Ho sceso, dandoti il braccio, di Eugenio Montale
Ho sceso, dandoti il braccio, è la meravigliosa poesia che nel 1971 Eugenio Montale dedica alla moglie Drusilla Tanzi, molto miope e costretta a portare occhiali molto spessi (per questo era stata soprannominata “Mosca”).
Un bellissimo racconto della vita insieme, tanto più per chi, come me, appartiene all’esercito dei miopi senza speranza.
Ho sceso dandoti il braccio, di Eugenio Montale
Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.
Il mio dura tuttora, né più mi occorrono
le coincidenze, le prenotazioni,
le trappole, gli scorni di chi crede
che la realtà sia quella che si vede.
Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio
non già perché con quattr’occhi forse si vede di più.
Con te le ho scese perché sapevo che di noi due
le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,
erano le tue.
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