La canzone che Patti Smith non diede mai a Robert Mapplethorpe
New York, novembre 1987.
Indossata la giacca da aviatore del marito Fred, Patti Smith si lasciava fotografare da Robert Mapplethorpe per la copertina del singolo People Have the Power, che sarebbe stato rilasciato a giugno dell’anno successivo, per il lancio del suo quinto album, Dream of Life.
Soltanto qualche giorno prima, per il compleanno di Mapplethorpe, già visibilmente debilitato da un impietoso AIDS, Patti Smith scrisse una delle liriche più struggenti ed evocative del rapporto viscerale che univa i due artisti.
“Quella mattina mi sedetti alla scrivania dell’Hotel Mayflower e gli scrissi la canzone “Wild Leaves” ma non gliela diedi mai. Nonostante stessi cercando di scrivere una lirica immortale per lui, tutto mi appariva fin troppo mortale.”
(Patti Smith, Just Kids – Feltrinelli Editore)
Non si sbagliava, anche se l’agonia sarebbe durata ancora diversi mesi.
Robert Mapplethorpe morì il 9 marzo 1989.
Celebre fotografo statunitense, passò alla storia per l’irriverenza della sua arte, provocatoria, libera da convenzioni, omoerotica e con derive sadomaso, mentre Patti Smith divenne nota ai più come cantante rock e poetessa, che ancora oggi calca i palchi d’Europa con quella magia inafferrabile che nel corso degli anni le fece guadagnare l’appellativo di “sacerdotessa del rock”.
Quel che l’uno rappresentò per l’altra, invece, è difficilmente riassumibile in una singola definizione, ma è più che percepibile in Just Kids, l’autobiografia di Patti Smith, nata proprio da una promessa fatta a Mapplethorpe, da cui emerge un rapporto indissolubile tra i due artisti, che negli anni ’60 furono giovani amanti in una New York irrequieta e già trasudante d’arte, compagni di vita agli albori delle loro carriere e seppero restare amici veri, affinità elettive, colonne portanti e indispensabili per la reciproca serenità, finchè l’AIDS non interruppe il respiro di Mapplethorpe.
“Osservare i suoi progressi era gratificante, poiché mi sentivo parte della sua crescita creativa. Il credo che sviluppammo come artista e modella era semplice: ho fiducia in te, ho fiducia in me stesso.”
(Patti Smith, Just Kids – Feltrinelli Editore)
L’arte di Mapplethorpe così come quella di Patti Smith prese vita e vigore dalla reciproca ispirazione, dalla condivisione di ogni singola opera, come fosse il prodotto filiale della loro unione.
Amo immaginarli nella camera n°204 del Chelsea Hotel a costruire le loro vite intrise d’arte senza neppure osare sognare che di lì a pochi anni avrebbero ottenuto l’immortalità.
I versi di Patti Smith, che siano poesie o testi delle sue canzoni (che poi, di fatto, fa differenza?) riflettono l’influenza dei simbolisti francesi, la sua devozione per Bob Dylan, l’ammirazione per Dylan Thomas, l’amicizia con Allen Ginsberg, ma nulla la guidò più del rapporto con Robert.
Just Kids è un libro che scalda il cuore, che esalta l’insaziabile fame di vita dei due protagonisti e che lascia soltanto intravedere il dolore e la malinconia di una donna costretta ad andare avanti portandosi dentro un vuoto incolmabile.
“Ho imparato a guardare attraverso i tuoi occhi e non ho mai scritto un verso né disegnato una curva che non muovesse dalla consapevolezza di essermi ispirata agli attimi preziosi trascorsi assieme.”
(Patti Smith, Just Kids – Feltrinelli Editore)
Ed è a lui, naturalmente, che è dedicata Wild Leaves, foglie selvagge.
Wild Leaves
Wild leaves are falling
Falling to the ground
Every leaf a moment
A light upon the crown
That we’ll all be wearing
In a time unbound
And Wild leaves are falling
Falling to the ground
Every word that’s spoken
Every word decreed
Every spell that’s broken
Every golden deed
All the parts we’re playing
Binding as the reed
And wild leaves are falling
Wild wild leaves
The spirits that are mentioned
The myths that have been shorn
Everything we’ve been through
And the colors worn
Every chasm entered
Every story wound
And wild leaves are falling
Falling to the ground
As the campfire’s burning
As the fire ignites
All the moments turning
In the stormy bright
Well enough the churning’
Well enough believe
The coming and the going
Wild wild leaves
Foglie selvagge
Cadono foglie selvagge
A terra cadono
Ogni foglia un momento
Un punto di luce sulla corona
Che tutti indosseremo
In un tempo libero da vincoli
E cadono foglie selvagge
Cadono foglie selvagge
Ogni parola che sia stata pronunciata
Ogni parola deliberata
Ogni incanto che sia stato spezzato
Ogni atto dorato
Tutti i ruoli che interpretiamo
S’intrecciano come vimini
E cadono foglie selvagge
Selvagge foglie selvagge
Gli spiriti che sono stati nominati,
I miti che sono stati infranti
Tutto ciò che abbiamo affrontato
E i colori sbiaditi dall’uso
Ogni abisso esplorato
Ogni storia dipanata
E cadono foglie selvagge
A terra cadono
Ora che il falò arde
Ora che il fuoco divampa
Ogni momento si riversa
Nella lucentezza burrascosa
I turbamenti sono stati abbastanza
E abbastanza abbiamo creduto
Arrivi e dipartite
Selvagge foglie selvagge
(Patti Smith, Dream of Life, bonus track – CD reissue)