Nicolò Cerioni | The artists wear… Sugarkane

Nicolò Cerioni | The artists wear… Sugarkane

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nicolò cerioni jovanotti
Nicolò Cerioni e Lorenzo Jovanotti Cherubini

Nicolò, Nick, Cerioni. 32 anni e una giornata lavorativa che supera abbondantemente le 24h. Nick, insieme a Leandro Emede, ha fondato SUGARKANE. Ovvero? “(Ride) Eh, bella domanda. Dico sempre che noi facciamo… Insomma, che abbiamo una casa di produzione…che poi non è nemmeno vero! Boh. Ecco, siamo uno studio creativo che ha la fortuna di avere clienti molto importanti”. Nick è un fiume in piena, di storie, di parole, di creatività.
Tutto è iniziato da una mail spedita a Jovanotti in un giorno qualunque del 2010…

Nick, cominciamo dal tuo percorso…
Dunque. Innanzitutto andato via di casa a 18 anni, appena finito il liceo e ho vissuto un anno a New York. Era il 2001. Una New York un po’ particolare, quindi. Sono arrivato che erano i primi di ottobre. Da lì mi sono poi spostato a Milano dove ho fatto lo IED. Ho lavorato gratis e fatto duemila cose diverse per capire cosa mi piaceva. Nel 2007 sono stato preso ad MTV dove facevo parte del team di styling. Quella è stata una bella scuola. Un bel progetto, molto giovane, una bellissima atmosfera. Col mio responsabile dell’epoca ho lavorato anche a XFactor, a diverse produzioni SKY. È stato molto formativo e impegnativo. Da lì mi è venuta voglia di non fare qualcosa che non fosse solo lo styling perché lo sentivo molto stretto…

Com’è nata l’idea di Sugarkane?
È nata poco dopo, infatti. MTV ha chiuso i battenti (non ha più fatto produzioni interne, ndr) e ci siamo trovati senza lavoro. Lì ho preso la palla al balzo. Ho conosciuto Leandro Emede che veniva dallo studio di Oliviero Toscani e ci siamo detti: inventiamoci qualcosa, proponiamo un pacchetto con cui andiamo da case discografiche e artistiche dicendo: ti curiamo tutto. Dal video alle foto, dalla produzione, alla regia, dal montaggio, allo styling, fino alla fotografia. E ci davano per pazzi perché fondamentalmente è qualcosa che tuttora non esiste.

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Non è stato facile, quindi?
Quando cinque anni fa abbiamo iniziato, i video musicali, in Italia, erano un monopolio di un solo regista, Gaetano Morbioli. Il 90%. professionista (ndr: avete presente i video musicali basati su: vento nei capelli, colombe che volano, passeggiata nei campi ecc. Ecco. Quelli) . Nulla togliendo a Morbioli che è un grandissimo e sì merita il suo successo, però è un po’…ripetitivo? Eh, sì.
Insomma, ci dicevano: IM-POS-SI-BI-LE.

Cosa sognavi, quindi?
Il mio sogno era lavorare con la Pausini e Jovanotti e mi dicevano, appunto: IMPOSSIBILE. La Pausini è di Morbioli. E come sei arrivato a Laura? Laura è arrivata perché ha visto i lavori che abbiamo fatto con Jovanotti e ci ha contattato per fare i video dell’INEDITO WORLD TOUR.

Leandro Emede, Laura Pausini, Nicolò Cerioni
Leandro Emede, Laura Pausini, Nicolò Cerioni

Quindi dobbiamo fare un passo indietro. Dove eravamo rimasti?
Esatto. Dicevamo dell’idea di SUGARKANE. Con Leandro abbiamo cominciato a proporci. Eravamo a Los Angeles, nel 2010, perché Leandro faceva un master lì. Proprio in quel periodo anche Jovanotti era lì e Leandro gli ha scritto ad una sua vecchia mail: noi vogliamo seguirti nelle due date di Los Angeles. Ti regaliamo il montaggio. Se ti piace lo usi se no non fa niente. Fatto sta che gli piacque e ci diede fiducia. (JOVANIGHTS). Da lì ci disse: l’anno prossimo farò un album (ORA, ndr) e vi chiamerò. Ovviamente non ci credevamo e invece così è stato. Abbiamo fatto il dvd di ORA, i video dei singoli e da lì non ci siamo più fermati. Io ho cominciato a curare la parte dello styling…

Lorenzo (Jovanotti, ndr) è stato il primo a credere in noi in un momento in cui nemmeno noi ci saremmo fidati di noi stessi. Il lavoro che abbiamo fatto sull’ORA TOUR è stato incredibile: abbiamo montato 20 date girate da me e da Leandro e basta! Un lavoro titanico.

Alla prima data di Lorenzo ci guardavano tipo: ma questi due da dove saltano fuori? In fonda passavano dalle mega troupe a due mini camere tenute da noi. Stessa cosa con la Pausini.

Ora Jova lo vesti da capo a piedi…
Sì sì. Quello dei costumi del tour è un lavoro di cui siamo molto felici. Abbiamo lavorato insieme per mesi e sono tanto miei quanto suoi. Rappresentano bene lo show che voleva fare. (JOVA TV – NICK CERIONI)

Nonostante le polemiche su internet? Va beh, siamo vittime di tante polemiche. Come con la storia dei pantaloncini dell’Eurovision… (Con Emma Marrone, ndr).

Qual è stata la vostra fortuna?
È sempre molto difficile lavorare. Ora abbiamo la fortuna di avere rapporti diretti con gli artisti. Se avessimo dovuto rapportarci solo con le case discografiche non avremmo assolutamente potuto fare nulla. Le case discografiche investono zero su creatività, ricerca dei nuovi talenti, ecc.

È un problema italiano oppure mondiale?
Guarda, ho fatto recentemente riunioni con case discografiche importanti nei mercati esteri e l’attenzione è diversa. Sono soldi diversi. Cultura dell’intrattenimento diversa. Io capisco che il discografico italiano che deve affrontare problemi di budget non può arrivare alla ricerca del fotografo innovativo o di chi fa il video in un certo modo, però…

Però è un paradosso. Investire sugli esordienti costa sicuramente meno! Quanto costa oggi un video?
Dipende. È veramente tanto vario. Da poche migliaia di euro a decine fino a centinaia, se hai il mega progettone. I budget si sono dimezzati ma la qualità? Deve essere alta. Va tutto su Vevo. Tanto Rihanna quanto il video italiano. La qualità deve pur sempre essere alta ma lo fai con due lire.

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Con che artisti hai collaborato, quindi?
Jovanotti, Pausini, Emma Marrone, Battiato (Leandro è grandissimo fan del “maestro”. Questa te la devo raccontare: il video di QUANDO ERO GIOVANE l’ho girato con una tecnica/software che ti permette di fare una ripresa frontale e muoverla in post produzione con il computer. E si fa con una telecamera dell’XBOX! Siamo stati i primi a usare questo sistema per un video musicale. Pochi mesi dopo lo ha usato Eminem!) poi Carboni, Ada Reina…

Sogno nel cassetto professionale e personale?
Lavorare fuori dall’Italia, cominciare a fare cose all’estero. Soprattutto nel mondo latino. Magari qualcosa in Usa. Un grandissimo sogno è fare il direttore con Leandro del Festival di Sanremo. Passare dal divano al palco. Sarebbe una figata.  

Si deve sempre andare avanti. Sempre migliorare.

nicolò cerioni leandro emede

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