I Naufraghi di Laura Peréz e Pablo Monforte siamo noi

I Naufraghi di Laura Peréz e Pablo Monforte siamo noi

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C’è un momento molto bello nelle tavole dei Naufraghi di Laura Peréz e Pablo Monforte che quando le guardi senti l’adolescenza caderti addosso e ti ritrovi con quel tremolio nelle mani e nelle gambe che una persona può provare solo al primo appuntamento o al primo concerto. C’è Alex che si sta truccando, si sta preparando per andare ad ascoltare dal vivo una band che ancora non lo sa ma ascolterà da lontano, perché troppo presa dai primi baci. She’s lost control risuona fra le mura della sua cameretta e solo noi lettori possiamo capire quanto sia giusta e sbagliata questa canzone perché lei, pur volendolo e avendone bisogno, non si lascerà mai travolgere dalle emozioni, non si ribellerà e rimarrà lì nei ricordi della sua mente a veder scorrere la vita.

La rassegnazione è forse il primo e grande insegnamento dell’età adulta e i protagonisti di Naufraghi sembrano saperlo bene. L’ultima novità di ReBelle Edizioni, tradotta da Valeria Benincasa, sembra portarci al limite di un baratro affacciato su tutti gli errori del passato, su quello che sarebbe potuto accadere e non è successo. Fra il 1981 e il 1991, Alex e Julio cambiano vita diverse volte. Da Madrid a Barcellona, passando per Saragozza, le loro vite prenderanno strade differenti pur essendo partite dalle stesse pagine: quelle del Giardino Metallico, fanzine di musica, racconti e arte di cui Julio fa parte della redazione e poco dopo anche lei.

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Se la musica e la letteratura, in particolare Moby Dick, sembrano portare alla luce i tratti in comune dei due giovani studenti; saranno i chilometri e la vita “vera” a dividerli fino al giorno in cui, per caso, si ritroveranno in riva al mare a Barcellona molti anni dopo. Non sappiamo subito del loro trascorso in quegli anni lontani, sappiamo solo ciò che non è successo nelle loro vite nel momento in cui si rincontrano in questo nuovo presente, dopo un decennio trascorso fra l’università e situazioni lavorative più o meno stabili. Cosa è cambiato da quando si scriveva sullo zaino I see the stars come out of the sky?

C’è poi tutto un contorno di emozioni in Naufraghi, di luoghi ed eventi. Le situazioni familiari di Alex e Julio sono sin dall’adolescenza le cornici in cui le loro vite si muovono. Cercare di essere liberi da legami al di fuori di casa sembra impossibile: le difficoltà vissute durante l’infanzia emergono e diventano ferite da guarire. Si cerca di ricreare nuovi ricordi con delle sorprese, come quella volta in cui Julio porta lei al mare per trasformare in gioia una meta diventata troppo presto sinonimo di sofferenza. C’è il tempio sacro della cameretta dove tutto accade, soprattutto nella mente. E c’è il desiderio di riscoprire la città e nascondersi fra le vibrazioni trasmesse dai quadri, come nel Perro enterrado en arena di Francisco Goya, esposto al Prado di Madrid.

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Quello di Laura Peréz e Pablo Monforte è un mondo delicato dove il passato viene invaso dal calore delle sfumature arancio e il presente viene sommerso dall’azzurro più freddo. È una metafora forse del caldo ricordo dei momenti felici paragonati a un presente che sembra stretto da una morsa di freddo, lasciando immobilizzati i protagonisti che a distanza di anni dall’adolescenza aspettano ancora l’attimo giusto per spiccare il volo. O per ritrovare la loro isola felice.

Titolo | Naufraghi
Autore | Laura Peréz e Pablo Monforte
Casa editrice | Rebelle Edizioni
Anno | 2022

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