And SALT This Is Christmas | #Bice
Io sono per quelli che decidono di far buon viso a cattivo gioco e di presentarsi con un leggiadro sorriso al desco familiare riunito. Di marciare con indifferenza Zen contro le masse incattivite dal panico del regalo, senza vedere e senza sentire che è solo consumismo e l’anno scorso era meglio e a Natale puoi e tutto il resto. Perché, che palle, dovrà esserci un limite al disfattismo, no? Quindi, questo è per chi, sventolando bandiera bianca, coglie la palla al balzo e nel sentimentalismo iperglicemico decide stoico di affogarci.
# SOUND
James Brown –Please come home for Christmas -1960
Ci sono tante cose dentro questo blues, un classico caldo che è quasi un lento.
Nostalgia e desiderio sono un abbraccio che complica la respirazione e strozza la voce, James Brown è di una potenza che riempie ma fa piangere, e lo sa.
No, non ti va di parlarne. Solitudine, nessun rancore, un po’ di rimpianto.
Il Natale è veleno per nostalgici.
# ACTION
Edward Mani di Forbice – Tim Burton – 1990
C’è una scena che gratifica chi ci prova a essere all’altezza del personaggio, ma alla fine inevitabilmente ricasca nel tepore natalizio: nella luce intermittente rossoblu delle decorazioni tiepide di un albero di Natale e nell’intimità fragile di un amore adolescente e sfortunato, Winona chiede
–Abbracciami
E con la semplicità disarmante di chi non può negare l’evidenza, Jhonny risponde:
–Non posso
Molti sono diffidenti nei confronti di Burton a causa della sua grafica angosciante, ma della paura di essere feriti e delle armi che ci inventiamo per non lasciarci avvicinare, il regista ha fatto una fiaba allegorica di grazia e delicatezza fuori dal comune, con il motore della diffidenza verso chi è diverso. Edward incarna il rifiuto e la ferita, l’intoccabile del liceo e la bella in sella della motorella che i ragazzi si palleggiavano il weekend, ma anche il lato di noi con cui siamo più inflessibili.
Lo sfondo è quello di un Natale plastificato e di una società dagli stereotipi pastello molto WASP, di casalinghe disperate, barbecues da debuttanti e cagnolini nevrotici. Tenero e allucinato, l’atmosfera oscilla tra inquietudine, sottile ironia e tatto.
Jhonny Depp è irrimediabilmente brutto e sociopatico, Winona Ryder eterea nel ruolo della bionda a cui non manca nulla, impeccabile ed elegante Diane West. Il finale dolce amaro strappa una lacrima e trascina verso il fondo della sindrome da calzino spaiato.
# LITERATURE
Ernest Hemingway -14 febbraio 1956, Finca Vigia, Cuba
“Se non sarai il mio biglietto augurale, mi impiccherò al tuo albero di Natale”
Estremo.
Ernest Hemingway s’inventa per una versione vincente del banale “ti vorrei sotto il mio albero”, chirurgico, diretto, efficace, forse un po’ brillo per i troppi martini. Lei comunque non si tiene nei collant.
Nelle due settimane in cui siamo tutti più inclini al buonismo e alla dabbenaggine a causa della digestione compromessa, essere caustici e concisi è una boccata di ossigeno più efficace del bicarbonato. Ti ricorda quali sono le priorità senza giri di parole.
# TRIP
Firenze, scalini di Santa Croce, vin brulé
Da 2 al 20 dicembre in piazza Santa Croce c’è il mercatino tedesco dove sono dieci anni che concludi il dramma dell’amico che viene da fuori e non sai dove portare. E anche quello dell’amico che conosci da una vita e non sai dove portare, tanto il vin brulè sui gradini freddi della chiesa è corroborante con tutti, a tirare fuori le parole giuste ci pensa lui. Poi c’è sempre la scusa dello streetfood , della birra bavarese, solite chiacchiere e facce nuove.
Un po’ ti vergogni della tua scarsa inventiva e di esserci ricascato, ma alla fine ti scalda cuore e dita. Basta quello e fa tanto casa.