Come andare al lavoro e sentirsi liberi

Come faccio quindi stamattina ad accettare di andare in ufficio a lavorare?

 

Mi porto dietro La chiave a stella di Primo Levi.

chiave a stella

La Chiave a Stella parla di Libertino Faussone, operaio biellese, che gira il mondo per montare gru, pompe, ponteggi, ponti, sfidando i caldi torridi del deserto, le alte onde dell’oceano, i freddi più terribili.

“Si può e si deve combattere perché il frutto del lavoro rimanga nelle mani di chi lo fa, e perché il lavoro stesso non sia una pena, ma l’amore o rispettivamente l’odio per l’opera sono un dato interno, originario, che dipende molto dalla storia dell’individuo, e meno di quanto si creda dalle strutture produttive entro cui il lavoro si svolge. […]

Siamo noi, prima di tutto, ad amare o odiare il nostro lavoro, non diamo la colpa all’azienda o alla società. Altrimenti, rimaniamo senza mutande.

Il termine «libertà» ha notoriamente molti sensi, ma forse il tipo di libertà più accessibile, più goduto soggettivamente, e più utile al consorzio umano, coincide con l’essere competenti nel proprio lavoro, e quindi nel provare piacere a svolgerlo.”

Primo Levi si ispira a Lorenzo Perrone. Perrone faceva parte di un gruppo di muratori italiani, contrattati dalla ditta Boetti, che furono trasferiti ad Auschwitz per l’espansione del campo. Nell’estate del 1944, mentre lavorava alla costruzione di un muro, Levi udì Perrone esprimersi in piemontese con un suo collega e, da quel momento, nacque un’amicizia tra i due.

“Ma Lorenzo era un uomo; la sua umanità era pura e incontaminata, egli era al di fuori di questo mondo di negazione. Grazie a Lorenzo mi è accaduto di non dimenticare di essere io stesso un uomo”

Perrone ha salvato Levi, non tanto per il pane che gli portava, passandolo tra le sbarre delle cortine di ferro, ma perché gli ricordava che poteva ancora esistere una umanità fuori da quelle sbarre.

Tino Faussone è uno dei più bravi e lo sa. Sa della bellezza di saper fare un mestiere. Sa della soddisfazione di fare una cosa fatta bene. Finché rimarrà l’emozione dell’artigiano, non saremo schiavi.

 

La chiave a stella

Primo Levi

Einaudi, 1978

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