Cosa sono le polpette spaziali?
Per la serie ragazzine-mostro, questa settimana mi sono letta il nuovo lavoro di Craig Thompson, che attendeva in libreria da Natale: “Polpette Spaziali” (Rizzoli Lizard). Dopo aver sfornato lavori come “Blankets” e “Habibi” ed aver incamerato ben tre Eisner Award, l’autore ritorna verso le sue origini, e tira fuori un graphic novel che, a suo dire, bolliva in pentola già da quando aveva cominciato a scrivere fumetti.
Già dalla copertina appare evidente che, questa volta, il fumetto è destinato ad un pubblico un po’ più giovane rispetto ai precedenti lavori. I colori, curati da Dave Stewart (vincitore di 9, e dico 9, Eisner Award), e i disegni stessi riflettono questa scelta. Lo stile è in apparenza molto semplice e “infantile” con i colori super-saturi e sgargianti, ma guardando bene le tavole sono dettagliatissime; ci si accorge soprattutto guardando il livello di dettaglio delle navicelle spaziali e degli interni. Il tratto sinuoso, ma deciso, delle chine infine continua ad essere uno dei marchi di fabbrica dell’autore.
Con questi disegni Craig Thompson ci narra una favola fantascientifica a cui non manca proprio nulla. E non dico solamente un eroina con le ovaie, la spalla comica, la spalla intellettuale, un cattivo enorme e apparentemente imbattibile e soprattutto navette spaziali fighissime, ma qui si parla di lotta di classe, valori familiari, limiti della ricerca scientifica, amicizia oltre alla diversità e il tutto è condito da tante, tantissime citazioni bibliche e letterarie.
L’eroina/ragazzina-mostro in questione si chiama Violet, è un’umana che abita insieme ai suoi genitori in un parcheggio spaziale per camper. La società spaziale è decisamente classista: gli umani benestanti abitano in stazioni spaziali dotate di ogni comfort, mentre le altre razze, a parte pochi eletti, e gli umani che vivono al limite della legge non possono soggiornarvi. La famiglia di Violet è unica proprio come la bambina: il padre, infatti, è una specie di raccoglitore spaziale dall’aspetto di camionista tatuato, mentre la madre è una stilista di moda. Unica fonte energetica di tutta la società sono gli escrementi di enormi balene spaziali, enormi esseri divoratori di pianeti. E indovinate cosa raccoglie il padre di Violet in giro per lo spazio? Ecco, proprio per questo lavoro all’apparenza umiliante, come può essere raccogliere cacca di balena, ma fondamentale per la sopravvivenza degli abitanti dello spazio, che il padre si perde e Violet scappa dalla stazione spaziale per andare a salvarlo in compagnia di un polletto esperto di sogni e bottoni, e uno dei due Zucconi sopravvissuti all’estinzione.
La citazione più evidente, nella ricerca della balena di Violet e dei suoi amici, è, a mio parere, quella di Moby Dick (il romanzo di Melville viene in ogni caso tirato in ballo dallo stesso Elliot, il polletto, durante il viaggio). In questo caso però non si sta parlando di uno scontro simbolico con una balena più “metafisica” che reale; qui, quando Violet si rende conto che non può combattere contro le balene, ma può ribellarsi alla sua società, lei corre a liberare il cucciolo di balena prigioniero del laboratorio scientifico pur di riunire la famiglia delle balene (ora capite chi è il vero cattivo apparentemente imbattibile?). Perché è la famiglia quello che unisce tutti i personaggi di questa favola e che li spinge attraverso tutte le loro rocambolesche avventure. Una famiglia con veri legami di sangue come quella di Violet e i suoi genitori, oppure gli amici che ti scegli durante il viaggio che diventano poi i tuoi fratelli, o i compagni di scorribande giovanili che ti stanno vicino anche quando cambi vita. Lo stesso Craig Thompson dedica il graphic novel a suo padre e parla del suo lavoro in conclusione al libro e di come si sia “sempre guadagnato da vivere sturando i bagni” (evidentemente qualche personaggio ha delle sfumature autobiografiche, altro trade mark dell’autore).
Certo, non è tutto perfetto eh. L’avventura inizia un po’ in sordina e molto lentamente, per poi trovare il suo svolgimento in una manciata di tavole, in uno spazio (-tempo) veramente sacrificato. I personaggi poi, va bene che sono i protagonisti di una favola più per ragazzini che per adulti, ma sono forse eccessivamente stereotipati, non molto sfaccettati e pochi si evolvono durante il viaggio. A parte Zaccheo che certo non è sfaccettato essendo uno Zuccone, ma è certamente il personaggio più arancione che io abbia mai conosciuto.
Leggere questo graphic novel mi ha divertita davvero molto e ho trovato adorabile la sua irriducibile protagonista. La cosa davvero stupefacente è come l’autore sia riuscito a trattare in modo convincente temi non scontati in una favola fantascientifica per ragazzini (e non solo) e di come lo abbia fatto con facilità e naturalezza, degna di un maestro del mezzo di comunicazione. Violet si è davvero conquistata uno spazio nelle mie ragazzine-mostro preferite.
Titolo: Polpette Spaziali
Sceneggiatura, disegni, chine: Craig Thompson
Colori: Dave Stewart
Casa editrice: Rizzoli Lizard
Anno di pubblicazione: 2015
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