La casa del sonno | Jonathan Coe
“Enorme, grigia e imponente, Ashdown sorgeva su un promontorio, a una ventina di metri dalla viva parete della scogliera, ed era lì da più di un secolo”.
Prendete l’Inghilterra anni ’80. Prendete il Thatcherismo, le rivolte sociali. Prendete qualche canzone degli Smiths. Prendete intrighi strani e coincidenze assurde. Il risultato è un libro di Jonathan Coe. Premessa: sono una grande fan di Jonathan Coe, al quale mi sono avvicinata grazie al suo primo romanzo Donna per caso.
Tuttavia, se vi va di scoprire questo autore non dovete assolutamente leggere, per nessuna ragione al mondo, L’amore non guasta e Questa notte mi ha aperto gli occhi.
Pessimi.
Non so cosa passasse per la testa di Coe quando li ha scritti, ma per fortuna non hanno nulla a che fare con tutti gli altri suoi (bellissimi) romanzi. Un ottimo primo approccio all’autore inglese è, invece, La casa del sonno. Gli anni ’80 inglesi fanno da sfondo alla storia, anche se sono meno rilevanti ai fini della vicenda rispetto ad altri romanzi (ad esempio La banda dei brocchi).
In La casa del sonno, infatti, Coe ricrea uno spazio ed un tempo ad hoc. Il tempo si snoda su due binari paralleli: una nota nella prefazione informa il lettore che i capitoli dispari saranno ambientati negli anni 1983-1984, quelli pari nel giugno 1996. Inoltre, significativamente, ogni capitolo è intitolato come una fase del sonno, dalla veglia alla fase rem. Lo spazio in cui si svolge la maggior parte delle vicende è Ashdown, un “castello dai destini incrociati”. Non per niente, qui i destini dei protagonisti si incroceranno tante volte, a distanza di tanti anni, in un gomitolo di storie che si srotola sotto gli occhi del lettore.
Nel 1983 Ashdown è una residenza per studenti universitari, dove si incontrano i personaggi del romanzo: Gregory, scrupoloso studente di medicina, Sarah, narcolettica e per questo creduta da tutti un po’ matta, Robert, innamorato (non ricambiato) di Sarah, e Terry, studente di cinema che dorme quattordici ore al giorno, perché trova che la vita sia molto più interessante nel mondo dei sogni. Ognuno di loro è legato, in un modo o nell’altro, al sonno. C’è chi lo percepisce come una malattia, chi lo vive come un problema, chi lo amava ed ora lo odia.
Nel 1996 Ashdown è stata trasformata in una clinica per i disturbi del sonno. L’alternanza dei capitoli contribuisce a confondere il lettore che, già a metà del libro, può cominciare a cogliere dettagli e particolari inquietanti. Coe racconta la storia di ognuno dei quattro protagonisti, che evolvono da studenti ad adulti: Gregory ha realizzato i suoi sogni di gloria ed è un medico affermato, Terry scrive di cinema ed è diventato un insonne cronico…
Il fil rouge del libro è il sonno, in tutte le sue accezioni. Sonno come metafora del torpore della mente, sonno come malattia che ci obbliga a perdere un terzo della vita dormendo, sonno come scudo verso lo stress del mondo esterno, sonno come vulnerabilità: nessuno dice bugie nel sonno.
Il romanzo affronta il sonno e i suoi disturbi anche da un punto di vista scientifico, senza mai risultare noioso. Anzi, diverse delle nozioni fornite dall’autore sono fondamentali per la comprensione di alcuni passaggi chiave del libro.
Jonathan Coe ricorre spesso ai destini incrociati nelle sue opere, come in La famiglia Winshaw, riuscendo a tenere il lettore sul filo del rasoio, se questi è disposto a stare al gioco. Autore della “generazione Blair” si occupa del tema delle nuove generazioni e delle aspettative per il futuro, a metà tra Nick Hornby e Joseph o’Connor.
È difficile recensire questo libro, pochi dettagli in più ed il delicatissimo incrocio di destini che Coe ha saputo mettere nero su bianco crollerebbe, privando la storia di quell’aura da “romanzo giallo” che fa da sottofondo. Il mistero che circonda i personaggi non evapora neanche ad una seconda lettura del libro. Le trovate narrative sono talmente tante e originali che, a distanza di pochi mesi, l’ho riletto con la stessa avidità e lo stesso stupore della prima volta.
Consigliato a chi ha voglia di un romanzo coinvolgente ed ipnotico. Sconsigliato a tutti quelli che, appena prendono in mano un libro, non resistono alla tentazione di leggerne le ultime righe.
titolo | La casa del sonno
anno | 1997
autore | Jonathan Coe
editore | Feltrinelli
collana | Universale Economica
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