MLOL Plus: la rivoluzione digitale delle biblioteche

MLOL Plus: la rivoluzione digitale delle biblioteche

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Fondare biblioteche è un po’ come costruire ancora granai pubblici: ammassare riserve contro l’inverno dello spirito che da molti indizi, mio malgrado, vedo venire.
– Marguerite Yourcenar

Di fatto, MediaLibraryOnLine non ha fondato nuove biblioteche, è andata ben oltre: le ha messe in rete. MLOL è il primo network italiano di biblioteche pubbliche per il prestito digitale. Nell’epoca del digital e, soprattutto, della sharing economy, l’evoluzione dei servizi bibliotecari offre un contributo determinante nella diffusione della cultura.

Dimenticate quella “biblioteca” che da immaginario collettivo corrisponde solitamente a un edificio colmo di scaffali, a loro volta strabordanti di libri, atlanti, enciclopedie, libelli, spesso impolverati e dalle pagine ingiallite. Forse non siamo ancora arrivati allo spazio infinito della Biblioteca di Babele che sognava J.L.Borges, ma vi assicuro che ci stiamo andando molto, molto vicino.

Francesco Pandini
Francesco, quando era giovane (2 anni fa)

 

Francesco è diventato bibliotecario per puro caso e lo è stato per sette anni, ha lavorato nelle biblioteche di Crema – dov’è nato e dove è poi rimasto fino al 2014 – e altri piccoli comuni lombardi. A Bologna, invece, è arrivato un anno e mezzo fa dove ha iniziato a lavorare per MLOL, occupandosi della parte di comunicazione online/offline dei servizi, dello sviluppo del sito MLOL Plus e dove ora, invece, cura la parte di help desk.

 

Ciao Francesco, ci racconti brevemente che cos’è MediaLibraryOnLine (MLOL) e che rivoluzione sta cercando di compiere?

MLOL è una piattaforma attraverso cui le biblioteche mettono a disposizione dei propri lettori contenuti digitali: ebook, giornali, musica, audiolibri e molto altro ancora. È un progetto nato nel 2009 da una collaborazione tra un soggetto privato – l’azienda per cui lavoro, Horizons Unlimited – e le biblioteche pubbliche. Direi che la cosa sta funzionando molto bene: oggi siamo in 4.500 biblioteche in tutta Italia ed è anche un bell’esempio di come pubblico e privato possano lavorare insieme.

Su MLOL tutto è molto flessibile: una biblioteca può scegliere cosa offrire agli iscritti in base al budget a disposizione e alle proprie necessità, ed è questo il motivo per cui in un posto puoi trovare gli mp3 in download e in un altro, invece, tantissimi audiolibri. E ci sono servizi unici: come l’edicola di PressReader, che raccoglie quasi cinquemila quotidiani e periodici da tutto il mondo; o il Prestito Interbibliotecario Digitale, un’idea che abbiamo di fatto sperimentato per primi al mondo, e che ti permette di prendere in prestito ebook da tutte le altre biblioteche che vi partecipano.

Da qualche mese abbiamo lanciato anche un nuovo servizio di ebook subscription. Si chiama MLOL Plus ed è una sorta di versione “premium” di MLOL: se attivi un abbonamento, puoi avere in prestito più ebook rispetto a quelli del servizio gratuito di base, scegliendo da un catalogo molto più ampio. E inoltre contribuisci a finanziare il digitale in biblioteca: una parte cospicua dell’abbonamento, infatti, viene devoluta alla biblioteca cui vieni associato al momento dell’iscrizione al servizio e contribuisce a sostenere MLOL.

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3 motivazioni per cui consiglieresti a un amico di abbonarsi a MLOL Plus?

  1. Se la tua biblioteca sta in MLOL, ma non ti offre abbastanza ebook ogni mese, puoi averne diversi in più con un abbonamento MLOL Plus; se la tua biblioteca non propone il prestito digitale e non c’è modo per te di averlo gratuitamente, questo è secondo noi un buon modo per provarlo.
  2. Il catalogo: per ora non c’è nessun altro servizio di ebook subscription che abbia i titoli di tutti i maggiori editori italiani. Nessuno. La disponibilità dei titoli è variabile – per motivi che spieghiamo bene nelle FAQ del sito – ma mediamente, quando fai login, trovi sempre almeno 55.000 – 60.000 titoli tra cui scegliere.
  3. Il valore sociale: quando ti abboni a MLOL Plus devi sapere che stai contribuendo a sostenere il digitale gratuito in biblioteca. E si potrebbe obiettare “ma io già pago le tasse per finanziare la biblioteca!”: non un’osservazione sbagliata, ma purtroppo al momento non c’è verso, per come sono strutturati i budget delle biblioteche pubbliche, di finanziare in modo adeguato i servizi digitali. Per capire che sono cifre imparagonabili, ti basta fare un confronto: quanti libri di carta puoi prendere ogni volta che vai in biblioteca? E quanti ebook puoi scaricare in un mese, nella stessa biblioteca? Il confronto è impietoso, e considera che il digitale costa meno da qualunque verso lo si guardi.

Qualche giorno fa, mi ha fatto sorridere una redattrice di SALT quando mi ha detto che mentre era in Irlanda per tre mesi, non potendo recarsi fisicamente alla solita biblioteca, utilizzava regolarmente MLOL. E’ bellissimo pensare che un servizio offerto dalla propria città possa seguirci ovunque, oltrepassando i confini territoriali, insormontabili in epoca pre-digitale. Secondo te qual è la vera innovazione di MLOL?

Io a MLOL sono uno degli ultimi arrivati in realtà, quindi il mio entusiasmo assomiglia ancora molto a quello della redattrice di SALT. È quello di un utente di biblioteche medio-piccole che a un certo punto si è trovato a disposizione un mare di oggetti digitali che la sua biblioteca non avrebbe mai potuto offrire in altro modo. E parliamo di contenuti validati e di qualità, non semplicemente di un sito pieno di cose – e sai quanto è facile, oggi, costruire contenitori senza metterci dentro nulla di utile, ma semplicemente riempiendo gli scaffali.

Ne parlavo con il nostro programmatore: al di là degli ebook e di tutto il resto, il servizio che preferisco da utente è l’edicola, perché proprio non è confrontabile con quanto le biblioteche solitamente possono vantarsi di offrire nella loro versione “fisica”. 5.000 giornali da tutto il mondo da sfogliare online: ci pensi? Quando lo raccontavo agli utenti delle mie biblioteche, le prime volte non ci potevano credere.

 

Sembra strano domandarlo ad un servizio bibliotecario, ma quanto è importante per voi la presenza sui social network? Su Twitter, ad esempio, siete fortissimi! Come sta andando la ricerca di giovani lettori? Rigettano le biblioteche o ne sono attratti, ora che sembrano essere più moderne?

Beh, la presenza sui social per noi è fondamentale: esserci, oggi, non è davvero un’opzione. Se dai un’occhiata agli studi di Vincenzo Cosenza e vedi quante decine di milioni di italiani stiano ogni giorno sui social, è subito evidente che non si può stare da un’altra parte. E se sei una biblioteca, i tuoi lettori sono lì.

Questo vale naturalmente anche per i giovani lettori. Sebbene questo sia un argomento incredibilmente complesso e di sicuro non si possa creare abitudine alla lettura solo a partire da questi canali, possiamo dire che sono almeno vere e importanti due cose:

  1. in Italia i ragazzi leggono già molto, e molto più degli adulti, a dar retta anche solo alle classifiche di vendita del momento – a riguardo consiglierei di leggere un pezzo di Giacomo Papi uscito da un paio di giorni sul Post e uno di Giulia Blasi su Medium.
  2. La promozione di contenuti di interesse per quel target specifico sui social è già di per sé un piccolo contributo.

Parlando di “come” stiamo sui social, per il momento l’unico nostro vincolo è etico ed è la cura dei contenuti. Troppo facile usare solo frasi tranchant di quattro parole con il punto alla fine: è vero che queste cose funzionano, ma è anche vero che sarà pure ora che, dato che come dicevo questi spazi non sono più una scelta facoltativa, ci mettiamo a usarli per produrre contenuti di qualità e come vogliamo noi. Sono un mezzo, non un fine.

SalaborsaaBologna
Biblioteca Salaborsa, Bologna (travelblog.it)

Avete mai avuto modo di confrontarvi con esperienze analoghe oltralpe? Secondo te, in questo settore, quanto è profondo il gap digitale tra l’Italia e altri Paesi Europei?

Gli ultimi dati che ho sottomano ora sono quelli del 2014, e ti danno un’idea di dove stiamo, qui in Italia. Mentre noi con MLOL facevamo 220.000 prestiti – che son diventati 300.000 l’anno dopo – in Germania se ne facevano 12 milioni, mentre Overdrive negli USA superava i 100 milioni. Ci sarebbe di che deprimersi, se non fosse che a) non serve a nulla e b) cinque anni fa questa cosa in Italia non esisteva e oggi è una realtà solida e in espansione. E questo nonostante la continua contrazione dei fondi messi a disposizione delle biblioteche.

 

Per mera curiosità, ci puoi dire quali sono gli ebook più richiesti del 2016?

Da un calcolo veloce, direi questi: “L’amante giapponese” (Allende), “La ragazza nella nebbia” (Carrisi), “Tempesta di neve e profumo di mandorle” (Lackberg), “Quello che non uccide” (Lagercrantz), “La ragazza del treno” (Hawkins).

 

Una domanda che volevo farti da molto tempo: ma tu quanti libri leggi in media all’anno? E, soprattutto, ormai leggi solo in digitale?

Comincio subito a deluderti. In realtà non sono un divoratore di libri, sono molto più appassionato di musica e cinema: sebbene di fatto legga ora più di quanto abbia mai fatto, la mia misura attualmente è quella degli articoli, più che quella del romanzo o del saggio.

In realtà ho poi una passione divorante per i fumetti, tanto che nel 2015 potrei dire di aver letto quasi solo quelli – tra l’altro ho appena finito “La casa” di Paco Roca e “Patience” di Daniel Clowes, entrambi eccellenti per motivi diversi, mentre mi sono perso il tour di Craig Thompson in giro per l’Italia e non me lo perdonerò mai.

Mi è comunque difficile quantificare se parliamo di “libri”, sai? Quindici? Venti? Ti dico però cos’ho sul comodino e nello zaino, ora: “Sette pezzi d’America”, un Minimum Fax che raccoglie sette inchieste giornalistiche da Pulitzer, e “Come funziona la musica?”, un saggio di David Byrne che mi dicono imperdibile. Vedremo.

E – seconda delusione? – sono entrambi di carta. Ma è proprio una questione personale, nel senso che a me non è mai interessato tanto il tipo di supporto, quanto piuttosto quello che ci stava dentro. Quindi mi è indifferente la lettura digitale o analogica, ecco. Che poi ci sarebbero molte cose da dire sul tema e anche se non sono forse titolato a farlo – per questo dovresti parlare con dei luminari come Gino Roncaglia, non con me – provo comunque a buttarti lì qualche idea mia:

  1. attualmente ci sono delle cose che si possono fare solo con la carta, e altre per cui è meglio rivolgersi al digitale. Se vuoi rileggerti “It”, io ti consiglierei il digitale anche solo per questioni di banale comodità – ma la comodità non è mica banale, in effetti. Per rimanere ai fumetti, però, c’è quest’opera di Joe Sacco, “La grande guerra”, che è un’unica tavola lunga sette metri che, srotolata, racconta la battaglia della Somme: un oggetto del genere è inimmaginabile in una versione diversa da quella cartacea, oggi.
  2. Questo è dovuto anche al fatto che attualmente i libri digitali sono pensati per essere semplici versioni file delle edizioni cartacee; che va bene, ma l’ebook può essere MOLTO più di così.
  3. Attualmente l’unico tipo di prodotto cartaceo veramente interessante dal punto di vista editoriale sono i libri per bambini, il solo settore dove mi pare si sperimenti con il formato e il materiale e che ancora è difficilmente “imitabile” dagli ebook. Però ti dico: se vai su Mamamò e dai un’occhiata alle app per bambini e ragazzi recensite, ti accorgerai di cosa possa fare il digitale anche in questo ambito.
  4. Cartaceo e digitale sono destinati a convivere, per un po’. Ma a me piace sempre ricordare quello che diceva un divertentissimo Maurizio Maggiani in un’intervista su Linkiesta, l’anno scorso – non è detto che sia necessariamente così, ma vale quantomeno la pena rifletterci:

“Ci sono tre miliardi di essere umani al mondo che non usano ancora la carta igienica. Hanno diritto o no a usarsi un metro di carta per uno? E la chiederanno, prima o poi, e lotteranno per quello. Tre miliardi di metri sono tre milioni di chilometri al giorno. Non bastano tutti i pioppi del mondo per fare questa carta, per rispondere a un diritto. Allora, quando quelli che vogliono la carta igienica saranno di fronte a quelli che vorranno stampare la Divina Commedia, diranno loro che no, che prima vogliono pulirsi il culo, poi se ne avanza si stampi la Divina Commedia. E infatti non è certo il mercato editoriale a tirare, è piuttosto quello della carta igienica.”

ebook reader

“Dimmi cosa leggi e ti dirò chi sei…” qualche titolo a cui sei particolarmente legato?

Mi fai una domanda complicatissima, e la risposta potrebbe cambiare così rapidamente che su questo post dovrebbe esserci un tasto “Edit” pubblico.

A cuore, solo grandi classici: “Il giovane Holden” (Salinger), “Middlesex” (Eugenides), “Una questione privata” (Fenoglio), “Il signore delle mosche” (Golding), “Our band could be your life” (Azerrad).

Se ci aggiungiamo le letture a fumetti, ti direi: Watchmen (Moore/Gibbons), Habibi (Thompson), ovviamente tutto Calvin & Hobbes (Watterson), L’Eternauta (Oesterheld/Solano Lopez) e Maus (Spiegelman). Ce n’è poi uno recentissimo che meriterebbe di entrare nella mia top 5: “Gli equinozi” di Cyril Pedrosa, davvero indimenticabile.

Ma per quello che ti ho detto prima, mi piacerebbe elencarti anche i miei cinque film e dischi preferiti. Non ti spiace, vero? In fondo su SALT parlate di tutto questo e io ho una piccola mania per le liste. (Nel caso in cui non si fosse notato, ndr)

(e no, non mi dispiace affatto, doppio – ndr)




Per i film: “La sottile linea rossa” (Malick), “Boyhood” (Linklater), “L’ultimo spettacolo” (Bogdanovich), “Il grande Lebowski” (Coen), “Grizzly Man” (Herzog); per la musica: “Automatic For The People” (R.E.M.), “#1 Record” (Big Star), “Warehouse: Songs And Stories” (Husker Du), “Double Nickels On The Dime” (Minutemen), “Down Colorful Hill” (Red House Painters).

Ok, ho un problema con gli americani.

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Dulcis in fundo, dopo tutte le liste che ci hai regalato, ti chiedo qualche anticipazione. Voi di MLOL state preparando altre sorprese o nuovi servizi per noi lettori?

Beh, intanto abbiamo lanciato openMLOL – versione Beta, siate buoni con noi!

Si tratta di un sito completamente gratuito e dedicato alle risorse ad accesso libero – ovvero quelle cose già liberamente disponibili in rete, per vari motivi. Noi le analizziamo e le selezioniamo per costruire una biblioteca che renda accessibili ai lettori delle informazioni utili che altrimenti se ne starebbero nascoste da qualche parte nell’Internet.

Considera che puntiamo al mezzo milione di oggetti digitali, tra ebook, spartiti, audiolibri, riviste scientifiche e altro ancora. L’obiettivo, a parte l’ampiezza della collezione, è però forse ancora più alto: da un lato diffondere la cultura dell’open access, dall’altro sensibilizzare gli utenti sulle buone pratiche da adottare quando si riutilizzano contenuti prodotti da qualcun altro. Pensa che i miei colleghi stanno mappando i contenuti in base all’openness: se cerchi un’immagine in una banca dati, io ti dico prima di tutto cosa potrai farne e come potrai riutilizzarla. Bello, no?

E poi abbiamo in ballo tantissime nuove idee sulla scuola. Ti dico solo questo, perché non amo nemmeno io gli spoiler: quando si parla di biblioteche scolastiche italiane, ci si riferisce ad esse come a un “buco nero”. Non perché non ce ne siano, ma perché di fatto non si sa nemmeno SE ci siano e se quelle che ci sono siano considerabili biblioteche. Ecco: per noi, anche qui, il digitale può essere una gran risposta.

Qui a MLOL siamo pochi, ma sempre di corsa.

MLOL Team
Semi-selfie (con dito) aziendale

 

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