I mediocri Premi Oscar 2025 – i nostri pronostici
Eccoci qui., Premi Oscar 2025. Come ogni anno, fra polemiche di ogni tipo*, dagli inclusi a caso agli esclusi (ciao Guadagnino), dal razzismo all’uso delle AI, in un clima politico da terza guerra mondiale, sono tornati i premi Oscar, gli Academy Awards come dicono quelli studiati, i premi cinematografici più blasonati d’occidenti per il cinema mainstream.
E, lasciatemelo dire, quest’anno la lista è caratterizzata da una grande medietà, con pochissime (direi un paio, di cui parleremo) eccezioni. Non fraintendetemi, non sono film brutti (quasi tutti, almeno), ma film molto poco memorabili; film di cui poco o nulla ci ricorderemo fra un paio di anni. E questo rende, paradossalmente i pronostici ancora più complessi. Anche perché vorrei ricordarvi che hanno vinto il premio come Miglior Film delle robe oscene tipo 12 anni schiavo, The Green Book e CODA. CODA CAZZO! Un film che in italiano è tradotto I segni del cuore! Che al massimo passano su Rete4 nel primo pomeriggio!
E quindi preparatevi ai nostri pronostici, perché questo giro non sarà facilissimo.
Siglaaaaaa!
Perché proprio questa sigla, direte voi? Perché l’ho usata nei mesi passati per far provare ai miei ignari amici il livello di cringe che mi ha trasmesso Emilia Perez. Iniziamo proprio da qui, dai. Nei mesi scorsi, c’è stato un momento in cui sembrava che Emilia Perez potesse vincere tutto, prima delle polemiche. E con alte aspettative sono andato a vederlo, uscendone particolarmente provato e un po’ incredulo. Non è solo un film brutto (scritto male, diretto meh), ma stimola in me dei livelli di cringe altissimi. Come dite? Il mio cringiometro è tarato male? Può essere, ma La Vaginoplastia non mente. E non è neppure il momento più cringe del film. Al netto di un paio di momenti molto buoni, il film inanella una serie di scene da brividi. Peraltro cantate.
Poi per fortuna sono arrivate le polemiche. È un film francamente razzista nei confronti di tutti quelli che tocca. I messicani in primis; diciamo che se vuoi fare un film che parla del Messico, iniziarlo con un gruppo di mariachi con le lucine che canta non è proprio il massimo per smarcarsi dagli stereotipi. Per cui i messicani lo hanno attaccato. Cioè è più razzista di Coco, che è un film davvero molto razzista. Lo so che avete pianto con Coco, anche io. Ma è comunque super razzista, dai. Emotivamente bellissimo, razionalmente tremendo. Poi la comunità LGBT+ per la leggerezza con cui tratta la transizione; poi si scopre che la Gascon (molto brava) ha scritto tweet razzisti. Avrebbero potuto offendersi anche gli Svizzeri, per la rappresentazione stereotipata, ma a loro evidentemente fregacazzi.
Però diciamo che nel complesso Emilia Perez ti rimane impresso, se non altro per il cringiometro che segna over 9000. Ma gli altri? Poco rimane. Come dicevo, con due grosse eccezioni, accomunate dall’articolo determinativo THE.

Una è ovviamente The Substance. Il solo fatto che sia lì, in vetta, è una goduria per tutti noi vecchi nerd appassionati di horror. Perché è un horror. Un body horror. Manco troppo elevated (il messaggio è quantomai basic). E prende spunto (da Kubrick, da Hitchcock, ma anche) dal body horror anni novanti di Brian Yuzna (guardatevi Society)! Io al cinema felice come un bambino. Regia pazzesca (Coralie Fargeat si conferma grande regista), due attrici in stato di grazia, fotografia e sonoro quasi fastidiose (il sonoro sicuramente, ma anche la fotografia che insiste sul culo di Margaret Qualley): è un film estremamente bello sotto tutti i punti di vista. Ok, non vincerà. Non vincerà perché, come molte persone che conosco, anche chi vota pensava di andare a vedere una commedia francese e invece si è trovato davanti un mostro di carne. Cazzi vostri, il mostro di carne rimarrà fra le poche cose che ricorderemo di questi premi Oscar.
La seconda eccezione è un film monumentale, mastodontico, in maniera quasi eccessiva: parlo di The Brutalist, di Brady Corbet. Lunghissimo (3 ore e mezza. Cioè per dire: all’Anteo a Milano hanno fatto la pausa), ma con una regia ed una fotografia incredibili. Racconta la storia di un architetto ebreo emigrato negli USA dopo la fine della Seconda guerra mondiale, interpretato da un grande Adrien Brody. Non vincerà. Troppo lungo: chi vota ha già detto che non ha sbatti di guardarselo tutto (mannaggiavvoimannaggia), ma merita una visione. Magari in due episodi.
Ma allora chi vincerà?
Ecco a voi i pronostici giustissimi.

Miglior film
Dicevamo, grande mediocrità. Stiamo parlando di film carini ma davvero poco memorabili come A Complete Unknown (solito biopic che non aggiunge niente alla figura di Bob Dylan, ma ci fa ascoltare belle canzoni), oppure il secondo Dune (carino per chi ama la saga e la fantascienza). Wicked è un musical che può interessare solo agli americani (io l’avevo visto a Broadway anni fa e già allora lo avevo trovato mediocre); Conclave ha un’ottima fotografia e ottimi attori, ma forse perché sono italiano non riesce a conquistarmi: cioè che il papato sia intrighi&tradimenti noi italiani lo sappiamo da circa 1500 anni, abbiamo visto qualunque cosa, compreso il papa donna. E dopo 10 minuti tanto si capisce chi diventa papa, quindi neppure come thriller realmente regge.
Nickel Boys è una storia molto bella (il libro è meraviglioso), ma non buca lo schermo; lo stesso vale per I’m still here, più interessante in termini storici che in termini filmici.
Di Emilia Perez e del cringiomentro abbiamo abbondantemente parlato: poteva essere la tempesta perfetta (minoranze etniche E sessuali), ma è caduto nella su stessa trappola.
Cosa rimane? Oltre a The Brutalist e The Substance, di cui abbiamo parlato sopra, rimane Anora. Il film di Sean Baker parla di una sex worker che diventa cenerentola e nel complesso è un buon film. Ha già vinto la Palma d’Oro a Cannes, sinceramente in maniera un po’inaspettata. È un buon film, ma non va oltre. Un prima parte francamente divertente (quasi spassosa) lascia poi il passo ad un dramma che regge non altrettanto bene, verso un finale agrodolce. Non lo so. Carino, ma niente di più. Probabilmente vincerà Anora, per abbandono da parte di Emilia Perez e perché sia The Substance che The Brutalist non hanno le carte per vincere ai premi Oscar.
Chi vincerà: Anora
Chi vorrei vincesse: The Substance
Miglior regia
Vale tutto quello che abbiamo detto sopra. Brady Corbet e Coralie Fargeat svettano nettamente, ma chissà, mica mi fido.
Chi vincerà: Brady Corbet o Sean Baker
Chi vorrei vincesse: Coralie Fargeat
Miglior Attore Protagonista
Qui le cose diventano più facili: la gara si riduce a due, salvo sorprese inattese: Adrien Brody e Ralph Fiennes. Brody è perfetto nel ruolo del levriero ebreo bastonato di The Brutalist, riesce a mettere insieme sia la tensione distruttiva dell’arte che la sofferenza del post olocausto. Al contempo, Ralph Fiennes in Conclave offre davvero un’ottima prova, molto sfaccettata.
Gli altri tutti sotto. Poteva essere una buona occasione per Timothée Chalamet, perché i biopic piacciono assai a Hollywood, ma non credo ci siano possibilità.
Chi vincerà: Adrien Brody o Ralph Fiennes
Chi vorrei vincesse: Adrien Brody

Miglior Attrice Protagonista
Diamolo a Demi Moore e chiudiamola lì, dai. Fine. Il suo personaggio in The Substance è pazzesco e lei lo rende estremamente intenso ma soprattutto reale. Avrei amato una sfida diretta fra lei e Margaret Qualley, ma evidentemente questa era la settimana di Elizabeth. C’è una possibilità che possa vincere Mikey Madison per Anora, comunque molto brava, ma a sto giro sarebbe un furto.
Chi vincerà: Demi Moore o Mikey Madison
Chi vorrei vincesse: Demi Moore
Miglior Attore non Protagonista
Come sempre, coi non-protagonisti si entra nel campo dell’incertezza: sono i premi più politici e meno sensati che solitamente vengono dati.
Mi piacerebbe che il premio fosse di Edward Norton, per la sua interpretazione di Pete Seeger, ma i candidati maggiormente favoriti sono Kieran Culkin e Yura Borisov. Probabilmente vincerà il primo; va comunque bene così perché sono tutte interpretazioni molto belle e il “più bravo dei Culkin” se lo merita pure.
Chi vincerà: Kieran Culkin
Chi vorrei vincesse: Edward Norton
Miglior Attrice non Protagonista
Ovviamente il mio cuore va a Isabella Rossellini, qualunque cosa faccia. Ma non credo vincerà. Altra interpretazione per me molto interessante è stata quella di Monica Barbaro nella parte di Joan Baez. Però la candidata più forte è sicuramente Ariana Grande.
Rimane un premio molto difficile da assegnare (lo screen time della Rossellini e quello della Grande non sono minimamente paragonabili!).
Chi vincerà: Ariana Grande
Chi vorrei vincesse: Isabella Rossellini

Miglior sceneggiatura originale
Sebbene i bookmaker diano come favorito A Real Pain, non darlo a The Substance griderebbe vendetta a dio e ai mostri di carne di Brian Yuzna. Al massimo The Brutalist, dai.
Chi vincerà: A Real Pain
Chi vorrei vincesse: The Substance
Miglior sceneggiatura non originale
Come sia possibile candidare Emilia Perez in questa categoria, io non lo so. Facciamo finta di non averla vista.
Conclave è un ottimo adattamento, così come Nickel Boys (ma il libro è meglio, ca va sans dire)
Chi vincerà: Conclave o Nickel Boys
Chi vorrei vincesse: Conclave
Miglior film d’animazione
Gara a due fra Flow e The Wild Robot. Inside Out 2 potrebbe fare un colpo di coda, ma lo vedo difficile.
Chi vincerà: Flow o The Wild Robot
Chi vorrei vincesse: Flow perché è un gatto
Miglior film straniero
Ho amato molto (soprattutto la prima parte) la cupezza e l’angoscia che trasmette The Girl with the needle (quota Mubi). Ma dovrebbe giustamente vincere The seed of the sacred fig, per i temi trattati e perché è un bellissimo film. Qualche possibilità anche per I’m still here, perché è una bella storia.
Chi vincerà: The seed of the sacred fig o I’m still here
Chi vorrei vincesse: The seed of the sacred fig

Miglior documentario
Dovrebbe vincerlo No other land. Se non lo vincerà, è pura politica.
Miglior Original Score
Sempre grandi risate per la presenza di Emilia Perez qui. Mi sta bene qualunque cosa, tranne Emilia Perez (che comunque vincerà il premio come miglior canzone verosimilmente con El mal. Sempre a caso ma ok).
A mio gusto, Conclave o The Brutalist.
Miglior sonoro
Dove sta la candidatura a The Substance? Animali! Il sonoro del film di Coralie Fargeat fa un pezzo enorme dell’impatto del film stesso e voi non lo candidate? Manco mi pronuncio sui pronostici, non ve li meritate.
Miglior fotografia
Non candidare Conclave è abbastanza assurdo, perché fa della sua fotografia molto ricercata (e un po’ fighetta) uno dei suoi punti di forza. A questo punto, però, i candidati sono tutti ottimi (tranne Emilia Perez che davvero non c’entra nulla qui). Nosferatu ha una fotografia pazzesca, sia in termini di illuminazione che di composizione; The Brutalist fa col montaggio e la fotografia un lavoro davvero eccezionale; Dune è pur sempre un film di Villeneuve, estetizzante in maniera quasi parossistica.
Difficile scegliere. A cuore, dico Nosferatu, ma sarei comunque contento anche per The Brutalist.

*Se siete arrivati fin qui, vi meritate un premio: ho tenuto per ultima la più sterile delle polemiche. Quella sulle AI. Al giorno d’oggi sono e saranno sempre di più uno strumento (strumento, capito? Non vi stanno rubando il lavoro) nell’industria creativa. Il fatto che siano state usate un po’ di soppiatto per migliorare gli accenti di Selena Gomez in Emilia Perez e di Adrien Brody in The Brutalist fa più sorridere che altro. Selena Gomez continua a parlare spagnolo come me quando faccio Duolingo (Hola como estas?) e al contrario Adrien Brody rimane una delle interpretazioni migliori della stagione. Come dire che le AI non spostano di una virgola il bene e il male di questi film. Basta polemiche sterili sulle AI.
E ora andate tutti a scommettere su chi vincerà, forza! E con le vincite pagate una birra a SALT.
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