Il mio primo solo travel – Anime Baltiche | Lettonia
Mi lascio la Lituania alle spalle, convinta che 18€ di bus da Klaipeda a Riga (poco meno di 300km) nascondano qualcosa di sinistro. Mi aspetto una sorta di pullmino a pedali, invece dormo per 4 ore di viaggio in un rispettabile e spazioso abitacolo.
Durante il viaggio, con gli occhi a mezz’asta, mi ritrovo ad ammirare chilometri e chilometri di foreste fittissime, intervallate da laghi di varie dimensioni. Possibile che nessuno mi avesse mai detto quanto i Baltici assomigliassero alla Scandinavia? In versione cheap, s’intende.
Prima impressione di Riga appena metto piede giù dal bus: MEH.
Palazzoni grigi si estendono tutt’intorno al piazzale della stazione, e la giornata uggiosa e umida non aiuta di certo. Realizzo d’un tratto di essere fuori dal perimetro della città vecchia, forse non il quartiere migliore della Capitale per darne un primo giudizio a pelle.
Fan delle seconde chance, lascio i bagagli in hotel e seguo pedissequamente la strategia adottata già a Vilnius: mi perdo e mi riperdo tra i vicoli di Old Riga. Rido da sola per due abbondanti minuti quando scopro che in lettone la città vecchia si chiama Vecriga che io immagino proprio come “Véc-Riga” e mi sembra una buona traduzione del dialetto cremonese.
Cosa visitare se avete soltanto un paio di giorni in città?
- Doma Laukums: la piazza della Cattedrale, cuore pulsante della città lettone. L’edificio del XIII secolo rappresenta la chiesa medievale più antica dei Paesi Baltici.
Ho avuto l’incredibile fortuna di capitare proprio nei giorni in cui la piazza del Duomo ospita il progetto itinerante nato in Germania United Buddy Bears, con più di 140 statue di orsi coloratissimi, ognuno dipinto da un artista diverso e rappresentante ogni Paese del mondo, come esempio di pacifica e armoniosa convivenza tra i popoli. Ogni statua è alta 2 metri e tutte insieme sono straordinarie.
- Statua dei Musicanti di Brema: se non conoscete la favola dei fratelli Grimm legata alla statua originale, che si trova appunto a Brema, in Germania, rimediate subito. Essendo legata affettivamente a questo racconto, mi ha emozionato trovare una copia della statua nel centro di Riga, frutto del gemellaggio con Brema. Si dice che toccarla porti fortuna, motivo per cui il bronzo si è consumato sul muso di quasi tutti gli animali.
- Casa del gatto: uno dei simboli più famosi di Riga. Ne avevamo già parlato su SALT raccontando il fumetto I gatti di Riga, ispirato proprio a questo piccolo gatto di bronzo situato sulla cima del tetto di un bellissimo edificio Art Nouveau. Leggenda narra che il piccolo felino sia stato volutamente posizionato dal proprietario con la parte posteriore rivolta alla Camera del Commercio Maggiore della città, in segno di disprezzo.
- Tre Fratelli: a pochi passi dalla piazza della Cattedrale, ai civici 17, 19 e 21 di Mazā Pils iela si trovano tre edifici, uno accanto all’altro, ribattezzati “I tre fratelli” e divenuti celebre meta di turismo nella capitale lettone. Tre stili architettonici e tre colori diversi nelle facciate, sono gli edifici in pietra più antichi di tutta la città. Attualmente, sono sede le prestigioso Museo lettone dell’Architettura.
Il meteo è stato clemente con me per tutta la giornata, non posso che dargli tregua per una serata e lasciare che si aprano le cataratte del cielo. Opto per rifugiarmi al cinema, confidando nella lingua originale delle pellicole come ogni Paese (coff coff) che si rispetti.
Mi vedo un impegnatissimo Ocean’s 8 (Rihanna e Cate Blanchett, di cosa stiamo parlando) che si rivela addirittura superiore alle infime aspettative che avevo ed è tutto perfetto finché non rovescio i popcorn. Tutti i popcorn in un unico colpo di mano.
Il giorno dopo, mi sveglio e sta ancora piovendo.
Nemmeno il tempo di lamentarmene adeguatamente e si apre una giornata meravigliosa.
In compenso, ho vinto una buona dose di vento forte cui non sono geneticamente predisposta – colpa di noi padani – e che mi stordisce facilmente.
E’ il momento di confessarlo: ho un debole inspiegabile per i mercati alimentari delle città che visito. Che siano all’aperto, coperti, fissi o temporanei, non riesco a evitare di visitarli e rimanerne affascinata come se non ne avessi mai visto uno. Forse è perché il cibo definisce chi siamo e come viviamo, molto più di quanto si possa immaginare.
Il mercato centrale di Riga (Rīgas Centrāltirgus) è a dir poco enorme e ha una storia affascinante: è un ex hangar per dirigibili Zeppelin, composto da 5 enormi padiglioni, tutti uguali e con ampie vetrate che illuminano i centinaia di banchi interni. Si dice che le bancarelle, considerando anche la parte esterna, arrivino a più di 3000 e ciò rende il mercato centrale un vivido fulcro di umanità, prodotti gastronomici di ogni tipo, abbigliamento di dubbio gusto e fiori meravigliosi. Mi sembra corretto sottolineare, inoltre, che è pieno di mirtilli. Ovunque. Giuro, caterve di mirtilli.
Consiglio di assaggiare il rupjmaize, il pane nero.
Felice della scelta vincente di visitare il mercato, mi dirigo verso Bastejkalns, parco cittadino verdissimo e molto curato, a leggere e riposarmi. Senza rendermene conto mi ritrovo sul piccolo molo da dove partono i battelli per visitare Riga percorrendo i canali che attraversano tutta la città. Salgo senza pensarci due volte e non me ne pento: il giro di un’ora mi consente di vedere Riga da un’altra prospettiva. A bordo della piccola barca di legno attraversiamo i canali che circondano la città vecchia, passiamo sotto ai ponticelli di pietra che consentono l’attraversamento pedonale e sfociamo nel fiume Daugava, di cui si percorre un piccolo tratto prima di rientrare. Non immaginatevi il giro in gondola a Venezia né il tour dei canali di Amsterdam, ma ne vale la pena per trascorrere un momento piacevole e farsi un’idea più completa della città.
Di nuovo sulla terra ferma, ora percorro le strade di Riga con lo sguardo rivolto verso l’alto; è incredibile la commistione di stili architettonici di questa città: dal Liberty al barocco, dal gotico all’arte rinascimentale. Si dice che all’inizio del secolo scorso Riga fosse una città ricchissima. Potete constatarne l’eredità percorrendo Alberta iela, la strada Art Nouveau per eccellenza. Vi consiglio di osservare gli imponenti edifici di questo quartiere armati di guida della città, in modo che possiate notare i particolari più inaspettati, come i maestosi grifoni, le teste di Medusa e i leoni antropomorfi.
Pare che a Riga vi siano più di 800 edifici riconducibili a questo stile sobrissimo e per nulla appariscente. Visito anche il Museo dell’Art Nouveau proprio al numero 12 di Alberta iela e ne risulta una visita carina per la riproduzione fedele di un appartamento anni ‘20. Non sono sicura che ne valga la pena, se avete solo un paio di giorni a disposizione, ma è davvero curioso osservare da vicino lo stile dell’epoca, dalle vetrate originali della sala da pranzo alla dispensa fedelmente rifornita.
Dopo dieci minuti a piedi raggiungo il MiiT Coffee, un locale di modeste dimensioni, vegetariano e abbastanza hipster ricercato. Mi ricorda subito il Mint Vinetu di Vilnius, dev’essercene uno in ogni capitale baltica, immagino. Ho mangiato un goulash vegetariano spettacolare (ma che frase è? boh) e una brioches salata. Rido perchè quel pranzo mi è costato 3.5€ e con la stessa cifra a Milano non ci pago manco la corsa del food delivery.
Mentre sono al ristorante, pur di darmi un’aria indaffaratissima, scrivo tre obiettivi per il viaggio:
- Osserva le persone. Sii gentile.
- Non ti fermare alla prima impressione delle città.
- Pensa positivo.
- Amen
Scambio due chiacchiere con altri avventurieri e a proposito di “hipsterate incredibili” (quasi letterale dall’inglese eh) mi consigliano di visitare il Kaņepes Kultūras centrs, a pochi passi da dove siamo. Ci vado subito per un caffè di passaggio e mi sembra un locale degno di nota per le serate lettoni. Staff super gentile, atmosfera rilassata e accogliente. Mentre sono seduta al tavolo all’aperto, mi perdo a leggere la storia della libreria Janis Roze di Riga sul mio Anime Baltiche che non perdo di vista nemmeno un secondo. Il tempo vola e io mi lascio trasportare in un’altra epoca. Janis Roze fondò una casa editrice nel 1914 e quattro anni dopo aprì una libreria in Krišjāņa Barona iela. “All’origine della libreria Janis Roze di Riga c’erano un omicidio politico e un amore non corrisposto”
Roze fu costretto a interrompere la sua attività nel 1941 quando venne deportato in Siberia insieme ad altri 15.424 lettoni. Morì l’anno seguente. “Fu un’epurazione etnica e sociale: chi era privilegiato doveva pagare. Ecco perché il 10 luglio del 1941 quando entrarono a Riga a passo di Marcia, i nazisti furono accolti come salvatori e coperti di fiori.” – scrive Brokken. Ancora una volta, tuttavia, i lettoni vennero imbrogliati. Il resto della storia immagino la sappiamo tutti, ahimè. La casa editrice negli anni venne chiusa definitivamente, ma la libreria resistette – dopo diversi passaggi – fino ai nostri giorni.
Controllo su Google Maps e realizzo che sono a soli 700 metri da lì! Chiudo il libro e ci vado, entusiasta di aver appena conosciuto la storia nascosta dietro ad un palazzo che non avrei mai notato altrimenti. Meraviglia della lettura.
“Viaggiare è libertà, libertà è viaggiare”.
Il cielo ora è limpido come non lo era mai stato in questi giorni e ho lasciato per ultima una delle perle della città vecchia di Riga: la famosa Casa delle teste nere. Di origine medievale, l’edificio ospitava mercanti, marinai e commercianti, famosi per i copricapo nero. La Seconda Guerra Mondiale non risparmiò l’edificio e i Sovietici ne completarono la distruzione.
E’ solo negli anni ‘90 che privati cittadini decisero di raccogliere donazioni per la ricostruzioni del Palazzo stesso, così che oggi è una delle principali attrattive di Riga.
Oggi il cielo è così azzurro che non fa altro che risaltare il rosso dei mattoni, creando un contrasto cromatico potentissimo. L’architettura è straordinaria.
Riga è una città vera, quasi cosmopolita.
Qui il sole tramonta molto tardi d’estate ed è sempre appagante perdersi in queste strade, con la musica dei locali ad ogni angolo e la gente desiderosa di godersi ogni raggio di sole concesso.
Sei bella, Vecriga.
Prossima tappa: Tartu, Estonia.