Christo si è fermato a Montisola

Christo si è fermato a Montisola

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Di passerelle sul lago d'Iseo

Sotto le fresche frasche di Montisola

Avete presente quella sensazione? È quella che prova il bambino quando il suo giocattolo preferito finisce nelle mani del fratellino o del cuginetto; l’adolescente quando la ragazza che gli piace se la sta baciando il migliore amico; il lettore quando il libro preferito è pericolosamente finito in mani altrui. È quella cosa che scende sempre più giù, fino a far rodere il fegato in malo modo e spesso termina in risposte lanciate a malo modo contro persone che, ovviamente, hanno la malaugurata sciagura di capitarvi sotto il naso nel momento sbagliato. È che insomma, questa cosa di Christo che arriva a Montisola mi scoccia abbastanza perché porterà nell’isoletta tanta di quella gente che sarà bello farla conoscere a tutti però è un gran peccato quando un luogo che ami diventa anche degli altri e non più solo tuo. Capite che intendo?

In realtà, sarò sincera, non sono davvero così innamorata dell’isola lagunare più grande d’Italia e quasi d’Europa (true story, è scritto pure su Wikipedia alla voce Montisola). È che da sempre la considero una cosa un po’ mia, quando un giorno d’estate di più di una decina d’anni fa mi ci portarono i miei fratelli maggiori e fu un camminare su e giù, a destra e sinistra, per trovare un posticino in qualche piccola spiaggia per poi finalmente tuffarsi. Perché quello che si fa a Montisola, sostanzialmente, è prendere un battello, arrivare a Peschiera Maraglio e correre a cercare un pezzo di prato dove lasciare il proprio telo su cui si mangeranno panini per il resto della giornata.

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L’estate a Montisola

È che Montisola, poi, è talmente piccola che girarla è un attimo ma un attimo di fatica e mal di ginocchia (e di braccia se si ha fra le mani uno di quei frigo portatili pieno di lattine di birra fresca freschissima). Eppure lo si fa quasi sempre perché la vista è veramente pazzesca soprattutto se si sale fino al Santuario della Madonna della Ceriola, costruito nel 1500 sulla cima del monte che sovrasta l’isola perché già l’avevano capito che lì sopra si sarebbe respirata un’aria completamente nuova e rigenerante.

Con la sponda bergamasca da un lato e quella bresciana dall’altro, Montisola si fa sempre voler bene da tutti noi che abitiamo a venti minuti d’auto dalla sua riva. Perché è la meta dei picnic, delle domeniche in cui papà ha voglia di portare a spasso tutta la famiglia, delle giornate a bere vino dalle dieci del mattino, alle gite più romantiche dove mano nella mano si passeggia fra gli ulivi che sono tantissimi soprattutto sul lungolago fra Peschiera Maraglio e Sensole che sono poi le fermate del traghetto che parte da Iseo.

E i giorni più belli per andarci, poi, sono quelli della Festa di Santa Croce di Carzano quando due frazioni dell’isola, Carzano e Novale, vengono addobbate con fiori di carta e rami di pino. È un evento che bisogna proprio aspettarlo perché arriva ogni cinque anni ma imperdibile tanto che si ripete da quasi due secoli (sì, si parla di duecento anni).

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Il lago d’Iseo dal centro del lago.

E insomma, tutto questo è per dirvi che Montisola è tutta tradizioni e bicchieri di vino e baci rubati ma ora arriva Christo con la sua passerella e si prende tutto il merito e a me del paesello questa faccenda proprio non sta bene. Lo so, è un evento eccezionale, si chiama The Floating Piers e farà provare, a chi ci camminerà sopra, la sensazione di farsi “cullare dal movimento delle onde”, come ha raccontato Christo Vladimirov Yavachev, una metà di Christo in quanto il progetto artistico è in realtà il frutto di due menti, una moglie e un marito che hanno a cuore la land art e le opere a grande scala. Sarà una sensazione pazzesca, sicuramente, e tutto il lago d’Iseo verrà vissuto in una maniera tutta nuova tanto da far incuriosire già moltissime persone che non vedono l’ora di provare l’ebrezza di camminare sulle acque.

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La questione, quindi, è che dal 18 giugno al 3 luglio andrete da Christo a sbizzarrirvi che già le immagino le didascalie profane delle infinite foto che posterete su tutti i social network ma poi tornateci, a Montisola, che non ha bisogno di opere d’arte improvvisate per ammirarla: vi basterà una bottiglia di vino, l’ombra degli ulivi e la voglia di tuffarsi.

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