Le ragazzine di Ratigher
Cʼè un fumetto con cui ho un poʼ paura di confrontarmi, ma è arrivato il momento! Sì, perché sto per parlare de Le ragazzine stanno perdendo il controllo. La società le teme. La fine è azzurra., ultima fatica di Ratigher (pseudonimo di Francesco DʼErminio), pubblicato allʼincirca un anno fa (autoproduzione PrimaoMai) e che sta facendo incetta di premi tra cui il prestigioso Premio Micheluzzi per il miglior fumetto al Napoli Comicon 2015.
Si tratta di un fumetto unico nel suo genere. Per prima cosa non è stato pubblicato da una casa editrice, ma lʼautore ha ideato un metodo di crowdfunding ad hoc, ovvero il fumetto è stato disponibile in prevendita solo per il mese di giugno 2014 e, una volta conclusasi questa prima fase, sono state stampate esclusivamente le copie ordinate, da privati o da case editrici e fumetterie lungimiranti. Non lo avete comprato? Beh mi dispiace ma, come dice il nome “PrimaoMai”, non verrà mai più ristampato quindi peggio per voi se siete dei fanatici collezionisti del cartaceo come la sottoscritta. Per consolarvi sappiate che è disponibile il download gratuito qui. (Allʼultimo Cartoomics ne avevo viste alcune copie allo stand di SaldaPress… chissà).
Che dire poi delle famigerate ragazzine che popolano queste pagine? Motta e Castracani si trovano, loro malgrado, ad essere le protagoniste di quella che strutturalmente potrebbe somigliare ad una classica storia di formazione adolescenziale. Dico loro malgrado non a caso. È vero che la trama si districa in una successione di tesi (il bisogno di trovare la propria identità), antitesi (la rassegnazione alla conformità imposta dalla società) e sintesi (questo ve lo scoprirete da soli), ma le vicende raccontate, e soprattutto forse il modo in cui vengono raccontate, non potrebbero differire di più da un “Piccole Donne” qualsiasi.
Il centro gravitazionale della storia è indubbiamente il corpo. Il corpo che durante l’adolescenza diventa così diverso (ve lo dico io che sono cresciuta 20 cm in 2 anni) e uno comincia a rendersi conto di avercelo e a chiedersi come funzioni mentre prima era tutto così facile (cʼè veramente bisogno di spiegarvelo?). Per Motta e Castracani, però, questo nuovo rapporto con il corpo non si limita a una ricerca personale e intima, ma diventa una vera e propria ossessione pericolosa, fatta di costosissimi esami medici invasivi, fino al punto di arrivare allʼilluminazione nel bel mezzo di una TAC, in un passaggio bicromatico nero e rosso veramente potente. Inoltre, nel momento in cui i genitori intervengono per spezzare il rapporto morboso delle due ragazze, è ancora attraverso il corpo in primis che Motta cerca di integrarsi con i suoi compagni di scuola mettendosi a dieta, cambiando modo di vestire e tagliandosi i capelli. E alla fine sarà proprio un enorme corpo azzurro che permetterà alle ragazzine di ritrovarsi e capire cosa è più importante.
La comunicazione è resa molto più efficace grazie al particolarissimo stile grafico di Ratigher. Tutti i personaggi, quindi i loro corpi, sono distorti, caricaturali, quasi mostruosi. Inoltre, il colore gioca un ruolo fondamentale nella narrazione, tanto che Ratigher ha vinto il premio Boscarato 2015 come miglior colorista durante il Treviso Comic Book Festival. Nella prima parte prevalgono grandi campiture uniformi ricche di colori forti, in cui le ragazzine sono riconoscibilissime (o identificabili, ricordo che il tema principale è la ricerca della propria identità) grazie alla loro divisa rossa e nera. Quando Motta rimane invischiata in una desolante ricerca dellʼaccettazione sociale ecco che le tavole si colorano di diversi toni di verde, che ben riflettono lʼatmosfera di apatia e rassegnazione. Come dice il titolo, poi, la fine è azzurra.
Unʼultima parola la spendo per il formato del volume cartaceo, che risulta simile a quello dei comics americani piuttosto che al classico formato italiano. Questo espediente permette alle vignette di risultare più alte che larghe al contrario della solita gabbia a 6 così preponderante ad esempio nelle pubblicazioni Bonelli, e a mio avviso lʼeffetto estetico risulta molto gradevole. I bordi stondati delle pagine, infine, rendono il volumetto adorabilmente simile ad un quaderno scolastico.
Nella quarta di copertina si legge: “Questo libro è semplice come una fionda”. Ecco, secondo me non è proprio così. “Le ragazzine stanno perdendo il controllo. La società le teme. La fine è azzurra” è una lettura che ti lascia interdetto, stordito, come se ci fosse dietro qualcosa di inafferrabile e incomprensibile. Ma forse deve essere così. Come recita il motto stampato sullʼadesivo allegato al volume: “We are not girls. We are silver bullets for your middle-class brains!”.
P.S. Non perdetevi la ristampa di “Trama – il peso di una testa mozzata” (SaldaPress) in uscita a Lucca!
titolo | Le ragazzine stanno perdendo il controllo. La società le teme. La fine è azzurra.
autore | Ratigher
editore | Primaomai
anno | 2014
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