Francesco Giubilei | Essere il più giovane editore d’Italia
Nel 2015 l’ISTAT ha certificato che solo il 42% degli italiani ha letto almeno un libro per il puro piacere di farlo. Quasi il 10% delle famiglie italiane non ha alcun libro in casa e più del 60% ne ha al massimo 100. Eppure c’è chi – per fortuna – ancora si batte perché la lettura sia una risorsa, una missione, una pratica quotidiana. C’è chi ha una passione così forte che ha deciso di fare della pubblicazione di libri il proprio lavoro fin da quando era bambino. E ci ha creduto davvero.
Si, perché i romagnoli son così. Non ce la fanno a stare con le mani in mano. E Francesco Giubilei è indubbiamente un romagnolo doc. Risponde al telefono dalla sede della sua recentemente inaugurata libreria CULTORA di Roma. Francesco ha spento 24 candeline da pochi giorni ma, nonostante ciò, continua a detenere il primato di più giovane editore d’Italia. Già a 16 anni (!), infatti, ha fondato la sua casa editrice “Historica Edizioni”, il suo “modello alternativo di editoria”. Insomma, chi è questo genietto dei libri?
Sono nato il 1 gennaio 1992 a Cesena ma da quando ho 18 anni vivo fuori dalla mia terra, la Romagna, anche se ci torno spesso con piacere. Mi sono laureato in Lettere Moderne a Roma Tre in Triennale. La specialistica, invece, l’ho fatta in Cultura e Storia del Sistema Editoriale a Milano. Ho finito l’anno scorso. Poi (e durante) la Summer School della London School of Journalism. Però alle superiori ho fatto lo scientifico…
Però?
Beh, sì… Perché un po’ me ne pento. Forse avrei dovuto iniziare da un’altra via. Ma in ogni caso…
L’idea di Historica Edizioni è arrivata che eri allo scientifico, infatti. Avevi 16 anni, no?
La risposta più banale è quella più vera: è nata per passione. Sono da sempre un appassionato lettore. Ho pubblicato il mio primo libro a 15 anni! Avevo aperto una rivista online che si chiama(va) “HISTORICA”: cultura a 360 gradi con un focus soprattutto sulla letteratura. Il progetto è cresciuto fino a che siamo sbarcati sul cartaceo e dal settembre 2008 abbiamo iniziato a pubblicare libri.
Non avete scelto sicuramente l’anno più semplice. Come è andata con i fondi per cominciare?
Ci siamo autofinanziati fin dall’inizio. Era un circuito: con le copie vendute coprivamo i costi di pubblicazione e man mano abbiamo potuto cominciare a mettere via qualcosina per i titoli successivi. La svolta però è arrivata alla Fiera del Libro di Modena, nel 2011. Lì ho conosciuto un imprenditore del settore alimentare (Giorgio Regnani, ndr) che ha creduto nel progetto e ha deciso di investire nella casa editrice. Da quel momento la mia passione si è trasformata in una struttura economicamente sostenibile. Ora siamo tre dipendenti e circa una decina di collaboratori a progetto.
Come hai coinvolto i primi autori nella tua avventura?
Internet mi ha aiutato molto. Ho contattato giornalisti e scrittori, spesso direttamente io. Molti da solo, tramite blog, forum e interviste sapevo fossero interessati a scrivere libri. Ci sono svariati siti dedicati a questo. E così, proponendo ad alcuni di loro di pubblicare con noi i loro manoscritti, abbiamo iniziato a stampare i primi testi. Attualmente abbiamo due distributori nazionali.
Ti piace definire “Historica Edizioni” una casa editrice indipendente. Cosa significa?
Significa tutto ciò che siamo attualmente. Significa avere indipendenza economica da investitori esterni che attraverso dinamiche editoriali possono tentare di suggerire la pubblicazione di determinati titoli a scapito di altri, o comunque possono influenzare le scelte. Da un punto di vista prettamente editoriale questo ci consente di compiere scelte basate sulla qualità e sul valore dei testi. Con Historica Edizioni pubblichiamo principalmente saggistica divulgativa, narrativa, cinema e viaggi.
Visto da te, come sta il mondo dell’editoria in Italia oggi?
È un settore abbastanza in difficoltà. Ci sono problematiche economiche di fondo che si aggiungono a problematiche culturali. Il problema più grande è uno: in Italia si legge troppo poco. Non è quindi una questione solamente di crisi economica ma proprio di “difficoltà culturali”. Non sono uno che si lamenta delle cose (e anche a noi non ci piace mica tanto farlo qui ma non posso che essere d’accordo con lui, ndr) però in Italia ci sono poche politiche culturali perché non c’è una vera e propria strategia. Solo iniziative spot.
Pensi che il tuo progetto potrebbe contribuire a cambiare le cose? In che modo?
Con “Historica Edizioni” stiamo cercando di proporre un modello alternativo di editoria, di distribuzione dei libri e di proposta dei testi. Ad esempio: adesso abbiamo aperto questa libreria a Roma che si chiama “CULTORA” (Metro FURIO CAMILLO – Via Ughelli 39) . Qui lavoriamo direttamente con gli editori superando la distribuzione e abbattendo, quindi, le percentuali che i distributori inevitabilmente trattengono. Anche questo è un modo per cercare di ridare più spazio a editori (e autori) di qualità.
Qualcosa facciamo e tanto altro stiamo cercando di fare. E’ chiaro che un sistema non si scardina. Le dinamiche sbagliate del mondo dell’editoria non le possiamo cambiare noi. Serve un lavoro da più parti. Bisogna però individuare insieme singole realtà che cercano nel loro piccolo il cambiamento. Per il prossimo futuro ci immaginiamo di espandere l’attività editoriale facendo crescere il catalogo della casa editrice e vorremmo aprire nuovi punti vendita anche in altre città per espandere la nostra rete distributiva “diretta”.
Anche un editore riesce ad avere un libro preferito?
Indubbiamente il mio è “Il maestro e Margherita” di Michail Bulgakov.
Qui iniziamo a parlare di libri, di Italia, di gente che legge, di gente che dovrebbe spingere a farlo e se ne ricorda solo quando ha bisogno di qualcosa in cambio e ci perdiamo. Così mi dimentico la domanda di rito, dannazione. Gliela faccio via messaggio qualche giorno dopo tornando su queste parole. Alla richiesta di “cos’è per te il sale della vita”, Francesco mi ha risposto così:
“Seguire le proprie passioni e fare ogni giorno ciò in cui si crede”
Così. Convinto. Senza punti. E così, indubbiamente, fin’ora ha fatto.