La sensibilità dietro la sensualità.
L’icona della poesia confessional, moglie e amante, figlia e madre, atea e religiosa, autodidatta e docente universitaria, diagnosticata isterica, malattia per cui era previsto il ricovero ospedaliero negli anni Sessanta e Settanta, è stata una pioniera della lirica maleducata e sensuale.
I suoi poemi così fisici parlano senza inibizioni delle esperienze corporali, soprattutto se pensiamo al contesto storico e culturale in cui sono stati scritti e pubblicati.
Pazzia, amore, morte, rapporti familiari (spesso incestuosi), crisi mistiche e spirituali sono le tematiche che percorrono la produzione di Anne Sexton. Tanto che, ironia della sorte, i primi movimenti femministi degli anni Sessanta hanno preso la sua poesia a manifesto; pensare che Anne aborriva quei gruppi di donne incazzate che tanto odiavano l’uomo, a lei invece così caro!
Talmente calata nel ruolo del personaggio teatrale, la Sexton è anche performer, organizza serate di musica rock durante le quali recita le sue poesie.
Ma chi c’è al di là dell’icona (o del cliché), della poetessa pazza, sexy, disobbediente e autodistruttiva fino al suicidio?
C’è un essere dall’animo sensibile e gentile.
Anne scriveva poesie per necessità: la scrittura era la sua cura, la sua medicina contro il malessere interiore della vita quotidiana. E incoraggiava chi come lei ne sentisse l’urgenza; in molti le scrivevano lettere, chiedendo un suo consiglio sulla scrittura e Anne rispondeva a tutti.
Ruba a Franz Kafka uno slogan, trasformandolo: «la poesia dev’essere l’ascia che spacca il mare ghiacciato dentro di noi.»
La poesia è lo strumento per chi ha il coraggio di sondare le più buie e gelide oscurità del proprio animo, senza censurarsi: la scrittura aiuta a superare quel dolore psichico.
Ed è per questo motivo, che ho scelto questa poesia di Anne Sexton, che parla di un bacio sensuale e sessuale, ma in modo così delicato e leggero da diventare una lirica dolce, quasi fanciullesca.
Forse perché in fondo, la Anne bambina, a caccia di un amore che i genitori le hanno sempre negato, non è mai andata via.
*
Knee Song
Being kissed on the back
of the knee is a moth
at the windowscreen and
yes my darling a dot
on the fathometer is
tinkerbelle with her cough
and twice I will give up my
honor and stars will stick
like tacks in the night
yes oh yes yes yes two
little snails at the back
of the knee building bon-
fires something like eye-
lashes something two zippos
striking yes yes yes small
and me maker.
Poesia del ginocchio
Un bacio nell’incavo
del ginocchio è un fruscio
di falena alla zanzariera e
sì amore mio un puntino
luminoso sull’ecometro è
Campanellino con la tossetta
e due volte perderò l’onore
e le stelle saranno confitte
come puntine nella notte
sì oh sì sì sì due
chioccioline all’incavo
del ginocchio che accen-
dono falò simili a ci-
glia che sfregano sì sì sì
come pietrina d’accendino bic:
e così esisto!
(trad. Rosaria Lo Russo, casa editrice Le Lettere)
Gemma Garcia