Give Me 5 (Musica da Piumone Edition) | vol.22
Settimana 5 - 11 ottobre
Nonostante nel momento in cui scriva ci sia un bel sole domenicale, l’impressione è che settembre, salutando, abbia lasciato in eredità a ottobre più che un’anticipazione d’inverno, quello vero, da lupi che ululano in lontananza nella brughiera. (Avete mai visto Howling del mitico Joe Dante? Male, rimediate presto).
Insomma, riapre la grande stagione teatrale de “Mi Scasso un Cocktail di Grappa e Tachipirine sotto al Piumone”.
La colonna sonora la offriamo noi, che sappia di legno e che crepiti come il focolare. Che rimargini pazientemente le ferite e che custodisca con cura le piccole felicità.
Nick Drake | Place To Be
Che dire di questa canzone? Non so, forse che per essere grandi artisti bisogna innanzitutto essere grandi artigiani. E Nick Drake sicuramente lo era.
Neil Halstead | Full Moon Rising
La mia preferita dell’album Palindrome Hunches, l’ultimo del cantautore inglese, uscito nel 2012. Di chi si avverte distintamente l’influenza? Esatto.
Bob Dylan e Johnny Cash | Girl from the North Country
Con buona pace di Steve Jobs, e di tanti di voi immagino, Bob Dylan non ha mai raccolto le mie simpatie. Uno che si stravolge il nome per avere successo che credibilità può avere? Per carità, è anche vero che se vuoi fare il menestrello folk flowerpower e ti chiami ZIMMERMAN forse il nome è il caso che te lo cambi. È questione di posizionamento del brand, appunto. In questo brano, comunque, la mia piccola antipatia per quel vecchio volpone di Telespalla non rileva. Innanzitutto perché è innegabile che alcuni brani del suo repertorio (anche un po’ più di alcuni) siano immortali (tipo questo), e poi perché credo che persino quel calcinculo di Noel Gallagher mi starebbe simpatico se suonasse con Johnny Cash.
Ben Howard | Old Pine
Della bravura e della non adeguata considerazione di cui (non) gode in Italia il buon Ben Howard Kenobi vi accennavamo già qui. Che questa canzone, dell’ormai lontano 2011, possa farvelo venire in grazia. A me piacque da subito. Incontri ravvicinati del terzo tipo con il passato remoto, sì.
Mark Fry | Little Flashing Light
Mark Fry è un cantautore folk psichedelico leggendario. Il suo album d’esordio Dreaming WIth Alice è del 1972. Una copia originale dell’album in questione pare esser stata venduta per 4 mila dollari nel 2013 (così parlò Wikipedia). Dopo l’esordio si dedica alla pittura e ci consegna un silenzio discografico lungo 38 anni. Nel 2011 torna con I Lived in Trees e nel 2014 replica con South Wind, Clear Sky, un LP di rara bellezza che ho l’estremo piacere di ospitare nella mia modesta collezione di vinili, se ve ne può fregare qualcosa. Little Flashing Light, per evocatività, magia e languore, mi è sembrata la chiusura perfetta per la cinquina di oggi.
Non ha trovato spazio nel #GiveMe5, invece, Bon Iver, il re indiscusso del folk invernale; quello da camino acceso al buio, sedie che scricchiolano, neve pesante, coperte corte e maglioni di lana giganti. Ma solo perché ne avevamo già parlato in due episodi speciali delle nostre Recinzioni aka Album da non farsi scappare dedicate al suo For Emma, Forever Ago. Se ve li eravate persi, non potete proprio: té qua: parte I – vicende umane e vaneggiamenti musicali, parte II – testi, significati e interpretazioni.
Buon letargo con la nostra musica da piumone.
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