Star Wars Episodio VII: Il Risveglio della Forza, di J. J. Abrams

Star Wars Episodio VII: Il Risveglio della Forza, di J. J. Abrams

Non basta QUESTO per creare un capolavoro? Sì, basta.

Ieri sera due persone sono andate a vedere il nuovo capitolo della saga di Star Wars. Una è un fan sfegatato, che è andato al cinema travestito da Obi-Wan Kenobi, prenotando i biglietti con un mese di anticipo. L’altra è una persona avveduta e capace di essere critica, anche oltre i facili sentimentalismi.

Ecco le recensioni di entrambi, fatte a caldo.

RECENSIONE n. 1

È UNA BOMBA! SI RIDE, SI PIANGE, CI SONO LE SPADE LASER, IL MILLENIUM FALCON, I COMBATTIMENTI AEREI!!!

CHUBE SIAMO A CASAAAAAA! PIANGO.

 

RECENSIONE n. 2

Abrams confeziona un buon film di fantascienza, che ricalca in gran parte i tempi, le dinamiche e perfino i luoghi del primo, indimenticabile, Una Nuova Speranza (Episodio IV). Il regista rinuncia ad innovare, per rimanere fedele ad una linea non solo di mercato, ma che sia al contempo capace di rilanciare il franchise senza perdere i vecchi fan. Dando un colpo di spugna alla seconda trilogia, in pratica. Il film non scontenta nessuno, passa dal revival al teen movie in pochi secondi, alternando stili registici quasi diametralmente opposti, e unisce l’azione alla spettacolarità delle ambientazioni.

Come sempre nei film di Star Wars, la componente più critica è la sceneggiatura (ed il doppiaggio italiano, cribbio!), che si lascia dietro più di un buco di trama (qualcuno piuttosto grosso, anche) e qualche dialogo non esattamente felice. Si tende, però, a perdonare molto e non solo per la legittima ed ovvia “sospensione dell’incredulità”, ma anche perché la forma tende a prevalere sul contenuto, in questo film. Grandissimo punto di forza sono gli attori, tutti indistintamente molto bravi e a loro agio. A partire da uno strepitoso Harrison Ford/Han Solo, adorabile canaglia coi capelli bianchi. Ugualmente, le nuove “reclute” Daisy Ridley (lo ammetto, mi sono innamorato) e John Boyega, entrambi molto intensi ed espressivi, nei loro ruoli. Anche il cattivo, benché a tratti quasi ridicolo nella sua “immaturità semiadolescenziale”, è perfettamente reso da Adam Driver.

Speravo in duelli di spada laser più spettacolari, ma devo accontentarmi di duelli in ambientazioni evocative. Giustificabili col fatto che i “duellanti” non sono ancora così esperti nel maneggiare spada e Forza.

 

Un grosso tostapane che va a miscela.
Un grosso tostapane che va a miscela.

CONCLUSIONE

GeiGei Abrams ha vinto. Su tutta la linea. Perché sa esattamente che le due recensioni sono scritte dalla stessa persona. Perché ha saputo creare un prodotto pop che potesse piacere a tutti, giovani o “vecchi”. Perché ha dosato l’entrata in scena dei personaggi storici, quasi scandendo il film. Perché sapeva benissimo che ad ogni entrata in scena, la platea avrebbe applaudito. Entrambi i recensori avrebbero applaudito. E pianto, quando si doveva piangere.

GeiGei ha puntato sulla ripetizione (infinita) di topoi noti e la scommessa ha dato ragione a lui. Eppure forse questa è l’unica cosa che, in fondo, mi è dispiaciuta. Non ha provato, in alcuna maniera, ad innovare, ad ampliare la mitologia e l’afflato epico. Ogni cosa ricalca i passi precedentemente tracciati. È un peccato. Forse. Lucas ci aveva provato ed aveva fallito clamorosamente, purtroppo (Jar Jar Binks, non serve che dica altro). Forse GeiGei poteva ambire a fare di più, forse lo farà. Forse alla fine va bene così.

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