Quando tutto diventò blu di Baronciani | Antidoto al #BlueMonday
Una storia sulla paura di aver paura.
Avete presente quella sensazione di quando si viaggia in treno e improvvisamente si comincia a sobbalzare sul sedile? Quando sembra che i binari si stiano spostando e che la loro scontata solidità stia venendo meno? Sono pochi secondi, tutto torna presto tranquillo come l’istante precedente, ma un sassolino o un piccolo ramo ha scosso il treno in corsa, qualcosa di inaspettato si è intrufolato lungo i suoi binari e per un attimo è stato come cadere in una dimensione nuova. Non si ricorda bene la causa, solo ciò che è accaduto: si ricorda un segnale ma non il momento stesso in cui si è iniziato ad avere paura davvero. In Quando tutto diventò blu di Alessandro Baronciani succede più o meno la stessa cosa.
La prima volta successe in treno di ritorno da Bologna.
Binario 8, il treno sta arrivando. Chiara ancora non lo sa ma quel viaggio sta per cambiare tante cose, soprattutto la sua vita appena sconvolta da una perdita. Il suo corpo sembra pronto, sembra sapere già che la sua mente si sta circondando di paure, fra cui una più forte di tutte: la paura di avere paura. Il primo attacco di panico arriva poco dopo, seguito da un altro e poi un altro e un altro ancora e gli strumenti medici cominciano a sembrare cassette da riascoltare in un walkman, onde che provocano suoni fatti per essere ascoltati cercando di dare un senso a tutto ciò che si muove dentro interrompendo la vita reale. Visite e controlli medici sono la soundtrack di una vita che pare rendersi conto che sia più comodo cercare cause in una malattia, una forma rara di qualsiasi morbo non ancora ben identificato eppure sarebbe così facile: è tutto sotto la propria pelle, un po’ più in fondo. Basterebbe spegnere tutte le luci e ascoltare attentamente i battiti del proprio cuore.
“Il cuore sembra impazzire” e non è amore: tutto il contrario o forse qualcosa di molto simile.
La protagonista di Quando tutto diventò blu di Baronciani è Chiara ma è anche la sua cameretta. Quella dove le Converse di tela vengono lanciate sul pavimento per tuffarsi nel letto, rannicchiarsi a riccio per dimenticare tutto quanto – anche se stessi – perché quelle quattro mura non possono racchiudere tutto quel dolore spiegabile solo a metà. È quando si è smarrito qualcosa e ci si ritrova con la paura di perdere anche altro ovvero tutto ciò che resta nel cuore. Azioni e pensieri hanno bisogno di una fase di decompressione: liberarsi dall’agitazione e tornare a galleggiare sereni lasciando in fondo tutti i timori più infondati eppure così vividi nella mente di chi viene sorpreso dal sassolino sul binario, dal rametto che sembra far deragliare il treno. Bisogna riconoscerlo, accettarlo e spostarlo. Ci vuole tempo e coscienza mentre la ricerca del psicofarmaco giusto sembra infinita.
“I miei pensieri avevano lo stesso rumore del cuore”
La delicatezza di questo Baronciani è la stessa che si ritrova in “Una storia a fumetti”; è quello stile ancora così diretto ma già caratterizzato da quei tratti ben definiti che sanno raccontare l’adolescenza, sì, ma anche tutto ciò che si può portare con sé in un mondo che è totalmente blu, quel colore così affascinante che rende queste tavole ancora più speciali. Perché non è il blu di Yves Klein e nemmeno il blu classic 19-4052 di Pantone, colore dell’anno 2020. È un blu tutto nuovo che è sia cielo che acqua, sia respiro che immersione ma soprattutto voglia di esplorare e riuscire a trovare una propria uscita. In un mondo che ha sempre più bisogno di awareness sulle malattie mentali, Quando tutto diventò blu è un mondo che ha bisogno di far immergere i lettori, un po’ nel mare e un po’ negli orizzonti. È come una nebbia fitta tutt’intorno che scende pensando di coprire ogni cosa e invece forse una soluzione c’è, forse è solo a pochi passi da noi. È tuffarsi per risalire, andare a fondo per tornare in superficie e respirare a pieni polmoni.
“Perché il problema degli attacchi di panico è rifiutare di soffrire di attacchi di panico.”
Edito da Bao Publishing, Quando tutto diventò blu di Alessandro Baronciani torna quest’anno nelle librerie in una nuova edizione che continua a parlare di fragilità. Perché siamo tutti qui, nel nostro blu. Ci sentiamo più soli di quanto non siamo. Vogliamo sentirci più soli di quanto non siamo.
“Sotto di me è vuoto, senza fondo, ma non cado “
P.S. Quando tutto diventò blu è anche una canzone di Colapesce e sì, non è un caso (“Nuoti e piangi”).
Titolo | Quando tutto diventò blu
Autore | Alessandro Baronciani
Casa Editrice | Bao Publishing
Anno | 2020 (ristampa)