Ali e Nino | Asif Kapadia
“Quando tu mi chiedesti del futuro ed io rimasi perplesso, vegliando per una notte su quell’angoscia, nel ritrovarti la mattina seppi che tu sei la sempre nuova, la sempre giovane, la meta eterna e che per me esiste un adempimento comprensivo di tutto, andare incontro a Te.”
“Essi volevano amare violando i confini loro assegnati e in uno sguardo crearono uno sposalizio, e non solamente in senso poetico ma nel senso più concretamente corporeo del termine, fin nel più completo disordine del sangue.”
|Lettere tra Lou Andreas Salomè e R.M.Rilke.
– PREMESSA – Voglio essere sincera, il film di cui vi parlo oggi non è nulla di speciale ma, visto che sono appena tornata dalla Georgia e ho ancora gli occhi, il cuore e Instagram inebriati dalla bellezza caucasica di Tbilisi (di cui vi racconterò come merita più avanti), non avevo voglia di parlare di altro al di fuori di questo film che ho visto prima di partire.
Tratto dall’omonimo romanzo scritto nel 1937 dal misterioso Kurban Said, Ali e Nino – così come praticamente tutta la “letteratura orientale” – è un libro quasi del tutto sconosciuto a noi occidentali e se non fosse stato per una serie di fortunate coincidenze, come un video consigliato a caso da YouTube con due grandi statue mobili e un capitolo del libro “Un treno fantasma verso la Stella dell’Est” di Paul Theroux, non lo avrei forse mai neanche sentito nominare.
Per essere precisi, l’opera di Kurban Said è stata definita da Paul Theroux come un “meraviglioso romanzo – magnificamente costruito, vivido e persuasivo. Una storia d’amore al tempo stesso esotica e familiare – prova vivente che l’arte è indistruttibile e trascendente” e non posso che concordare con le sue parole.
Ma non fatevi ingannare, l’amore non è che una piccola parte del racconto in sé, la storia parla di posti bellissimi, passione, odio, tenerezza, onore, orgoglio, vergogna, impotenza, convinzione, rabbia e molto, molto altro ancora.
Ali e Nino permette al lettore di esplorare i valori, gli usi e i limiti di entrambe le parti senza filtri e nessuna retorica, trascinando chi lo legge nelle profondità di due culture che si incontrano: da una parte i cosmopoliti europei sempre sull’orlo di una rivoluzione, dall’altra gli orgogliosi azeri, custodi di antiche tradizioni e uno spirito selvaggio.
Il film che ne è stato tratto, sceneggiato dal drammaturgo inglese Christopher Hampton e diretto da Asif Kapadia, è fedele al libro per l’atmosfera, nonché per le ambientazioni e i paesaggi mozzafiato, ma trascura l’aspetto più profondo del racconto, privilegiando la storia d’amore tra i protagonisti: Ali Khan Shirvanshir (Adam Bakri) un giovane musulmano che ha studiato in una scuola superiore russa a Baku e Nino Kipiani (María Valverde), una principessa cristiana di Tbilisi. Sicuramente ci sarebbe stato molto materiale per osare qualcosa di diverso, ma purtroppo neanche i paesaggi maestosi, la cura dei dettagli o la crescente tensione della guerra alle porte riescono a ravvivare la monotonia con la quale viene sviluppata la storia al centro del film.
Insomma, si sarebbe potuto fare di più, ma ciò non vuol dire che si tratti del solito film sulla guerra o sui buoni sentimenti. Il film è una storia d’amore sì, ma una storia d’amore tra Est e Ovest che ancora oggi fa battere il cuore.
Pertanto, il mio consiglio è quello di leggere prima il libro e successivamente vedere il film. Così facendo, potrete tranquillamente superare l’apparente banalità della trama e concentrarvi sui bellissimi paesaggi e goderne appieno l’atmosfera e l’estetica delle ambientazioni, con l’augurio che un giorno possiate andare a viverle di persona.
“Sono un vecchio e sono triste vedere quello che vedo e sentire quello che sento.
I russi stanno uccidendo i turchi, i turchi stanno uccidendo gli armeni, gli armeni vorrebbero ucciderci tutti. E noi russi…La nostra anima si sforza di andare a Dio, ma ogni nazione crede di avere un Dio tutto per sé, ed è il solo ed unico Dio. Ma credo che sia lo stesso Dio che si è fatto conoscere attraverso le voci di tutti i saggi, perciò adoro Cristo, Confucio, Buddha e Maometto.
Veniamo tutti da un solo Dio e torneremo tutti da lui.
Agli uomini dovrebbe essere detto che non esiste il bianco e nero, poiché il nero è bianco e il bianco è nero.
Quindi il mio consiglio è questo: non facciamo nulla che possa ferire qualcuno in qualsiasi parte del mondo, perché siamo parte di ogni anima e ogni anima è parte di noi.”
Titolo originale | Ali and Nino
Regia | Asif Kapadia
Anno | 2016
Durata| 100 min