Calcutta è la Taylor Swift di noi Millennial

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Concerto calcutta
Breve recensione del concerto di Calcutta all’Ippodromo di Milano del 17/07/2024

In questo articolo non discuteremo di Morgan né della recente storiaccia che ha coinvolto Calcutta e soprattutto la sua fidanzata, Angelica Schiatti. Non ci concentreremo nemmeno sulle polemiche riguardanti le lunghe code, i token (che continuano comunque a essere il male assoluto) e le persone che sono riuscite a entrare all’Ippodromo di Milano solo a concerto iniziato, che potranno però chiedere un rimborso a DNA Concerti e Live Nation a partire dalle ore 10.00 di lunedì 22 luglio (tutte le informazioni sono qui: https://www.livenation.it/news).

Calcutta live nation
Rimborso 50% not bad, bravi!

Questo pezzo è dedicato esclusivamente a Calcutta e alla sua musica.

Calcutta, pseudonimo di Edoardo D’Erme, è un cantautore italiano nato a Latina nel 1989. Questo è ciò che troveresti su Google. Ma se dovessi spiegare a un alieno, o anche solo a mio papà, chi sono andata a vedere la sera del 17 luglio 2024, sfidando l’afa e le zanzare, direi che Calcutta è l’ultimo vero cantautore italiano, e forse anche l’ultimo dei romantici. Il suo album di debutto Mainstream (2015) ha sfondato il tetto di vetro della scena musicale italiana, non solo per lo stile, che mescola indie pop e cantautorato old school, ma soprattutto per i contenuti. I suoi testi raccontano storie quotidiane e personali, descrivendo sentimenti e situazioni che tutti abbiamo vissuto, con immagini vivide e potenti nella loro semplicità. “Resterei un po’ indietro, se non ti dispiace. Non mi interessa stare nelle prime file, sono venuta qui per ascoltarlo”, perché Edoardo è uno di sostanza, non di apparenza.

E poi, per raggiungere le prime file è troppo tardi, ci sono comunque 30 mila persone. L’evento è sold out; abbiamo comprato il biglietto il 9 novembre 2023, quando c’erano quindici gradi. Le vie circostanti sono intasate dal traffico. La coda è un lungo serpentone di cui non si vede la fine. A nessuno è venuta neanche lontanamente l’idea di organizzarla con i numeri scritti sulle mani o di arrivare con ore di anticipo, perché è mercoledì, abbiamo trent’anni e abbiamo fatto tutta una tirata dal lavoro.

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Il concerto inizia alle 21:20, non c’è più possibilità di aspettare perché per motivi di ordine pubblico bisogna finire tutto intorno alle 23, e ci sorprende subito con 2 Minuti. Calcutta porta un cappellino calcato in testa e un paio di occhiali enormi che gli nascondono il viso, una camicia a maniche corte e delle braghette, ma dell’outfit non ci interessa. Canta lui, cantiamo tutti, come allo stadio. Cantano perfino le persone in coda alla cassa dei token. La resa dal vivo, sia della voce sia della band, è anche migliore rispetto alle versioni da studio. E le polemiche restano fuori: quelle di chi è giustamente deluso di essere ancora bloccato e di chi scrive insinuazioni sui social che scompaiono in meno di un’ora.

“Mangio la pizza e sono il solo sveglio in tutta la città”.

Frosinone è uno dei brani storici del cantautore di Latina e, nonostante il titolo insolito, ha lo stesso impatto emotivo dell’Inno d’Italia: viene spontaneo cantarlo con la mano sul cuore e un po’ di magone.Alla fine, come gesto di scusa per chi ha perso l’inizio dell’evento, le primissime due canzoni vengono riproposte in coda alla scaletta, e il pubblico le canta ancora più forte. Tutti sono felici: è la serata che si merita un artista schivo che evita il gossip e l’eccessiva esposizione sui social, ma che è riuscito a creare la colonna sonora di una generazione. E anche la serata che ci meritiamo tutti.

Silvia Cannas Simontacchi




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