Coccodrilli dal Cilindro
Un racconto inedito
Ogni volta che ricevo un’email da Nicolas sorrido prima ancora di aprirla, domandandomi quale altra ingegnosa idea l’avrà tenuto sveglio, di nuovo, fino alle 4 del mattino. Nicolas è un vulcano e, come tale, difficilmente arrestabile. Nel corso degli anni l’ho sentito appassionarsi ad una serie di curiose tematiche, dalle cronache americane ai famigerati droni, dalle Olimpiadi di Sochi agli atlanti geopolitici. E queste sono soltanto quelle che mi vengono in mente dopo un’attenta riflessione di 0,3 nanosecondi. Capirete, quindi, la mia titubanza nell’aprire la posta elettronica quando vi leggo sopra il suo nome. Questa volta non sapevo davvero quale coniglio avrebbe estratto dal cilindro.
E, infatti, ne sono usciti dei Coccodrilli.
La prima volta che un visitatore entra alla Scuola Holden, una scuola di storytelling di Torino, si chiede sempre: “Ma questi qua dentro che cosa fanno tutto l’anno?”. La stessa domanda, in realtà, se la pongono gli iscritti al loro primo giorno di lezione – e se la ripetono per molto tempo.
Ce lo siamo domandati anche noi, Silvia, Norma, Alessandro e Nicolas – studenti e amici da ottobre scorso. Poi, dopo qualche mese abbiamo capito che siamo lì per fare esperimenti, progettare quelle cose che fuori dalla scuola sarebbero troppo difficili o troppo rischiose. E così siamo partiti, di corsa verso mille direzioni: abbiamo scritto, letto, recitato, filmato, inventato giochi per bambini.
A pochi giorni dalla fine del nostro primo anno, lo scorso maggio, eravamo preoccupati di perdere il ritmo. Come quando si fa in palestra e poi si smette d’improvviso. E così ci siamo seduti a un tavolo, abbiamo chiacchierato e buttato giù un’idea: e se quest’estate raccontassimo delle storie a chi ha poco tempo per leggerle? E se ci aggiungessimo un’illustrazione?
È nato, due mesi dopo, il progetto Coccodrilli dal Cilindro. Una serie di racconti illustrati distribuiti gratuitamente. Ogni giorno, per tutto agosto. Sono trenta racconti brevi (si leggono in tre minuti) scritti da noi, e arricchiti da un’illustrazione ciascuno creata da venti disegnatori italiani (e una svizzera): li abbiamo trovati attraverso nostri amici, amici di amici o curiosando online. Tutti si sono dimostrati entusiasti, felici e molto professionali, facendoci scoprire il loro talento e mettendolo a disposizione di questo e altri futuri progetti. Abbiamo assegnato loro un racconto e abbiamo lasciato carta bianca alla creatività: dovevano solo farsi ispirare dalle parole.
Anche sulle storie ci siamo dati molta libertà, vorremmo stupire ogni giorno i lettori con un racconto diverso. Allo stesso tempo, ciascuno di noi ha cercato di seguire un percorso: Silvia ha raccontato sette diverse figure femminili, Norma ha sperimentato con i dialoghi, Alessandro con dei racconti autonomi nello stesso universo, Nicolas ha corso sulla sottile linea che separa fiction e creative non-fiction.
Dopo la scrittura dei racconti abbiamo iniziato a leggerci a vicenda. L’editing, sia sui contenuti che sulla forma, è stato feroce. Abbiamo letto e riletto tutto fino allo sfinimento, a caccia di tutte le possibili incongruenze, delle parti che meno funzionavano e, infine, dei soliti refusi. È stata dura, ma anche una grande esperienza: quando a un amico riesci a dire che ha scritto qualcosa che non va, senti di raggiungere un livello altissimo di serietà e fiducia.
Ai nostri trenta racconti si è aggiunto un trentunesimo a firma di Tiziana Lo Porto, giornalista, traduttrice e scrittrice di Super Zelda, una graphic novel edita da Minimum Fax sulla vita di Zelda Fitzgerald. È stata nostra insegnante per una lezione alla Scuola Holden, e subito si è dimostrata una nostra alleata e amica, seguendoci nei nostri progressi. Quando le abbiamo chiesto di scrivere una storia di 500 parole per noi, ha risposto dal New Mexico, all’istante. Il suo è l’ultimo racconto della serie e uscirà il 31 agosto.
Da sabato 1° Agosto, invece, i nostri primi racconti sono online. Sono distribuiti su Medium, una piattaforma di social-blogging e attraverso una newsletter. Si possono leggere in entrambe le piattaforme, ma chi si iscrive alla newsletter li riceve di prima mattina, in tempo per la colazione. Inoltre, sono raccolti in un eBook disponibile su Amazon e iBooks Store già da ora: è pensato per chi vuole averli tutti in una volta sola, costa 2,99€ e i guadagni verranno redistribuiti con gli illustratori.
È una settimana, ormai, che ogni mattina bevo il caffè con i racconti di Silvia, Norma, Alessandro e Nicolas, prima di scappare in ufficio (in ritardo, maledetti Coccodrilli).
Mi piaceva l’idea di lasciare che fossero proprio i quattro autori a raccontarsi e a regalarci, così, una sorta di racconto inedito. Ho preferito lasciare a loro l’onore e onere di descrivere il progetto, senza tarparne le ali della creatività con un’intervista strutturata. Del resto, i veri storyteller sono loro e, si sa, limitare il campo d’azione di un artista non è mai una scelta saggia. Credo che il valore aggiunto di Coccodrilli dal Cilindro sia l’entusiasmante combinazione tra parole ed illustrazioni, che aiutano il lettore a definire le immagini rievocate dalle parole appena lette e al contempo lo accompagnano in una dimensione “altra”. Almeno per tre bellissimi minuti.
Mai e poi mai avrei potuto far tornare i nostri amici squamosi nelle loro acquitrinose abitazioni senza la domanda di rito della rubrica Tell A Story:
Che cos’è per voi il “sale della vita”?
Nicolas: i tentativi continui per migliorare se stessi e per migliorare e cambiare qualcosa, anche di piccolo, là fuori nel mondo. Tipo: da un po’ soffro spesso di mal di stomaco mattutino: questo mese, assieme ai Coccodrilli, provo a risolverlo con 45 ml di Aloe Vera al giorno (fa schifo).
Alessandro: cercare un posto dove si sta bene, e poterlo chiamare casa. Poi, da lì, muoversi ancora.
Silvia: le piccole ribellioni, come andare a dormire vestiti, dimenticarsi di innaffiare le piante e mangiare Nutella a cena.
Norma: la soddisfazione dopo fatica, che sia svegliarsi presto per andare a camminare o terminare un racconto alle tre di notte. E poi il gelato, ovviamente.
Fossi in voi, non esiterei ad iscrivermi alla loro newsletter, a meno che non vogliate versare lacrime… da coccodrillo.