio (i Drink to Me) e l’abbandono a far ballare le masse su ritmi anni 80 a base di sinth e bassi sporchi. 

Cosa dicono la cover di Miley Cyrus e la musica di Cosmo partoriti da un gruppo che sa suonare?

Di un certo umorismo amaro e di quelle cose dal sapore delle note fatte agli intelligenti che non si applicano. Del “non ci credo più” e gli insuccessi che collezioni. Delle serate ad annoiarsi. Le notti contro i muri. I postumi della sbronza. Lo schifo. Il brutto.

Guardate il video de “Le voci” e il malessere della provincia (vedi “Dicembre”) è lì, nudo, nel suo disagio. Di quel disagio in Bright Withe Light , l’ultimo album dei Drink to Me, non c’è traccia.

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E un certo cinismo, un certo disincanto, è alla base dei testi di Cosmo e della scelta di una cover come questa. Lo stordimento come soluzione al processo mentale. E che faccia cover di Battisti, no, non è un caso. Io ti venderei che parla di una vita che non sarà.

La noia, il riso amaro di una generazione a sprazzi.

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