Breve guida alla Milano nascosta ma non troppo
Di posti verdi come la campagna di casa.
Premessa: prima o poi la smetto con la nostalgia di casa (forse).
Quando al paesello ho detto che mi sarei trasferita nella metropoli della nostra regione, la Lombardia, il 97% delle reazioni è stato: “Quanto ti mancherà il verde”. Scontato, lo so, ma decisamente vero. Quando si cresce in un piccolo appartamento che ha un balcone che si affaccia sulla campagna e nulla più è un attimo ritrovarsi a vivere l’angoscia di Heidi a Francoforte, quando dalle passeggiate quotidiane in riva al fiume ci si ritrova all’improvviso a percorrere lunghi viali che paiono tangenziali con clacson inferociti che le pantegane, a confronto, non sono niente. Le prime settimane uno le vive un poco nel disorientamento, non è che capisce bene ma soprattutto subito dove è arrivato, poi un giorno prende un tram, un altro fa una passeggiata di dieci chilometri (volontaria, non perché ha sbagliato mezzi – circa) e Milano cambia, comincia a vederla sotto una luce diversa, simile a quella che Tiziano Scarpa ha descritto ne’ Il brevetto del geco, quando riesci a stupirti anche davanti all’ingresso della Stazione Centrale, da quell’immensità risistemata che ti ritrovi sotto al naso ogni volta che i treni giocano a non partire o non arrivare mai.
Insomma, è bastato un poco di letteratura (non dimentichiamoci, poi, del Diario Minimo dei giorni di Franco Loi) e tante passeggiate per capire che Milano non è poi così male e che il verde, quello di casa, uno lo può scovare dove meno se lo aspetta, anche sui binari di un tram che come per magia si ferma proprio sotto casa tua. È sufficiente chiudere un occhio per un poco, guardare il mondo con uno solo, per poi voltarsi e scoprire che la cosa bella, bella davvero, era semplicemente dietro l’angolo: bastava davvero guardare meglio.
Potrei fare una lista dei luoghi migliori e più green di Milano e trasformare questo pezzo di internet in una piccola e intelligente Lonely Planet e invece le cose belle lo sono anche perché le si scovano un po’ per caso quindi bando alle ciance e parole alle immagini che uno vorrebbe anche venire stupito una volta ogni tanto. Beh, ho scoperto che Milano ha anche questo potere.
Milano? Sì, quella che vedete qui sopra è Milano. È una parte di città che intorno a sé ha sostanzialmente tangenziali e autostrade eppure entri qui, nel Parco Lambro, e già ti senti catapultato in un’altra dimensione (sì, anche quella delle pantegane). Si passeggia fra i viali di questo parco in una giornata autunnale e si comincia subito a stare meglio, a sentirsi a casa, quella lontana, che è davvero così: verde.
E sì, anche questa è Milano. Una piazza, Leonardo da Vinci, che oltre ad essere attraversata da un infinito numero di studenti in paranoia per gli esami e il futuro (tranquilli, quando inizierete a lavorare quell’ansia non farà che aumentare) ma che possono tranquillizzarsi nel sapere che la città non ha ancora inghiottito tutto il verde e che volendo possono saltare la lezione di quel pomeriggio assolato per sdraiarsi sotto le fresche frasche e dimenticare il domani e godersi il presente che può essere una siesta o una partita a Monopoli (true story): tutto è lecito qui.
Tra il Planetario e il Museo di Scienze Naturali c’è un giardino per leggere, fare un picnic e volendo anche dormire. Sono i giardini pubblici Indro Montanelli dove sì, effettivamente si potrebbe anche correre ma noi allo sport preferiamo la cultura: tutti d’accordo, no?
Lo so, anche io ho avuto un attimo di panico ma sì, anche questa è Milano. Si chiama Parco delle Cave e per arrivarci c’è un pezzettino da fare a piedi ma vi stupirà lasciare alle vostre spalle lo stadio di San Siro e i palazzi della periferia per arrivare qui, dove manca solo la barca a remi di Dawson (sì, quello di Dawson’s Creek).
Questa è facile ma mi sono sentita in dovere di lasciarla per ultima, per non lasciarvi troppo spaesati, che comunque Milano è una città e città, per noi della campagna, è anche sinonimo di tram. Solo che uno se li aspetta grigi e spenti e brutti e invece ci sono ancora linee che arrivano direttamente dal passato e ti fanno dondolare sotto le foglie che cadono, tanto che a uno sorge anche il dubbio che tutta questa bellezza sia dovuta semplicemente al dono dell’autunno e invece no, è solo questione di farsi stupire ogni giorno come fosse la prima volta.
[…] sensazione di spaseamento è sempre lì. Botanica, zoologia e paleontologia si ritrovano nei Giardini Indro Montanelli per andare a spasso con l’entomologia e la mineralogia, tutti paroloni che noi finti amanti della […]