Aggretsuko: arrabbiarsi in modo Kawaii
One step from lashing out at you
You want in to get under my skin
And call yourself a friend
I’ve got more friends like you
What do I do?
What it takes, who I am, where I’ve been
Belong
You can’t be something you’re not
Be yourself, by yourself
Stay away from me
A lesson learned in life
Known from the dawn of time
-Pantera, Walk, 1992.
“Retsuko sei così carina da sembrare un personaggio Sanrio” e così nel nuovo anime di Netflix per la prima volta vediamo un tenero e carinissimo panda rosso (creato proprio da Sanrio, gli stessi creatori di Hello Kitty per intenderci) incarnare un messaggio contro il sistema a suon di canzoni death metal urlate al karaoke, in un modo che con una sola parola mi piace definire #aggreskawaii.
Del resto, chi lo ha detto che le persone carine non possano essere anche arrabbiate?
Aggretsuko, racconta le avventure di una giovane alle prese con i problemi dell’età adulta, nella quale quasi tutti noi possiamo in qualche modo immedesimarci.
La nostra protagonista, infatti, è la descrizione perfetta del Millennial medio, ossia ha 25 anni, è single, svolge un lavoro che non la gratifica – né come lavoratrice né tanto meno come donna – e conduce una vita apparentemente priva di soddisfazioni concrete.
Per farla breve, non ha talenti speciali e non coltiva ambizioni particolari di nessun tipo: è brava nel suo lavoro ma non brilla, è simpatica e di buon carattere ma non abbastanza da essere accattivante o carismatica, è carina ma non bellissima e così via.
Ha terminato i suoi studi con i buoni propositi di essere indipendente e realizzata, con un lavoro che le consenta di diventare il “membro attivo della società” che ha sempre desiderato essere, ma ben presto i suoi sogni sono destinati a scontrarsi con la triste realtà e quando capisce che in realtà deve lavorare solo per avere i soldi per tirare avanti arriva addirittura a rifugiarsi nell’idea di sposarsi e fare la casalinga pur di sfuggire alla prospettiva alienante alla quale sembra essere condannata la sua esistenza.
L’unico posto al mondo dove sembra trovare sollievo alle sue pene sono le pareti del karaoke cittadino, tra le quali può dedicarsi in gran segreto al suo hobby preferito: le canzoni death metal.
Il forte contrasto tra l’apparenza kawaii di Retsuko e la sua rabbia sfrenata ci viene mostrato per tutte le quasi 3 ore che compongo la serie senza però risultare mai noioso o scontato, forse perché è raro vedere un personaggio femminile libero di abbandonarsi alla rabbia senza essere per questo giudicato come “isterico” o senza bisogno di doversi nascondere dietro le lacrime della tristezza, la quale ancora oggi sembra essere l’unico sentimento socialmente accettato che le donne possono concedersi.
Questo contrasto non fa di lei neanche una novella Dr. Jekyll & Mr. Hyde, Retsuko infatti, ha tutti i motivi per essere arrabbiata: lavora in un’azienda che la costringe a dover sistemate la scrivania del suo capo – un maiale sempre di cattivo umore, sciovinista e misogino – al quale, in quanto donna, è costretta a dover persino servire il té .
Ogni mattina la vediamo prendere un treno sovraffollato solo per recarsi in un posto dove oltre a venire continuamente umiliata, deve pure relazionarsi con colleghi insopportabili come la leccapiedi, la pettegola di turno o quella che non fa altro che caricarla di lavoro extra.
Senza contare i problemi esterni alla vita lavorativa come quello del dover stringere la cinghia per fare un regalo per un matrimonio o la difficoltà che richiede il rendersi conto di essersi innamorata dell’idea dell’amore invece che di una persona in carne e ossa che la ricambia realmente.
Retusko invece di lasciarsi schiacciare da queste dinamiche, sublima i suoi sentimenti negativi nell’energia del death metal che simbolicamente le consente di trasmutarli in modo positivo senza reprimerli o esaltarli ma semplicemente lasciandoli andare.
E pian piano, grazie anche all’amicizia con altri personaggi femminili e al confronto con l’esterno, si rende conto che la chiave per sentirsi meglio si trova proprio nel concedersi la libertà di essere se stessa e concedersi al mondo senza più nascondersi.
Ogni episodio di Aggretsuko dura solo 15 minuti e richiede per cui un impegno minimo a fronte di grandi benefici. In poco tempo infatti ci regala la sensazione di esserci dedicati alla visione di un prodotto culturalmente impegnato senza per questo rinunciare a colori allegri, disegni gradevoli e battute leggere e divertenti.
Aggretsuko è una sorta di piccolo rito catartico giapponese per i dolori della vita contemporanea e anche se già questo è più di quanto ci si potrebbe aspettare da un panda rosso kawaii con la passione per il metal, la cosa che lo rende ancora più prezioso è che offre anche semplici consigli per affrontare i problemi quotidiani più banali che spesso sono gli stessi che ci fanno sentire più impotenti e infelici, insomma, esattamente quello di cui molti di noi hanno davvero bisogno.
Playlist per il Karaoke ♡