A Girl Walks Home Alone at Night: la vampira con il chador...

A Girl Walks Home Alone at Night: la vampira con il chador di Ana Lily Amirpour

A Girl Walks Home Alone at Night

Non ho un buon rapporto con i film horror, mai avuto. Credo che tutto cominciò quando, bambina, vidi in tv qualche scena di IT (dai, il protagonista era un clown!). Come conseguenza, per giorni, non sono più riuscita ad avvicinarmi a un lavandino senza immaginare il sangue che saliva ribollendo dalle tubature.

Quindi no, gli horror non mi piacciono. Per questo motivo anche A Girl Walks Home Alone at Night è rimasto per mesi tra i film da vedere, ma non era mai la giornata giusta, perché, tra i tanti generi che riunisce, gli hanno affibbiato anche l’etichetta di horror.

Chiariamo una cosa subito: A Girl Walks Home Alone at Night non è un horror classico, anzi, secondo me non è proprio un horror, anche se viste le mie esperienze passate probabilmente non sono la persona più indicata per definire il genere.

Il film prende in prestito dal mondo dell’orrore uno dei suoi mostri più conosciuti, e sicuramente il più abusato di sempre: il vampiro. Non pensate però “storia già vista”, perché, anche se pecca di alcune cose, A Girl (ecc ecc) non manca certo di originalità. Innanzitutto il protagonista non è un vampiro, ma una vampira (e fin qui nulla di nuovo), ma si tratta di una vampira iraniana in chador, che ascolta musica indie rock e girovaga di notte su uno skateboard in una città chiamata “Bad City”, popolata apparentemente solo da prostitute, spacciatori e drogati.

A Girl Walks Home Alone at Night
Hipsteria vampiresca

A questo punto potreste pensare: film di protesta contro la situazione femminile in Medio Oriente? Pensiero legittimo, considerando anche che la regista, Ana Lily Amirpour, ha origini iraniane. In realtà però non è così. Il film è stato girato in California, in una comunissima periferia americana, e la regista è nata in Inghilterra e cresciuta negli Stati Uniti. Insomma, l’impegno politico c’entra poco. Questo non significa che la Amirpour non sia riuscita a realizzare un film assolutamente originale, mescolando estetica araba e occidentale (sfruttando a questo scopo una magnifica colonna sonora), e mischiando generi cinematografici diversi (horror, western, surrealismo), il tutto addolcito da un bianco e nero fortemente estetizzante.

A Girl Walks Home Alone at Night è stato girato in soli 24 giorni, o meglio, notti, per creare un contrasto ancora più netto tra le tante ombre e le poche zone illuminate. Il risultato sono immagini con una forte potenza onirica, dove la paura e il sangue vanno di pari passo con il desiderio e la bellezza. Non è un caso che la protagonista uccida sempre e solo uomini: da sempre i vampiri sono dei mostri seducenti e l’erotismo è alla base del loro metodo di caccia.

In questo caso è un erotismo fatto di sguardi, che si regge in gran parte sull’interpretazione della bravissima Sheila Vand, che buca lo schermo con due occhi profondissimi.

I dialoghi sono pochi e brevi, anche quando la vampira incontra Arash, un giovane ragazzo che sembra l’ultimo romantico rimasto a Bad City: travestito da Dracula, sotto effetto di acidi, la abbraccia e le dice “sei fredda”. I due vivono un’attrazione che è un po’ una strana storia d’amore, fatta di sguardi, di poche parole, di gesti lenti.

“Me lo limono o me lo mangio?”

È attraverso questa storia che la Amirpour ci regala alcune delle scene più belle del film, di intensità e poesia palpabili, rese più potenti dall’uso prepotente della colonna sonora, che non è più solo un sottofondo, ma rivendica a tutto volume il suo ruolo all’interno della narrazione. Un po’ come nei film di Xavier Dolan, anche qui la musica è protagonista insieme agli attori. Il film regge benissimo senza colori, quasi senza dialoghi, ma non reggerebbe senza la musica. Anche la colonna sonora è un mix di generi: si va dall’indie rock ascoltato dalla vampira hipster, all’elettronica, al pop iraniano, a suggestioni tipicamente western alla Morricone.

La Amirpour è brava a mescolare tutti questi generi, a fonderli insieme per creare qualcosa di nuovo e unico, e, anche se a volte sembra perdere il filo e dilungarsi in tempi troppo lunghi, ci regala comunque sequenze di grande eleganza.

L’amore per il cinema della regista è evidente, anche se a tratti sembra tradursi in una tendenza a crogiolarsi troppo in un estetismo auto edificante, proprio come accade in un altro film sui vampiri che ha qualcosa in comune con questo: Only Lovers Left Alive. La vampira della Amirpour però è meno decadente dei due protagonisti del film di Jarmush, più seducente, più cattiva, più inquietante, in qualche modo più viva. E se è vero che solo gli amanti sopravvivono, allora perché non farli vincere su tutto: sulla paura, sulla morte, sul passato?

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Titolo originale: A Girl Walks Home Alone at Night

Anno: 2013

Regia: Ana Lily Amirpour

Cast: Sheila Vand, Arash Marandi

 

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