Dietro alla pagina Facebook “Un buon libro, un ottimo amico”
Ebbene, eccoci qui. é il momento di togliere la maschera. Chi si nasconde dietro la pagina di “Un buon libro, un ottimo amico”? Raccontaci qualcosa di te.
Una ragazza occhialuta. Questa è la mia identità segreta. In aggiunta, mi chiamo Luana, ho quasi ventiquattro anni – anche se mi chiedono continuamente se io sia la sorella minore di mia sorella ventenne –, studio Giurisprudenza nella splendida città di Cagliari dove sono andata a vivere dopo aver lasciato il mio piccolo paese di provenienza collocato nel nord Sardegna.
L’amore non è il mio forte, o perlomeno non quello monogamo, sono infatti sentimentalmente presa all’interno di un triangolo, il mio cane di nome Lady e i miei due gatti Francis e Scott. Sì, si chiamano così per omaggio a Fitzgerald, lo scrittore, ma mio padre si ostina a chiamarli Miolo e Mialo, li credo ormai affetti da bipolarismo, ma in fondo che vita sarebbe senza delle personalità multiple?
Ho iniziato a tatuarmi, ma credo finirò presto: sono alta un metro e cinquantatré centimetri e non ho molta superficie tatuabile. Viaggio in lungo e in largo per ovviare a queste dimensioni personali ridotte e perché ho una sfida con me stessa: preparare valigie perfette che non vengano mai rivalutate ai controlli aeroportuali per inadeguatezza con i parametri dimensionali. Guardo film, in continuazione, ho rimediato alla bassezza dei porno con la scena di ‘Little Miss Sunshine’ in cui Paul Dano si scatena sul palco nella scena di ballo più divertente della mia personale storia del cinema. Paul Dano non lo sa, ma un giorno ci sposeremo.
In fondo, questo è tutto.
Ah, leggo. Leggo come se non ci fosse un domani.
Quindi, ricapitolando, tu, 23 anni, da sola, gestisci quotidianamente una pagina Facebook da 22.400 utenti? Come ti è venuta l’idea di creare questa comunità di lettori?
Se esistesse una risposta ad effetto per questa domanda, vi assicuro che ve la darei. Purtroppo, però, devo ricollegarmi ad una semplice e noiosa e calda estate di cinque anni fa. Un’estate qualunque, il cui unico motivo di commemorazione fu il diploma.
Temibile periodo durante il quale non mi preoccupai troppo di vivere d’ansia, ma che sfruttai per aprire questa pagina. Non avevo ancora idea che sarebbe diventata una comunità e dunque non avevo delle precise idee. So solo che anziché studiare matematica – da sempre mio grande cruccio e morte della mia autostima –, trascorsi delle intere ore a controllare che qualcuno di nuovo decidesse di unirsi nel dibattito continuo di libri che si venne a creare.
Fu più un caso che una vera e propria intenzione. Tuttavia, quando capii che il progetto poteva avere una portata più grossa e crescendo io insieme al crescere della pagina, capii che l’idea doveva essere sviluppata.
Non bastava limitarsi a consigliare qualche libro letto, ma serviva che diventasse una sorta di piazza nella quale chiunque potesse incontrarsi e riconoscersi e parlare di libri e di qualsiasi tema abbia un senso di riflessione. Quindi l’idea venne per assenza di persone con le quali sfogarsi parlando di temi più interessanti dei commissari esterni della maturità, ed è poi diventata una questione di presenza. La presenza di migliaia – che strano effetto fa dirlo –, di persone interessate a confrontarsi.
Sì, fa davvero un effetto strano, sono numeri impressionanti dato il tema così poco “virale”. Qual è, secondo te, la chiave vincente del successo della tua pagina a fronte di numerosissimi altri gruppi di lettura che, magari a parità di passione, non raggiungono certo la tua popolarità?
La continuità. Cinque lunghissimi anni – molto più di quanto sia mai durata una mia relazione –, in cui non ho mai mancato di scrivere. Periodi più prolifici, periodi meno, periodi in cui mi son fatta scusare per una lunga assenza, ma poi un continuo ritorno. Non ho mai ragionato in un’ottica di successo, o per una questione di soddisfazione personale, molti dei lettori e delle lettrici della pagina mi mandano messaggi rivolgendosi a me col ‘voi’, non sanno che sono solo una.
Ho continuamente parlato a nome dei libri o a nome delle tematiche che mi stanno a cuore, perché penso che leggere non avrebbe un senso se il discorso non si sviluppasse oltre i confini della carta.
E poi, so che magari potrei peccare di saccenza nel fare questa affermazione, sono sempre stata autentica, non ho mai permesso che il mio io virtuale prendesse il sopravvento su quello reale. Scrivo ciò che penso e come lo direi se stessi parlando al bar. Con qualche parolaccia in meno, però.
Come vedi il futuro di “Un buon libro, un ottimo amico”? Sogni di farlo diventare un sito vero e proprio o preferisci rimanere su una piattaforma aperta all’interazione diretta come Facebook?
Sogno tante cose, e sogno tanto in grande. Ma come si fa quando si è tecnolesi a sfruttare una risorsa internettiana? Prima risponderò a questa domanda, e poi, forse, sfonderò le barriere di Facebook. Tuttavia, per ora, rimango nella mia nicchia cercando di capire se un miracolo possa mai accadermi rendendomi efficiente sul piano computeristico.
[confermo, ci ha messo solo una settimana a leggere la mia email, ndr]
Ora ti faccio sbizzarrire un po’. Ci consigli 5 titoli che non possono davvero mancare nelle nostre librerie?
Finalmente una domanda nella quale non farò la figura di una nullafacente incapace di fare qualsiasi cosa che non sia scrivere su una pagina Facebook. Li dico con convinzione, sono il mio non plus ultra letterario e le mie guide di vita.
Il grande Gatsby di Francis Scott Fitzgerald, Le ceneri di Angela di Frank McCourt, Cassandra di Christa Wolf, Memorie d’una ragazza perbene di Simone de Beauvoir e La versione di Barney di Mordecai Richler.
E qual è un grande classico che, incredibilmente, non sei riuscita ad amare?
Non me ne voglia Tolstoj, che è un grandissimo scrittore, pensatore, uomo, politologo, e chi più ne ha più ne metta, ma… Anna Karenina. Ho detestato qualsiasi personaggio, e l’unica che avrei salvato, beh, Tolstoj l’ha uccisa. Quindi, perché perdonarlo?
Che consiglio ti sentiresti di dare a chi non riesce ad appassionarsi alla lettura?
Lo stesso consiglio che do ai miei amici quando vanno a letto con qualcuno che non ci sa fare, ‘provaci almeno ancora una volta, se non va, potrai dire di averci provato’. No, scherzo. O quasi. Quando mi rivolgonoquesta domanda provo sempre lo stesso imbarazzo: cosa vorrei che mi dicesse qualcuno che provasse a farmi appassionare all’astrofisica? Io sono convinta che la lettura sia fondamentale per vivere tutte le vite che la limitatezza della mortalità non ci consente di conoscere. Ma credo anche che non debba essere vissuta come un’imposizione e che se una persona non riesce ad appassionarsi alla lettura i casi son due, o non ha letto il libro giusto, o non ha affinità con i libri.
Nel primo caso, setaccio il mio archivio bibliografico mentale alla ricerca della soluzione estrema, quella che possa far scattare la scintilla, nel secondo caso mi dispiaccio perché vorrei che tutti sapessero che almeno uno scrittore ha scritto qualcosa che parli proprio per loro. Questo non toglie che ovviamente vorrei che tutti si appassionassero alla lettura esattamente come è successo a me, ma, a volte i casi sono persi, come il mio, che non ho mai visto i classici Disney e vivo nella pubblica riprovevolezza di chi non riesce a farmi appassionare al caso.
Ultima domanda, da 1 milione di dollari: che cos’è per te il “sale della vita”?
Il sale della vita? Vivere di convinzioni, e di non convenzioni. Le convinzioni proprie, quelle che ci rendono chi siamo, in un’ottica di rispetto del prossimo.
Volevo scrivere che il sale della vita sono gli spaghetti alle vongole, le ubriacature con gli amici e il sesso, ma poi sarei parsa Fabio Volo. E nessuno di noi vuole sembrare Fabio Volo, vero?
[…] Un combattente della rivoluzione bianca, un pazzo, un visionario: un tributo ad Umberto Eco con la voce di Un buon libro un ottimo amico. […]
[…] Nasce così l’idea di Leggo Indipendente, un piccolo (ma potenzialmente enorme) progetto di Luana, accanita lettrice e leader indiscusso di una legione di altrettanto fervidi lettori che su Facebook hanno trovato una seconda casa sotto al nome di “Un buon libro, un ottimo amico”. […]
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