Persone Normali di Sally Rooney | Breve ma intensa scampagnata nel mainstream

Persone Normali di Sally Rooney | Breve ma intensa scampagnata nel mainstream

Persone Normali, Sally Rooney

Allora questa è la storia di come la mia strada abbia fortuitamente e manco troppo volontariamente incrociato Persone Normali e dunque per converso, incidentalmente, Sally Rooney, nostra signora dei millllennnnialllsss.

Preparati perché è una wild ride. Ci sono di mezzo voli Vueling Londra-Roma sempre, indefettibilmente, vergognosamente in ritardo. Trattati di geopolitica. La paura di volare.

E Beppe Sala.

Si, hai capito benissimo, proprio lui. Beppe. Sala.

Transitandovi almeno due w.e. al mese e attendendovi per innumerevoli ore di ritardo, l’aeroporto di London Gatwick è ormai la mia terza casa: ogni volta, per tenere a bada l’ansia, mi studio in lungo e in largo tutta l’offerta libresca del South Terminal – recentemente, ho scoperto che The Bookshop di WHSmith ti tira letteralmente dietro i libri più fighetti della settimana, attraverso un’apprezzatissima promozione 1+1 half price sull’ampia tiratura del mainstream.

Mai sfruttata, ovviamente.

Ecco, però, durante l’ultima interminabile attesa dell’ultimo volo Vueling LGW-FCO del mercoledì sera di ritorno dal Vietnam, senza nemmeno accorgermene avevo trovato questo imperdibile trattatello dei geopolitica, ma geo sul serio, Prisoners of Geography (Tim Marshall, 2015). E insomma, sarebbe stata una cretinata, non sfruttare l’1+1etc. di cui sopra: d’un tratto, l’illuminazione.

Bello arancione e in edizione economica campeggiava fra i consigliati – ovvero i libri che non guardo mai, ma mai, perchè appunto: sia mai essere avvistata con una creatura mainstream fra le mani. Perchè Sally Rooney è diventata un fenomenale caso letterario, marxista irlandese che a 25 anni scrive Parlarne fra amici ed è sulla bocca di tutti e tutti conquista, finanche le edizioni Big di Einaudi – ovvero la garanzia della bolla mediatica e del libro più venduto del mese sull’apposito scaffale Feltrinelli. Addirittura Rivista Studio le dedica un articolo elucubrante la sua investitura ufficiale a public speaker o meno della Generazione Y.

Insomma, dai, proprio non faceva per me….

Ma c’era quel post di Beppe (Sala) su IG, si proprio quello lì con le espadrillas impeccabili a Formentera e la smorfietta da bad boy, una sola sentenza: bel libro. Ecco, ma come fare a resistere davanti a cotanta perfezione radical chic, come esimersi, alea iacta erat, et  voilà – una riscoperta curiosità mista all’opportunità di sconto hanno prontamente silenziato la proverbiale intolleranza per i libri letti da tutti portandomi con superficiale baldanza a pagare, senza fiatare, entrambi i libri alla cassa.

E a cominciare Persone Normali.

“Consigli di Lettura. Persone Normali, di Sally Rooney. Bel libro. E titolo perfetto per queste giornate. #Formentera”

Ecco, i protagonisti di Persone Normali sono due sfigati. 

Sono due persone sfacciatamente fortunate, che nascono sane, intelligenti, belle – l’una molto ricca, l’altro molto popolare – e che odiano ogni singola cellula di se stessi.

Si legano indissolubilmente l’uno all’altra attraverso intensi quanto ingiustificati atti di tenerezza, umiliazione e pentimento, più o meno in quest’ordine, e poi continuano a farsi del male allo specchio e a vicenda perché non sono minimamente in grado prendersi cura del proprio cuore e della propria testa.

Sono trascinati da forza esterne senza grinta, eleggono a divinità sempiterna quello che gli altri pensano di me, aguzzano la lingua su un’ironia ferrigna che è utilissima per scopare ma assolutamente inutile per imparare a non prendersi sul serio, che è l’unico vero toccasana del diventare adulti.

Sono  anime pesantissime che non conoscono la leggerezza di Calviniana memoria, e continuano a posarsi con disciplina l’ennesimo macigno sul cuore.

Insomma, Marianne e Connell sono letteralmente insopportabili.

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Eppure. Eppure gli occhi non riescono a staccarsi dalle pagine. Il cervello esplode a festa nell’inghiottirne la prosa chirurgica, a sentirsi sbattere in faccia con poche parole di bisturi emozioni profondissime. Sally Rooney con una scrittura di calamita afferra e non molla la presa – ti ritrovi a pensare che vuoi davvero continuare a leggerli mentre sei in macchina in attesa del semaforo verde, mentre vai a prendere i cornetti, mentre l’estetista ti spiuma raccontandoti tutti i fatti suoi. Il libro ti aspetta lì sul comodino e il desiderio di divorarlo non si quieta nemmeno mentre lo apri, mentre ti siedi che hai già letto metà della terza riga, mentre i capitoli di 3 mesi in 3 mesi finiscono e principiano anni nuovi e quei due insopportabili sono ancora più fragili e insopportabili e ti ritrovi a volerli stringere fra le braccia a pagina 266.

Le sfumature della loro storia forse pure banalotta ti sono entrate sotto la pelle senza che te ne accorgessi. Il mix dolciastro e fumoso di amicizia, Irlanda rurale, amore angelicato, dolori di svariata natura, sesso detto e fatto, articoli sul conflitto in Siria ed educate lotte di classe nei salotti delle città universitarie – tutto questo senza apparente peso ha assunto una familiarità totale, un fardello leggero e onnipresente, e la fine del libro, così di botto, assume i contorni di un nuovo vuoto davanti agli occhi.

Sally Rooney parla tantissimo di loro, e magari sì, di noi. Non necessariamente con noi, non necessariamente per noi. Forse solo per sé, per fare chiarezza, dentro una storia che pare fin troppo uno sdoppiamento d’autobiografia. E ci accorda senza tanti complimenti questa breve, intensa, bella scampagnata nel mainstream.

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Titolo: Persone Normali
Autore: Sally Rooney
Casa Editrice: Einaudi Supercoralli
Anno: 2019

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