The Nice Guys, di Shane Black
The Nice Guys è un meccanismo ad orologeria che funziona alla perfezione. Il regista Shane Black, navigato nel settore (ha scritto i vari Arma Letale, per dire), dirige un hard boiled a cui non manca nulla, coadiuvato dal produttore Joel Silver (un altro che qualcosina ne capisce: Matrix vi dice niente?). Ambientato nella Los Angeles degli anni settanta, segue le vicende di due scapestrati cow-boy, sentimentali e perennemente sbronzi, che risolvono le questioni cadendoci sopra o prendendole a pugni. Adorabili perdenti nati, a cui danno i volti Russell Crowe e Ryan Goslin (che finalmente recita decentemente! Incredibile! Davvero non ci credevo, ma è successo!) a loro perfetto agio fra camicie a fiori e feste in piscina.
C’è il gusto scenico del primo Tarantino, un pizzico dei Coen, tanta ironia grossolana, tanto Shane Black (L’ultimo Boy Scout, tanto per dire). La trama è intricata e senza senso quanto basta, inserita in quella tradizione che parte dal Grande Sonno di Chandler per approdare alla scrittura lisergica di Thomas Pynchon, ricordato anche dall’ambientazione e dalle dosi di superalcolici. Non manca neppure un fondo di critica ecologista. C’è anche, bisogna dirlo, qualcosa di nostrano. Perché i due protagonisti non possono non ricordare la coppia di mazzate per eccellenza di casa nostra Bud Spencer e Terence Hill. Manca il coro dei pompieri, accidenti; ma lo spirito è quello.
Ciò di cui si sente l’assenza, forse, è proprio una completa indipendenza dai modelli di riferimento. Rimane l’ottimo ed intelligente intrattenimento.
Voto: 7.5
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