10 libri da leggere per essere così indie oh oh oh

10 libri da leggere per essere così indie oh oh oh

libri indipendenti

Sono così indie oh oh oh, sono così indie oh oh oh…

Diciamocelo: niente fa intellettuale di nicchia (vogliamo dire hipster? Vogliamo dirlo? Non lo diciamo) come un bel paio di occhialoni, una camicia a quadrettoni e soprattutto dei libri poco conosciuti sotto al braccio, i “libri indipendenti”, ammesso che esistano. O almeno, questo è quello che ci dice il nostro tremendo consulente di immagine.

No dai scherzi a parte, cosa avete da fare l’1 e 2 aprile? Noi vi consigliamo di partecipare all’evento Leggo Indipendente: si va in una libreria indipendente, una qualsiasi nella città che volete voi, e si compra un libro. O più di uno. Dipende da quanto ossessivo compulsivo siete. Noi non giudichiamo.

Per capire meglio di cosa si tratta, abbiamo fatto una guida a prova di scemo – dove lo scemo target del test è il redattore medio di SALT. La trovate qui: #Leggoindipendente: istruzioni per l’uso.

Ma perché siamo così fissati con le librerie indipendenti? È molto semplice anche questo. È tutto semplice.

È innegabile che le grandi catene di librerie ed i negozi online abbiano un grande vantaggio, se non a livello economico almeno a livello di tempo. Quindi ben venga l’acquisto volante di un libello alla Feltrinelli della Stazione Centrale. L’esperienza del libro, in quel caso, avviene in un brevissimo tempo e in solitaria. Entro-prendo-pago-esco-leggo. Che appunto, a volte ci sta. Però… però noi di SALT crediamo fermamente in una cosa. Anzi, in due, se contiamo la teoria geocentrica: che i libri siano un’esperienza comunitaria, e che, come tutte le cose che si fanno insieme, richiedano più tempo.
Alla fine è il motivo stesso per cui facciamo SALT, perché è bello condividere quello che leggiamo con gli Altri e perché la cultura assume valore solo quando condivisa.

Nella catena di produzione di valore di un libro, noi e voi – come comunità eSALTata di lettori – siamo a valle: abbiamo già acquistato un libro, lo abbiamo già letto e vogliamo parlarne, esaltarci insieme, condividerlo, magari anche consigliarlo.

Le librerie indipendenti, invece, stanno a monte di questo processo.

Quando entri in una piccola libreria, magari anche un po’ disordinata, si stabilisce, in maniera quasi obbligatoria, un rapporto con il libraio. E lì cambia tutto. Lì rischi di entrare con l’idea di comprarti Dostoevskij e di uscire con John Fante sotto al braccio, compromettendo seriamente gli equilibri geopolitici internazionali.

Sta di fatto che nel nostro piccolo universo la condivisione del nostro tempo in libreria, affinché l’acquisto non sia un mordi e fuggi istantaneo, cambia il valore del gesto che stiamo compiendo. Stiamo incontrando un Altro, stiamo conoscendo qualcuno, stiamo condividendo una passione con una persona ed uno spazio che non sono replicabili su larga scala.

Poi potremo tornare ad odiare l’umanità e a rintanarci sulla nostra poltrona da soli a leggere, ma in quel momento non è più una relazione esclusiva tra noi e il libro. Diventa almeno un menage à trois, se non addirittura una relazione aperta. Sogniamo un mondo in cui ci si chiede: qual è il posto più strano in cui hai comprato un libro?

Vogliamo davvero privarci di tutto questo? Noi no, per questo vi invitiamo CALDAMENTE (leggi: vi veniamo a prendere a casa) a non dare quei piccoli angoli di quartiere, zeppi di libri e conversazioni che avreste potuto avere, per scontati.

A maggior ragione che in queste librerie si possono trovare, oltre ai soliti titoli, anche libri un po’ particolari di case editrici indipendenti. E qui sta il nostro piccolo contributo: una lista di libri imperdibili se volete davvero essere i più hipster del quartiere, per riscoprire il piacere di una cultura scelta, condivisa, non imposta e per questo davvero indipendente.

10 libri da aggiungere alla lista di vite che non state vivendo.

Si comincia da Quando siete felici, fateci caso di Kurt Vonnegut.

Partiamo!

 

Quando siete felici fateci caso
Quando siete felici, fateci caso
di Kurt Vonnegut, edizioni MINIMUM FAX
(Ne avevamo già parlato qui)

Quando siete felici, fateci caso è la raccolta di alcuni dei più significativi commencement speech (discorsi ai laureandi) tenuti da Vonnegut al termine dell’anno accademico in alcune università americane. Insegnamenti apparentemente semplicissimi e, per questo, tra i più difficili da tradurre nella pratica quotidiana, come amare l’incertezza del proprio destino, guadagnarsi la stima dei propri vicini, non dimenticarsi mai della comunità a cui si appartiene e fare del nostro meglio per prenderci cura di quel “pezzetto di mondo” che ci siamo scelti.

Perché acquistarlo: perché, per dirla con le parole del vecchio Kurt, “bisogna essere buoni, cazzo”. Tra l’altro, noi l’abbiamo acquistato alla libreria Minimum Fax di Roma, che ha un posto speciale nel nostro cuore e che parteciperà all’evento #Leggoindipendente! Ah, i corsi e ricorsi storici…


Trilogia del BarLume di Marco Malvaldi, edizioni SELLERIO

Malvaldi è un chimico, nonostante ciò è simpatico ed è ovviamente in grado di assemblare robe che creano dipendenza: come i suoi libri gialli, che gravitano attorno al Bar Lume, gestito da Massimo (ex matematico, ex marito, vincitore di un terno al lotto) e movimentato dalla cricca di pensionati capitanati da Ampelio, nonno del titolare. La briscola in cinque, Il gioco delle tre carte e La carta più alta, stampati su inconfondibili pagine Sellerio, vedono i quattro vecchietti farsi i fatti degli altri, esasperare Massimo e risolvere casi di omicidio – il tutto condito di inconfondibile humor toscano e cedrata.

Perché acquistarlo: perché è un maxiformato convenienza: sarà impagabile spiare le pagine che scorrono, e tirare un sospiro di sollievo all’idea che ve ne restano ancora una, due, di storie da ridere di cuore.




Una cosa divertente che non farò mai più + Verso occidente l’impero dirige il suo corso di David Foster Wallace, edizioni MINIMUM FAX

Eccoloooo! Poteva mancare DFW in una lista di hipsterate del genere?? MA OVVIAMENTE NO! (Contessa, dico a te). E per essere veramente indie ne abbiamo messi 2 di libri, mica uno.

  • Una cosa divertente che non farò mai più è il racconto impietoso di DFW in persona di una vacanza in crociera, una tregua dalle cose spiacevoli che rischia di essere più spiacevole della routine stessa. Un isterico divertimento testimoniato da terrificanti sorrisi plastici ed emulsionato da sudore a profusione. (ne avevamo già parlato qui)
  • Verso occidente l’impero dirige il suo corso, invece, è il racconto di sei persone dirette alla “Riunione di tutti coloro che hanno mai partecipato a uno spot per McDonald’s”. È un libro in pieno stile DFW, che trasuda consumismo, capitalismo, plastificazione e circonlocuzioni lunghissime per dire cose semplicissime. Edonistico e fine a se stesso come solo DFW sa essere.

Perché acquistarli: perché essere mediamente indie facendo finta di avere letto leggendo Infinite Jest quando potete essere VERAMENTE di nicchia con le opere minori di DFW? Pensateci, mentre pulite la vostra Reflex.

Individuo e Comunità
Individuo e comunità
di Paul Goodman, edizioni ELÈUTHERA
(ne avevamo già parlato qui)

Per Paul Goodman, anarchico ed intellettuale statunitense, l’anarchismo moderno nasce per subentrare al liberalismo che nel corso dell’800 perde la sua carica innovatrice. Anarchia, infatti, non è solo manette e fumogeni nella piazza, non è il “bordello”, il “minchia se non do fuoco alla banca sono un coglione”. Anarchia è innovazione sociale, libertà dell’individuo e maturazione dell’autonomia e della consapevolezza degli uomini. Individuo e comunità ci sprona a non aspettare la prossima manifestazione: la rivoluzione si gioca ogni giorno.

Perché acquistarlo: perché i paroloni che ci piacciono, come Collaboration, Smart-Working, Social Innovation, si devono tradurre in valori nuovi nel lavoro e nella vita sociale: senso di comunità, partecipazione e collaborazione.


Panorama
di Tommaso Pincio, edizioni NN
(ne avevamo già parlato qui)

Panorama è una sorta di social network, paurosamente simile a Facebook, con la particolare caratteristica dell’obbligo di una telecamera interna che punti 24h/24 in un determinato punto (a scelta, ci mancherebbe altro) dell’abitazione della persona iscritta. È un non-luogo in cui le persone diventano paesaggio, ornamenti da guardare, sbirciare. Ottavio, il protagonista, decide di iscriversi al social network. La chiave è la comunicazione, lo schermo è solo un mezzo.

Perché acquistarlo: perché è un libro che parla di molte cose non espresse ma che tutti sappiamo, e che sappiamo che gli altri sanno, a loro volta. Aiuto.


Odisseo e i maiali
di Lion Feuchtwanger, edizioni NOTTETEMPO
(ne avevamo già parlato qui)

Con Odisseo e i maiali, Feuchtwanger scrive un racconto amaro su Odisseo e l’insolita tecnica delle faccende serie. Quando Odisseo approda sull’isola dei Feaci, Alcinoo lo accoglie tra immensi tesori, tra i quali c’è un nuovo materiale, più duro delle incudini di Efesto: il Ferro. È l’incontro dell’uomo con la technè, con le faccende serie. Ma la tecnica ha reso davvero gli uomini uguali agli dei? O li ha costretti ad abbassare lo sguardo su ciò che è misurabile, su ciò che è possedibile?

Perché acquistarlo: perché è una bomba, e poi anche per capire che cazzo c’entrano i maiali.

Cos'è?
Cos’è?
di Ko Un, edizioni NOTTETEMPO
(ne avevamo già parlato qui)

Se ogni mattina dovete prendere i mezzi pubblici. Se quando salite sul tram un’orda di persone eterogenee nei modi e negli odori preme intorno a voi, ridefinendo le leggi dello spazio, allora Cos’è di Ko Un potrebbe fare al caso vostro. Ko Un è un poeta zen coreano e le sue poesie, brevissime, sono una sorta di Xanax concentrato che ti fa sopportare la gente, pillole per cominciare la giornata col sorriso (o almeno senza uccidere nessuno). Basta leggerne qualcuna perché l’umanità che ti circonda assuma toni più dolci e leggeri. Zen, appunto. Ommmmmm.

Perché acquistarlo: perché non possiamo più tirare avanti a benzodiazepine e fiori di Bach.


Nessuna pagina rimanga bianca
di Giuseppe Carnovale, edizioni LA VITA FELICE
(ne avevamo già parlato qui)

Queste parole di Giuseppe Carnovale sono state scritte per le sbarre, per chi pensa di possedere la verità, per chi è “fuori”, senza sapere che tutti, in un modo o nell’altro, siamo “dentro”.
Ch’io mi strugga non importa all’eletta
casta, che sia la mano destra o la sinistra.
Questo paese ha solo gli occhi per punire.

Perché acquistarlo: perché tutti noi pensiamo di possedere la verità, e tutti pensiamo di essere liberi.

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Urlo e Kaddish
Urlo e Kaddish
di Allen Ginsberg, edizioni IL SAGGIATORE

Conosciuto ai più come autore del celebre Urlo, Ginsberg dipinge una realtà disturbante, ritrae personaggi definiti con una sola riga di testo e risulta incredibilmente crudo. Tra le pagine si respira Kerouac, l’amicizia (with benefits) con Burroughs, la sbandata per Neal Cassady, la passione per lo stile di Walt Whitman e, ovviamente, le allucinazioni da peyote (per noi generazione sintetica, la mescalina). In altre parole, mentre scriveva Urlo, Ginsberg era fuori come una mina. E poi c’è Kaddish, il poema dedicato alla madre Noemi, morta in ospedale psichiatrico. Stavolta ci sono anfetamine e malinconia (o senso di colpa?)

Perché acquistarlo: perché quando arriverete all’ultima pagina vi sentirete storditi, come se l’effetto delle droghe assunte dall’autore si riversasse su di voi. “La chiave è nella finestra, la chiave è nella luce del sole alla finestra”.

 

Il cammino della Comunità
Il cammino della Comunità di Adriano Olivetti, EDIZIONI DI COMUNITÀ
(ne parleremo ancora…)

Chiudiamo questa lista in bellezza. Adriano Olivetti (quegli Olivetti della macchina da scrivere arrugginita di vostra madre) è in grado di riconciliarci con la Grande Bellezza italiana, quando ci fa notare che l’anarchia, qui da noi, è sempre esistita. Sì, magari gli italiani non sono tanto patriottici, preferiscono amare chi abita nella casa a fianco, rispettano chi possono guardare in faccia. Però da Morbegno a Martirano, nessuno si allontana dalla tua tavola, nessuno manca di offrire l’ultimo bicchiere. Da generazioni ci riuniamo nelle associazioni del dopolavoro, nelle cooperative sociali. Abbiamo inventato gli oratori. Per noi l’anarchia non è mai stata un’utopia, il mondo ci invidia per questo.

Perché acquistarlo: vabè, questa citazione basta? “Abbiamo portato in tutti i villaggi le nostre armi segrete: i libri, i corsi, le opere dell’ingegno e dell’arte. Noi crediamo nella virtù rivoluzionaria della cultura che dona all’uomo il suo vero potere”.

Si conclude qui il nostro viaggio nell’iperuranio della cultura indipendente, alla ricerca del noumeno in camicia a quadrettoni. Incontrate gli Altri e condividete i libri, invadiamo le librerie il 1 e 2 aprile! Noi ci saremo, se ci sarete anche voi battete un colpo. Rock on!




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