Lov – Intervista a Daw
Single o accoppiati oggi è per tutti San Valentino, cioè quella festa che “No io non festeggio queste commercialate perchè sono superiore a queste cose”. Forse una spesuccia da fare potrebbe esserci e lo dico nel modo più egoistico possibile, cioè per farsi un regalo da tenere in libreria. Si tratta della nuova raccolta “Lov” (Panini Comics) di Davide Berardi (in arte Daw) che unisce una prima parte delle famose causticissime vignette sulle relazioni di coppia, forse le più rubate e copiate nella storia della rete. Per Panini Comics Daw pubblica anche “ A come ignoranza”, una raccolta bimestrale di storie di moltissimi personaggi uniti dal suo umorismo tipicamente nonsense, e per Lucca Comics 2015 ha portato la raccolta delle strisce uscite sulla pagina Facebook (qui) dal nome “Sick Sick Sick”. Per questa occasione ho pensato di fare quattro chiacchiere con l’autore. Ma voglio fugare ogni dubbio e lo dico subito: Daw è un mio caro amico e intervistarlo è stato davvero strano (sembrava quasi una persona seria..)! Ma amico o no l’opinione che ho del suo lavoro non cambia assolutamente. Ho conosciuto come moltissimi le sue strisce su Facebook durante le infinite giornate in cui preparavo gli esami di medicina e i suoi personaggi, primo tra tutti il Malvagio Dottore, sono riusciti a rallegrare quelle ore buie e a condirle con un po’ di follia (il Malvagio Dottore si è anche conquistato uno spazio tutto suo nei ringraziamenti della mia tesi). Solo dopo sono andata ad incontrarlo al Lucca Comics 2013 (di seguito la testimonianza del nostro primo incontro). In ogni caso, ecco un resoconto della nostra chiacchierata di mercoledì notte.
Ciao sconosciuto! Questo week end è San Valentino e non si parla d’altro che della tua nuova raccolta “Lov”. Puoi dirmi come sono nate le prime vignette? Sono autobiografiche?
All’inizio, le primissime vignette sono nate da una delusione amorosa, mi servivano come per esorcizzare un demone e contemporaneamente piangermi addosso. Ma non tutte sono autobiografiche eh! Non dirlo altrimenti la gente poi pensa che ho il pene piccolo!
Sono state queste vignette la prima cosa a darti visibilità. Sono state anche la prima cosa che tu abbia pubblicato in rete?
Non sono state le prime cose. La prima cosa in assoluto sul mio blog è stata una storia su Brullonulla e poi una storia su Sbranzo (Nds due dei protagonisti delle storie di “A come ignoranza”). Poi sono arrivate le vignette di Lov come riempitivo per il blog, perché con le storie non riuscivo a tenerlo aggiornato visto che riuscivo a farne una ogni 7 mesi circa.
E dal tuo blog poi che strada hanno preso queste vignette per diventare famose?
All’inizio ne avevo fatte 20 ed era morta lì. Poi una blogger mi aveva contattato per utilizzarle come illustrazioni per un libro e sono diventate quindi 40. Però di questo libro non ho più saputo niente né ho mai avuto un riconoscimento. È stato quello il momento in cui hanno cominciato a circolare abusivamente in rete. Solo in seguito Gazzetta mi ha contattato per inserirle nel suo diario “Gazzenda” .
Non credi che il fatto che siano diventate virali, anche se abusivamente, abbia comunque contribuito a farti conoscere?
Sicuramente mi ha dato una base di fan sui social (Nds, in questo momento la pagina FB “Daw” conta quasi 55.000 followers). Molto del traffico sulla mia pagina comunque è venuto dalle vignette perché hanno il vantaggio di contenere una battuta veloce che non occupa tempo né spazio. Anche un avventore casuale riesce a leggerla senza perderci tempo e a farsi subito un’opinione.
Poi come sei andato avanti sul tuo blog? Cosa è venuto dopo?
Le strisce, che poi sono l’evoluzione della battuta contenuta nella singola vignetta ma sono meno impegnative della storia di più pagine. Le strisce sono riuscite a far fermare sulla pagina altra gente e magari a convincerle a leggere anche le storie. Mi hanno permesso anche di sperimentare e vedere cosa potesse funzionare. Ho sempre voluto le strisce raccolte e così, quest’anno, è nato il volume “Sick Sick Sick”. Avere il proprio libro in mano è come aver costruito qualcosa.
Le tue strisce e le tue storie hanno tantissimi personaggi. Qual è il tuo preferito?
Il Dottore è molto divertente, ma mi sto affezionando anche al Giudice. Non voglio sbilanciarmi che poi si offendono. Alcuni mi piacciono ma sono ingestibili, o meglio, sono gestibili ma solo per delle battute fulminanti. Per esempio Gasdotto amico sincero è piaciuto tantissimo ma non posso usarlo troppo spesso, è divertente solo per il fatto che esista. Certi personaggi sono interessanti solo quando sono abbozzati, come un disegno a matita che spesso è più affascintante quando non è ancora rifinito con la china.
Ma torniamo alla protagonista di questa intervista, la raccolta “Lov”. Come ti senti ad averla finalmente tra le mani? Sei soddisfatto?
Sono molto soddisfatto perché è stato fatto davvero un buon lavoro, che ha la dignità di stare su uno scaffale. Sono felice come autore perchè era davvero importante, per me, raccoglierle. Per una questione di diritti (quelli di Gazzenda ne sono i proprietari fino al 2026) prima non potevo toccarle o farne niente, e quando su internet hanno cominciato a girare e ad essere anche copiate da alcuni autori facevo fatica addirittura a dimostrare che fossero mie. Quando giravo per le fiere e la gente mi chiedeva di disegnarle mi sembrava quasi di farlo abusivamente. Ora invece grazie a Panini posso tirare un sospiro di sollievo, perchè, per un autore, non avere il controllo sulle tue cose ti rende il sangue amaro ed è davvero frustrante. Il contratto con Gazzenda prevedeva la produzione di 100 vignette all’anno per 5 anni (oltre a quelle esistenti), per un totale di 660 vignette tutte con i soliti due personaggi e battute sullo stesso argomento. Alla fine è diventato il mio “Misery non deve morire”, ma sono riuscito a farle tutte.
E per il futuro cosa hai in programma?
Diciamo che sto contrattando per una cosa segretissima sempre umoristica, anche se non proprio nel mio stile. Più per famiglie. La vedo come una buona occasione per sperimentare, mettermi in gioco e confrontarmi con altri autori e altri generi. Alla fine io sono autodidatta e solo provando riesco a capire se quello che faccio possa funzionare. Poi per il numero 12 di “A come ignoranza” ci sarà una sorpresa incredibile, ovvero ospiti (sì al plurale) che avranno una parte importante.
I prossimi incontri?
Sono tutti sulla pagina Facebook. In ogni caso presto sarò a Reggio Emilia e a Bologna, mentre a marzo mi troverete al Cartoomics.
E a San Valentino che programmi hai?
Lavorerò. Sono a dieta e triste e piangerò guardando sit com!
Senti, per i nostri affezionati lettori, cos’è per te il Sale della vita?
Il sale. No OK lo zucchero.
Ora ho sonno e non mi vengono in mente altre domande. A te ne viene in mente qualcuna?
Non mi chiedi niente di Sanremo? Ne parlano tutti.
Ah è iniziato Sanremo?
No.
Buonanott…ehm buona lettura a tutti!