Non dirmi che hai paura | Giuseppe Catozzella
Quella raccontata da Catozzella, scrittore e giornalista italiano classe 1976, è la storia di Samia. Samia è una ragazzina di Mogadiscio con la corsa nel sangue e nel destino. Samia è la bambina africana magrissima che corre veloce, come se non avesse un peso. Samia è la metafora di un continente intero. La sua infanzia è quasi scontata: divide i suoi sogni e la sua povertà col compagno di giochi, Ali, che da primo e unico amico del cuore diventa anche primo allenatore per lei.
La corsa di Samia attraversa il paesaggio di un’altra storia vera, quella della Somalia degli ultimi anni. Un Paese preda dell’irrigidimento politico e religioso, dove le armi vincono la partita della democrazia che non è mai stata. Dove la sopraffazione è il diritto alla libertà che viene meno. Dove le gambe femminili di Samia che fendono l’aria sono un’offesa al comune decoro. Una storia di estremi e di estremismi.
Samia però guarda lontano. Sfida la paura che diventa un tabù. Lo sente, il suo destino. E nel suo destino, così come nelle parole del padre, avverte la missione che le è stata affidata da un dio cha a lei dice di correre e ad altri di impedirle di farlo. Il suo destino è quello del riscatto di un Paese martoriato, di una pletora di donne a cui è impedito di mostrare il volto al sole dell’Africa, al sorriso di un figlio, all’ultimo guizzo di vita negli occhi di un marito, colpito dalla mano invisibile dell’ordine che viaggia sulle camionette armato di kalashnikov che, a differenza del pane, non mancano mai.
Samia insegue il suo destino anche la notte. Corre nello stadio deserto e prepara di nascosto il proprio riscatto. Nella mente ha un solo obiettivo da raggiungere e a soli 17 anni si trova a qualificarsi alle Olimpiadi di Pechino. Non importa come si classifica, ma quel giorno, per chi si ricorda, Samia è stata per qualche istante anche sui nostri schermi che interrompevano il silenzio di un afoso pomeriggio agostano. Samia, non lo sapevamo, ma l’abbiamo conosciuta tutti.
Ed ecco, lì, nell’estremo Oriente delle tante altre contraddizioni, Samia diventa anche un simbolo. Di un genere, di un Paese, di una religione, di un continente. Essere un simbolo, però, in Somalia non è un vantaggio. Le cose si fanno difficili per lei e per tutti, mentre gli integralisti prendono sempre più potere. Mentre le camionette portano via pezzi di famiglie, padri, affetti e fonti di reddito. Così, anche per Samia, la povertà in cui è nata passa agli affetti. Che senso ha restare lì? Per chi dovrebbe correre? Decide allora di intraprendere il Viaggio. L’odissea dei migranti che viaggiano dall’Etiopia al Sudan e, attraverso il Sahara, alla Libia, per arrivare via mare in Italia.
“Il viaggio è come una creatura mitologica che può portare alla salvezza o alla morte con la stessa facilità. Nessuno sa quanto può durare. Se si è fortunati due mesi. Se si è sfortunati anche un anno, o due”
Oppure per sempre.
Samia è una storia vera. Samia è la prima pagina di ogni nostro giornale. Samia è l’appello all’Europa che non combatte con noi. Samia corre ancora, per chi vuole credere che un giorno ognuna di queste storie che sfidano il mare potrà raccontarsi da sola.
Titolo | Non dirmi che hai paura
Autore | Giuseppe Catozzella
Editore | Feltrinelli
Collana | “I Narratori”
Anno | 2014