A come Action

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Ciak, si gira. Azione! A come Action. Perché il cinema con i suoi modi è entrato di diritto nella vita di ognuno di noi, imponendosi non solo come intrattenimento. Tutti guardano film, in televisione o al cinema. Come, però, non tutte le vite sono ugualmente vissute o vissute con egual intensità, non tutti i film sono capaci di andare oltre il mero intrattenimento. D’altro canto, gli occhi devono essere educati a leggere tutti i livelli interpretativi di un film e nessuno insegna a scuola “analisi logica del fotogramma”, spesso relegando, ingiustamente, il cinema ad arte minore, forse perché più facilmente fruibile. In realtà così non è. Aggiungere sale vuol dire donare sapore: questa rubrica ha l’obiettivo di offrire oggetti da studiare e lenti agli occhi per vedere. Proporremo film fuori dai maggiori schemi commerciali e visioni diverse di film noti. O almeno ci proveremo!

Alessandro Pigoni


Le Vite degli Altri

Oltre al sale di cui secondo nostra madre non dovremmo abbondare nella verdura, esistono il sale rosa dell’Himalaya, che ripristina l’equilibrio e rimuove le scorie accumulate con l’uso di sali industriali, il sale blu di Persia, il sale grigio di Bretagna, ottimo per le grigliate e le verdure bollite, il sane nero di Cipro, che cura malattie intestinali, intossicazioni e avvelenamento, il sale della Camargue, il più apprezzato dagli chef e dai “palati fini”.
Sali diversi per ognuno di noi, che esaltano il sapore delle giornate, che si differenziano per ogni papilla gustativa; sali minerali necessari alla vita: per il capitano Wiesler (Mühe) sono il suo lavoro, così egregiamente portato avanti alla Stasi (la polizia segreta negli anni della DDR). Per Georg Dreyman (Koch), invece, è il teatro, in nome del quale sottostà al potere per lavorare come commediografo. Wiesler viene incaricato di spiare Dreyman, la cui fedeltà al regime viene messa in dubbio, 24 ore al giorno. Inizia ad ascoltare le sue giornate, i suoi pensieri ad alta voce, i suoi rapporti sessuali, fino ad infilarsi nelle parti più intime della sua vita, fino a lasciare la sua postazione nella soffitta dell’edificio ed entrare in casa, frugare fra gli oggetti e trafugare “Poesie” di Bertholt Brecht: dopo essersi ritrovato disteso sul divano immerso nella lettura e dopo aver cercato affetto fra le braccia di una prostituta, la sua espressione cambia: da fredda e asettica, priva di espressione quale si mostra nei primi minuti del film, pian piano si ammorbidisce, si innamora, sorride. Incontra frammenti di vita che non aveva mai concepito, nuovi modi di respirare, nuovo sale. Qui tutto cambia: si ritrova più vicino agli ideali di libertà del commediografo, decide di non eseguire gli ordini e di non fornire prove per l’incriminazione di Dreyman: gli salva la vita. Non importa se poi finirà nel gradino più basso della “catena alimentare” del regime. Il ringraziamento per il suo gesto arriva scritto nella prima pagina di un libro visto per caso in vetrina e sfogliato con curiosità, autore il commediografo.

Le Vite degli Altri
Das Leben der Anderen, Germania 2006
regia | Florian Henckel von Donnersmarck
interpreti | Sebastian Koch, Ulrich Mühe, Martina Gedeck, Urlich Tukur
sceneggiatura | Florian Henckel von Donnersmarck
fotografia | Hagen Bogdanski
musica | Stéphane Moucha
durata | 2h17’

Ginevra Formentini

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