Primavera non bussa, lei entra sicura. Anche con un mese di anticipo, per una playlist dal sapore mediterraneo.
Scriviamo perché siamo felici e sbruffoni. Al contempo poetici, beat, pronti a mettere la testa nel forno come Sylvia Plath. Arrabbiati di una rabbia inspiegabile avvolta da una patina brillante di gentilezza. E poi questa voglia pazza di prendere il largo, mollare tutto e andare via.
Lo chiedevano spesso ai miei genitori: perché é cosí tormentata?
Cavalchiamo l’onda sublime di questa scarica di endorfine rosate che non ha un vero proprio perché: magari è dovuta all’allungarsi delle giornate o alle allettanti promesse della musica alternativa italiana. E sì che il 2018 sarà un anno pieno di emozioni. Di sperimentazioni. Elettroniche neomelodiche indie.
Sai quella felicità così profondamente fisica da farti male. Splendida e brillante e violenta come un pugno chiuso che desensibilizzi esofago, stomaco e reni. Non che io sia un tipo da rissa, ma mi sono fatta una certa cultura in fatto di anatomia umana. Ho studiato forte per farmi passare la rabbia, esorcizzandola con buone maniere e letture migliori.
Facciamo che questa è una playlist un po’ fanfarona. Come da copione, più azzardata che coraggiosa. Facciamo che ha una certa dose di arroganza e aggressività. Di anonimato (sì, mi piacciono forte le allitterazioni. A a a) e lirismo. Facciamo che questa è anche una playlist romantica, in un certo modo. Un romanticismo provocatorio e ribelle.
“Mi piace il flirt, ma preferisco l´amore“
Oriana Fallaci, Un Uomo
Il romanticismo di chi, coi propri sentimenti, fa a pugni da una vita. La rabbia é un motore potente, anche nei soggetti piú insospettabili.
Liberato -Tu t’e scordat’e me
Sul cinquantino e senza casco. Rapper napoletano, poeta ventiquattrenne di Scampia o progetto condiviso dal sottocitato Calcutta insieme a IZI, Dj Shablo e Priestess, [Dj Shablo] che ti penetra nel cranio, ti costringe a ballare e ti fa sentire invincibile come i tigrotti di Mompracem. Non me ne voglia Edoardo d’Erme, ma io spero si tratti davvero di Emanuele Cerullo. Mi piace pensare a una poesia senza casco che fugga dalla polvere dei libri
Cosmo – Sei la mia città
“Cazzo se mi piaci”
Dev’essere matto come un cavallo, Cosmo, con le sue serate brave da farsi perdonare. Fase ipomaniacale, buonsenso smarrito sulla statale e in bocca il sapore allappante del doposbronza. Il momento di smarrimento che attanaglia i bravi (?) ragazzi, o forse la fenomenologia di una crisi generazionale.
Gazzelle – Nero
“Poi mi sveglio la notte pieno di incubi in testa e una valigia già piena da un anno, che mi detesta”.
La percezione delle sfumature cromatiche è accentuata, nelle donne -e nei piccioni- da una superiore densità di fotorecettori a livello della retina. Lo so che non c´entra. Eppure mi piace accostare questa nozione della suddetta anatomia umana studiata in anni di emancipazione dal tutto, a concetti velleitori quali la donna é mobile qual piuma al vento.
Gazzelle e la valigia piena, vuota, sfatta ma sempre pronta a essere imbarcata.
Murubutu I Marinai tornano tardi
“Quando ti abitui all’assenza rieccolo lì che compare”
Con Murubutu tocchiamo l´apice del lirismo narrativo. E vi assicuro che questo professore di lettere di Reggio Emilia merita tutta la vostra attenzione: perfetta fusione di rap (vedi la collaborazione con il collettivo La Kattiveria) e temi che sanno di nostós (il viaggio di Ulisse, la terra proomessa). Il risultato é semplicemente sconcertante. Per me ha sapore di casa e centri sociali: la chiave di volta tra ribellione adolescenziale e il mio 9 in greco.
Calcutta | Pesto
Un omaggio, oltre che a Edoardo, va alla pagina di Hipster Democratici.