Am I there yet? | Mari Andrew
Considerato che probabilmente ne ho già parlato un’infinità di volte, continuo imperterrita la mia battaglia a dare più valore alle dediche degli autori, quelle che stanno solitamente all’inizio di un libro. Quando sono fatte con il cuore, quando ci si è pensato davvero alla dedica, sono sufficienti poche e brevi parole per intravedere tutto quello che si sta per leggere. Mari Andrew, in Am I there yet? The Loop-de-loop, Zigzagging Journey to Adulthood, ha fatto qualcosa di simile riassumendo in poche righe tutto quello che c’è in più di duecento pagine di illustrazioni e confessioni:
For my mom: I’m sorry, it’s not a grandchild.
Con tante e forse nemmeno volute influenze di Gemma Correll, l’opera pubblicata dalla casa editrice Clarkson Potter porta su pagine quello che Mari Andrew ha cominciato a postare su Instagram, dopo il 2016, quando il padre morì e l’illustratrice sentì il bisogno di cercare nella sua vita qualcosa che fosse soprattutto un’ancora di salvezza. Tutto, quindi, è cominciato così, con un disegno al giorno che potesse aiutare Mari ad affrontare il periodo buio che stava vivendo a soli 28 anni, quando il mondo ti vuole adulto ma spesso ancora non lo sei davvero. Disegno dopo disegno, Mari Andrew ha dato forma a Am I there yet? The Loop-de-loop, Zigzagging Journey to Adulthood, una sorta di manuale per sopravvivere all’arrivo dell’età adulta o, meglio ancora, alla certezza che non è necessario compiere i trent’anni con le idee chiare.
Perché se Motta ci ricorda di trovare parcheggio nella fine dei vent’anni, Mari Andrew ci racconta di lasciare pure l’auto con le quattro frecce in mezzo alla tangenziale e tentare di fare quella cosa che Sylvia Plath continuava a chiedersi senza avere risposta: Why can’t I try on different lives, like dresses, to see which fits best and is more becoming?
Quello che Mari Andrew vuole spiegare è la differenza fra cercare se stessi e creare se stessi, due concetti che possono essere espressi in un imperativo da tatuarsi sulla fronte: cerca te stesso creando te stesso. Con le tue passioni, con le cadute, con le scelte sbagliate e poi quelle giuste. Am I there yet? è un modo per ricordarti che se svolti alla strada sbagliata puoi sempre tornare indietro e ritrovare la vecchia via, percorrerla ancora un poco per poi provare finalmente una nuova via. E quella, prima o poi, sarà quella corretta: è solo questione di tentativi.
Questo di Mari Andrew è un libro illustrato composto da notti insonni, lavori temporanei e frasi da sottolineare neanche fosse un saggio del più grande filosofo. È trovare il significato di casa, anche a chilometri di distanza da quella che abbiamo sempre considerato tale. È trovare in un viaggio il motivo per il quale abbiamo così bisogno di stimoli per reagire, per creare cose nuove. È il desiderio di conoscere qualcuno semplicemente per amare l’altro ma anche se stessi, innamorandosi ogni giorno di quello che sappiamo fare e che ancora non abbiamo fatto come avremmo dovuto. Am I there yet? è una guida che ti insegna a fare respiri profondi, metterti in pausa e ritrovare te stessa, ovunque e chiunque tu sia. Il tutto racchiuso in una parola da valorizzare sempre più: resilienza.
Resilienza: let’s try that again now that I know myself better
Titolo | Am I there yet? The Loop-de-loop, Zigzagging Journey to Adulthood
Autore | Mari Andrew
Casa editrice | Clarkson Potter
Anno | 2018